Riecco l’impunità. Costa (Azione): “Noi, FI, Iv, Lega e -spero- Pd cancelliamo le leggi dei 5S sulla giustizia” è la prima mina per il premier incaricato, appeso al voto degli iscritti al movimento da domani a giovedì. M5S e Draghi il voto su Rousseau e l’attacco dei neo-“alleati”La telefonata di Crimi. Ieri il reggente ha avvertito del voto l’ex presidente della Bce, che l’ha presa con “tranquillità”

(di Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano) – La telefonata d’obbligo gliel’ha fatta il reggente, Vito Crimi: “Volevo informarla che sul via libera al suo governo consulteremo i nostri iscritti sulla piattaforma Rousseau”. E raccontano che il presidente incaricato Mario Draghi l’abbia presa “con tranquillità”, almeno apparentemente. Doveva aspettarselo, che il Movimento per dire sì al suo governo dovesse passare dal voto sul Web. Ma dovrà anche avere pazienza, visto che si voterà tra domani e giovedì, con le urne telematiche che si chiuderanno alle 13 del 10 febbraio (prima non si poteva, visto che oggi partirà la votazione sul nuovo Statuto M5S). Un voto in bilico, dicono tutti i grillini. Con molti iscritti che sui social già rovesciano di tutto contro i parlamentari, al grido di “poltronari”. E sull’esito peseranno anche “i quesiti specifici” che verranno messi in votazione su Rousseau, come ha spiegato ieri il blog delle Stelle. Tradotto, gli iscritti diranno sì o no a Draghi esprimendosi sui temi. Per dirla come il Movimento: “Ascolteremo le proposte del presidente Draghi, sintesi del primo giro di consultazioni, e sottoporremo la proposta alla rete”. Cioè, si voterà la mediazione sui punti di programmi chiesti al tavolo dai 5Stelle. Con l’ambiente e lo sviluppo sostenibile che dovrebbe essere dentro i quesiti. Mentre non si farà cenno alla trattativa sui posti, con il M5S che invoca tre ministeri (Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli in prima fila, ma cresce l’ipotesi di un nome femminile).

A patto sempre che passi il sì, per cui tifano tutti i big: da Grillo a Conte passando per Di Maio e Roberto Fico. Tutti, tranne il solito descamisado, Alessandro Di Battista, che anche ieri su Tpi ha scandito il suo no, ironizzando sulla “genuflessione mediatica” nei confronti di Draghi: “C’è il rischio che anche lui si convinca di poter moltiplicare pani e pesci, mentre ha moltiplicato solo i titoli derivati italiani”. Potrebbe spostare più di un voto, Di Battista. “Ma l’unico modo per contenerlo era la consultazione” spiegano. Di sicuro fuori ad aspettare c’è anche Casaleggio, che non parla da settimane e sabato si è infilato alla riunione prima delle consultazioni. Il sospetto di molti è che possa capeggiare una scissione, possibile conseguenza del voto. “Il clima in Senato resta pessimo” confermano. E a trainare il no ci sono anche veterani come Danilo Toninelli. Per questo stanno chiedendo a Grillo di esprimersi, magari con un video. Chissà quanto potrà compensare il sì di Conte, apparso domenica notte nell’assemblea dei 5Stelle. Però Draghi va sostenuto, “perché è di valore e voltargli le spalle significa voltarle al Paese”. Certo, poi il premier uscente ha formulato anche delle riserve. Per esempio, in qualità di federatore dei giallorosa, gradirebbe la Lega fuori dell’esecutivo. Non a caso il M5S vorrebbe chiedere a Draghi anche di combattere la sperequazione di fondi tra il Nord e il Sud, storica riserva di voti del Movimento. Mentre ieri Grillo ha rilanciato il reddito di base. Di certo questo “non è un passo facilissimo per alcuni dei 5Stelle, è comprensibile ci siano perplessità”, come ha ammesso ieri Conte, che ha smentito le voci su una sua candidatura a sindaco di Roma: “No, grazie”.

Invece il suo ruolo nel M5S è tutto da definire. L’avvocato non pare intenzionato a iscriversi, almeno a breve, e quando parla dei 5Stelle continua a usare il “loro” e non il “noi”. Così la sua candidatura nella segreteria a cinque, di prossima elezione, non è possibile, norme alla mano. “Magari capo per acclamazione…”, butta lì un big.

Di sicuro Conte vuole pesare. “Voi 5Stelle dovete decidere cosa fare da grandi” ha detto in questi giorni a più di un interlocutore. Buona domanda, fatta adoperando il voi.