(di Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano) – Tornati ieri mattina da una crociera sul HMY Britannia, al rientro ci ha colti come una sensazione di benessere: l’Italia sembrava più bella, più allegra, piena di speranza. Pioveva, ma c’era il sole, per così dire. È stata la tv a farci capire: Mario Draghi è presidente del Consiglio in pectore (il che, peraltro, significa pure che una volta bastava mandare le lettere con gli ordini e oggi bisogna venire di persona, cosa che registriamo con profonda soddisfazione democratica). Che pacchia ci attende. Il debito? Da ieri non c’è più spazio per quello “cattivo”, giusto l’assunto filosofico congegnato dal nostro: se ne farà solo di “buono”. I ristori? Basta col Sussidistan, solo trasferimenti diretti per conservare intatta la base produttiva. E la cassa integrazione? Finita, solo un investimento temporaneo per non pregiudicare il tasso di occupazione. Addio pure al Reddito di cittadinanza, sostituito da un sostegno limitato che accompagni le persone nella ricerca di un lavoro. E che dire del Recovery Plan? Si concentrerà su sei missioni precise indicate dall’Ue e sarà chiaro chi decide cosa e in che tempi (tipo una task force, però partecipata). Niente più spesa corrente, da ieri ogni euro che esce dal Tesoro si chiama “investimento” (ma non ce n’è bisogno: c’è la fila per darci i soldi). Draghi, contro il Covid, farà il lockdown totale ma con scuole, negozi e piste di sci aperte. Poi chiederà i soldi del Mes sanitario senza prenderli, mentre è quasi pronto il progetto grazie al quale 30 milioni di italiani vaccineranno gli altri 30 e viceversa: il tutto entro febbraio, così avremo pure Sanremo col pubblico. È bello risvegliarsi in un Paese migliore: l’Italia se lo meritava, peccato non averci pensato prima. C’è solo una cosa a cui bisognerà fare attenzione: sconfitto il Covid, ci sarà comunque il pericolo di scivolare sui cospicui strati di bava che da ieri sono comparsi sui marciapiedi adiacenti a redazioni di giornali e studi tv. Secondo uno studio dell’Università “Attilio Fontana” dell’Illinois, pare sia colpa dei droplet causati dalla pronuncia troppo impetuosa della parola “competenza” da parte di gente che, come già un personaggio di García Márquez, confonde il cazzo con l’equinozio. E quanti saranno?, dirà il lettore. “Una cifra”, sostiene lo studio.