(di Veronica Gentili – Il Fatto Quotidiano) – Il caro vecchio Matteo. Un’egregia sintesi di cosa passi davvero nella mente di Matteo Renzi, e di quanto contraddittorie siano le sue affermazioni rispetto ai comportamenti passati, l’ha fatta Pier Luigi Bersani: “Renzi lamenta l’assenza di collegialità. Ha un punto di osservazione notevole perché, quando è toccato a lui, è stato un campione di collegialità, ha preso il premio Nobel della collegialità. Qui c’è un reparto guastatori, che si avvale anche della facoltà di interpretare il borbottio di tanti della maggioranza, che però non dicono cosa vogliono. Ma qui bisogna sapere che siamo in una situazione per cui se si tira un filo, viene via il maglione. Renzi è un dato del paesaggio. Nella storia politica d’Italia abbiamo sempre avuto soggetti che si mettono al margine e che dicono di rafforzare il governo indebolendolo o che dicono di sostenere il governo zavorrandolo. Per dimostrare di avere la golden share del governo. Questo succede finché gli altri gli lasciano lo spazio. In questo caso, Conte coi suoi errori e gli altri della maggioranza coi loro borbottii”. C’è da dire che Bersani parte avvantaggiato: il ragazzo lo conosce piuttosto bene. Sotto il segno dell’umanità.

“Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare”, ma attenzione a non dimenticare che “bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza”: ne ha dato prova Angela Merkel durante il suo ultimo discorso al Bundestag, nel giorno in cui la Germania raggiunge i 590 morti, il numero più alto dall’inizio della pandemia. “Io credo alla forza dell’Illuminismo che l’Europa deve ringraziare perché ci ha insegnato che esistono verità scientifiche, che sono reali e alle quali dobbiamo attenerci. Ho studiato fisica nella Ddr perché ero sicura che si possono invalidare molte cose, ma non la forza di gravità, la velocità della luce o altri fatti inconfutabili”. Nel mettere a tacere quel relativismo d’accatto che, da qualche tempo a questa parte, mette in discussione anche le più acclarate evidenze scientifiche, la Cancelliera tedesca ci ha tenuto a mostrare la parte umana della politica, al buonsenso della quale attingere in assenza di altre certezze incontrovertibili: “So quanto è duro, quanto amore ci sia quando aprono mercatini di Natale. Mi dispiace, mi fa veramente male al cuore. Se il prezzo che dobbiamo pagare sono 590 morti in un giorno questo per me è inaccettabile e dobbiamo agire. Se la scienza ci dice di ridurre i contatti per una settimana durante il Natale, allora dobbiamo trovare la via, riflettere e forse decidere di cominciare le ferie prima, già il 16 dicembre. Io so solo che se prima di Natale avessimo troppi contatti e poi finisce che questo sarà stato l’ultimo Natale con i nostri nonni, avremmo sbagliato qualcosa”. Qui sta lo scatto: sapendo di non sapere o almeno di sapere solo in parte cosa sia giusto fare, scientificamente e politicamente parlando, il vero leader sceglie di attenersi alle ragioni dell’etica e dell’umanità, e soprattutto non ha paura di ammetterlo.