(Roberta Labonia) – Ieri, nel corso dell’insediamento del Consiglio regionale della Regione Puglia, Antonella Laricchia, la candidata del MoVimento 5 Stelle, uscita malamente sconfitta dalle regionali, ha pianto. Sopraffatta da qualcosa che sta vivendo come un tradimento. Antonella, con voce rotta dall’emozione, ha detto: “agli oltre 200.000 cittadini che ci hanno votati voglio dire che se potessi restituirvi i voti di cui ci avete onorato e che in questo momento la scelta dei miei colleghi sta disonorando, lo farei immediatamente”.I suoi colleghi, come lei eletti nel Consiglio regionale pugliese, sono Cristian Casili, Rosa Barone, Grazia Di Bari e Marco Galante. D’intesa con Vito Crimi, , capo politico reggente del MoVimento 5 Stelle e, i maligni aggiungono, “con la benedizione di Luigi Di Maio”, dopo diversi tentennamenti e due incontri, hanno accettato la richiesta di collaborazione venutagli dal piddino Michele Emiliano, riconfermatosi Presidente della regione Puglia. Uno di loro, Cristian Casili, ieri è stato eletto Vicepresidente del Consiglio regionale ma non, come sostengono molti a cui ‘sta cosa non va giù, con il ruolo di garanzia che spetta alle opposizioni (quella la esercitera’ Giannicola De Leonardis in quota Forza Italia), ma in quota di maggioranza e da giorni si da per imminente l’entrata in Giunta di Rosa Botta con delega al Welfare. Che Emiliano da tempo corteggiasse il Movimento non è un segreto per nessuno: prima del d-day elettorale pugliese di settembre, sentendosi il fiato sul collo del forzista Fitto, le sue “avance” verso la Laricchia avevano rasentato lo stolkeraggio. Così come è cosa nota che, sempre a ridosso delle regionali, parliamo di luglio scorso, fra M5S e Pd si era cercato un accordo elettorale poi sfociato in un nulla di fatto. Erano i giorni in cui avevamo avuto notizia della inusuale visita di Davide Casaleggio a Giuseppe Conte, ricordate? Il premier disse “si è parlato di tutto, anche di regionali” e qualcosa mi dice che Casaleggio Junior, in quell’occasione, abbia chiuso ad ogni possibilità di accordi locali, che pure in quelle ore Giuseppe Conte auspicava. Insomma, si sono visti tentativi d’approccio last minute dispersivi, raffazzonati ed inconcludenti, che hanno bruciato un’opportunità: ho sempre ritenuto che se c’era una sola possibilità che il Movimento potesse mettere piede in una Giunta regionale, sarebbe stata quella della Puglia. Io non dimentico che Emiliano, da pugliese doc, ha sempre lottato per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. Dipendesse da lui, ma non dipende da lui bensì dal Governo nazionale, oggi l’ex Ilva di Taranto andrebbe chiusa, non riconvertita. E fu l’unico, Emiliano, nel 2016, insieme ai 5 Stelle, a mettersi di traverso a superbone Calenda quando, da Ministro dello Sviluppo del governo Renzi, ci ha rifilato “il pacco” di Mittal, l’indiana mordi e fuggi. Michele Emiliano non è un santo. Nelle ultime regionali, con raro cinismo politico, pur di spuntarla su Fitto, si è tirato a bordo frange estreme della politica locale e in Giunta ha permesso l’ingresso di 2 soggetti con procedimenti giudiziari in corso, ma son convinta che, per la sua sensibilità di magistrato, ove avesse stretto un accordo di programma elettorale con i 5 Stelle prima delle elezioni, certe derive le avrebbe evitate, né gli sarebbero state consentite (Siri docet). Ieri Laricchia e Casili hanno lavato i loro panni sporchi in aula: lei affermando di essere stata tenuta all’oscuro delle trattative con Emiliano, Casili smentendola: “io comprendo l’emotività della collega Antonella Laricchia, la comprendo molto bene, non comprendo tuttavia la mancanza di considerazione che avrei imposto alla mia collega…”

