(Vittorio Feltri – Libero quotidiano) – Tutti sanno che Giuseppe Conte, avendo ottenuto in Senato la “minoranza assoluta”, avrà notevoli difficoltà a mandare avanti la baracca del governo, e molti sostengono che prima o poi crollerà.

È una ipotesi non peregrina, ma personalmente, conoscendo le debolezze dei signori del Palazzo, mi sento di scommettere che il premier riuscirà a resistere ad ogni attacco. Non perché egli sia bravo nel gestire la cosa pubblica, questo no. E lo abbiamo sperimentato.

Il problema è che nessun deputato (e nessun senatore) ha interesse a chiudere in anticipo la partita per un motivo terra terra: il desiderio, o meglio l’ imperativo, di non lasciare la poltrona che ora c’ è e va difesa fino alla morte, mentre in caso di elezioni anticipate sarebbe una impresa riuscire a riconquistarla. Per quale ragione? Il numero dei parlamentari, per effetto di una legge sconsiderata, è stato ridotto e le poltrone disponibili diminuite.

La politica la fanno gli uomini, i quali, benché forse abbiano degli ideali, sono pronti a tradirli allo scopo di tutelare i propri interessi di tasca: primum vivere, deinde philosophari. Quindi l’ opposizione non si faccia molte illusioni di poter ribaltare la frittata. Certamente, avessimo un Capo dello Stato muscolare la faccenda avrebbe un esito diverso, infatti è arduo accettare un esecutivo allo sbando quale il nostro attuale, tuttavia Mattarella non ha il nerbo necessario a rimescolare le carte sciogliendo le Camere e indicendo nuove elezioni.

Da lui è lecito attendersi una spalmata di vaselina, di sicuro non un virile strappo. E affermiamo ciò con rispetto, avendolo visto all’ opera negli ultimi anni. È una persona perbene, non un condottiero alla Cossiga, il presidente picconatore.

Qualcuno confidava in Matteo Renzi, era persuaso che costui fosse in grado di rompere il giocattolo del premier e invece, al momento di dargli il colpo finale, si è limitato ad astenersi. Come si spiega ciò è semplice dire. Se egli avesse votato no, come sarebbe stato apparentemente logico, il suo gruppo di affezionati allo scranno gli avrebbe voltato le spalle. E addio Italia Viva e condoglianze per la sua morte. Il resto è soltanto chiacchiera.