(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Cari concittadini, l’anno scorso nel consueto Messaggio di Fine Anno volli condividere con voi una bella foto dell’Italia vista dallo spazio trasmessami dall’astronauta Luca Parmitano. E feci mie le sue considerazioni su quanto apparissero incomprensibili e dissennate le inimicizie e le violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto. Purtroppo, neppure Parmitano dalla sua navicella nello spazio avrebbe potuto metterci in guardia sul cataclisma che di lì a poche settimane si sarebbe abbattuto sul nostro disgraziato globo.

Alla luce dell’imprevedibilità del nostro destino mi limiterò dunque a formulare pochi ma sentiti auspici, augurandovi un 2021 migliore del 2020: non dovrebbe essere difficile, però non si sa mai. La prima richiesta è sentitamente rivolta agli esponenti partitici che ogni anno, non appena termina il collegamento dal Quirinale si sdilinquiscono in elogi e apprezzamenti per la saggezza e l’equilibrio dei miei moniti. Cari leader, evitatevi la fatica di riesumare quegli insulsi testi prefabbricati, ma soprattutto evitatemi di subirne l’onta. Anche perché della cultura dell’unità e della responsabilità, a cui non ho smesso di richiamarvi nel corso di questo tragico anno ve ne siete bellamente strafregati. Lo dico all’opposizione più inutile del continente, e anche a quei signori della maggioranza che, nei casini in cui ci troviamo, tramano per fare cadere il governo. Al governo chiedo una sola cosa: dopo l’insultante risposta del regime egiziano, che definisce “processo immotivato” quello intentato dalla magistratura italiana contro gli aguzzini del nostro concittadino Giulio Regeni, agisca finalmente con la dovuta fermezza richiamando l’ambasciatore italiano al Cairo. Meglio tardi che mai. Infine, a voi che mi ascoltate col cuore gonfio di tristezza e di timore ripeterò le stesse parole pronunciate da una donna saggia, la regina Elisabetta, al proprio popolo: “Tutto ciò che molte persone desiderano per le Festività di quest’anno è un semplice abbraccio o una stretta di mano. Non siete soli, sappiate che vi ricordo nei miei pensieri e nelle mie parole”.

(Chiedo scusa al presidente Sergio Mattarella per avere trascritto un messaggio del tutto immaginario, ma che mi farebbe piacere ascoltare)