(Andrea Zhok) – Devo dire che provo un certo disagio a vedere il bombardamento di improperi, derisioni e invettive cui è sottoposto il M5S, anche da parte di amici con cui condivido la sostanza della prospettiva politica. Beninteso, capisco la delusione di chi si aspettava sfracelli. Ma sarà perché ho sempre scarsissima fiducia nella possibilità di raddrizzare la storia con sterzate virtuosistiche (anche quando alla guida ci fossero dei virtuosi), non soffro di alcuna cocente delusione. E dunque non ho neanche alcuna spinta emotiva in questa direzione di rigetto. E’ verissimo che l’esibizione di democrazia diretta su Rousseau, con un quesito ridicolmente tendenzioso, lascia, diciamo, alquanto a desiderare.E tuttavia non posso non pensare che sia comunque meglio dell’obbedir tacendo di tutti gli altri. E’ verissimo che l’annunciato Ministero della Transizione Ecologica può facilmente essere una supercazzola per coprire il più banale ‘Green Washing’, senza ottenere niente che non sia già nel programma di Confindustria. E tuttavia questa è l’unica richiesta politica preliminare che è stata fatta, e accettata, dal Venerabile Nocchiero, e di principio rappresenta un indirizzo politico intelligente. Dopo tutto è lì che si concentrerà la maggior parte della spesa del Recovery Fund, ed è davvero lì che si giocano le maggiori carte per il futuro di un paese a vocazione sia industriale che turistica come l’Italia. Ed è verissimo che entrare in un governo che abbraccia quasi l’intero arco costituzionale, ed è guidato da un tecnocrate sostenuto da Bruxelles e Washington, corre il rischio fortissimo di essere un suicidio politico, mostrandosi impotenti a condizionare alcunché. E tuttavia se una forza politica ha (forse per la prima e ultima volta) la maggioranza relativa in parlamento, sottrarsi al compito di cercare di incidere, preferendo una rendita di posizione da giocare alle prossime elezioni, è magari una buona strategia di potere, ma non necessariamente il miglior modo di fare gli interessi dei cittadini.

Detto questo, in un governo come questo, per muovere foglia e non limitarsi ad annuire ai cenni del Venerabile, ci vorrebbero capacità politiche, competenze tecniche, e visione teorica, tutte cose che non si inventano da un giorno all’altro, e che finora il M5S ha dimostrato di non possedere se non in tracce. Dunque non credo affatto che avremo piacevoli sorprese. Non mi aspetto assolutamente nulla. E però sono più contento che i Cinque Stelle nel governo ci siano, piuttosto che no. Non per il bene del M5S, che forse così finirà per sparire.

Ma perché, egoisticamente, preferisco che ci sia al governo anche qualcuno che non sia proprio senza resti e tentennamenti il maggiordomo di Confindustria. Dubito che servirà a qualcosa, ma almeno conferisce alla partita a venire un briciolo, non voglio dire di suspense, ma almeno di non scontatezza.