Non ho elementi per poter dare ragione all’una o all’altro. Certo che non fa piacere ad un iscritta al Movimento, assistere a questi teatrini, ma sarebbe meglio dire psico-drammi, in pubblico Consiglio da parte dei suoi portavoce. Quello che mi sento di dire adesso, essendo stata fra coloro che ad agosto scorso hanno detto si ad accordi PROGRAMMATICI locali, e pare che anche negli Stati Generali appena trascorsi il tema verrà riproposto agli iscritti, è che questi sono il frutto amaro prodotto dall’improvvisazione. Il tema Puglia è stato gestito male fin dall’inizio. Per come la vedo io, ma forse col senno di poi è facile dirlo, il dialogo che si è innescato in queste ultime settimane con Emiliano, che oggi tratta da un punto di forza, avremmo dovuto aprirlo ben prima delle urne e probabilmente avremmo spuntato migliori condizioni. E sia chiaro, intendo “spuntato” nell’esclusivo interesse della collettività pugliese.Emiliano era tutt’altro che certo di poter essere rieletto. Di sicuro i mal di pancia ci sarebbero in casa 5 Stelle, ma almeno avremmo tenuto una condotta coerente. E invece no, non lo si è fatto, si è perso tempo prezioso. In un vuoto totale di lucidità la Laricchia è stata mandata allo sbaraglio. Da sola. Contro due pezzi da 90 come Emiliano e Fitto. Anch’io, per un attimo, quando ho visto Alessandro Di Battista e Barbara Lezzi affiancarla in piazza, ci ho voluto credere. Poi però la realtà si è incaricata di farmi tornare con i piedi per terra 24 ore dopo. Parlando fuori dai denti il fatto è che se nelle elezioni politiche prevalgono i voti d’opinione, a livello territoriale, per aver qualche chances, sul territorio ci devi stare e da tanto tempo. Devi essere riconoscibile. Entrambe le cose sono mancate al Movimento in questi 10 anni, quindi ora bisogna farsene una ragione, non sto qui ad indicare di chi sono state le colpe, ma occorre pagarne lo scotto e stringere accordi di programma per essere ri-co-no-sci-bi-li e misurabili, aggiungo, nei territori. Se no le regioni, e non solo quelle, ce le potremo anche scordare per i prossimi 10 anni. Almeno. Questo accordo tardivo in Puglia, dal sapore di una resa, sta esacerbando le spaccature all’interno del MoVimento: gli attivisti pugliesi sono in rivolta. L’ ala oltranzista capitanata da Alessandro Di Battista, dopo l’apparente tregua degli Stati Generali, ha ripreso a macinare post al vetriolo e la sua claque gli fa da eco. Crimi, per metterci una pezza, ieri ha pubblicato un post dove afferma che il Movimento non è entrato nella nuova Giunta e non fa parte delle forze che governano la Regione. Se così fosse sarei ancora più incazzata: vorrebbe dire che non solo ci siamo giocati la faccia ma l’abbiamo fatto per cosa? Per una Vice Presidenza che ci tappa la bocca? È avvilente. A margine rilevo che le parole di Crimi di ieri sono in netto contrasto con quanto espresso da Emiliano nel suo discorso d’apertura consiliare di ieri. Emiliano ha detto, non sensa una certa emozione, che questo momento di iniziale collaborazione sui PROGRAMMI con il M5S, lo vive con grande umiltà e responsabilità, consapevole che è la prima collaborazione, nella storia d’Italia, fra il centro sinistra e il Movimento 5 Stelle in una regione. E del resto prova ne sia che questa intesa, per essere sigillata, e salvo ripensamenti dell’ultimora, Crimi aveva già annunciato che sarebbe stata sottoposta al voto degli iscritti. Se da loro verrà fumata nera, i 5 Stelle pugliesi dovranno tornare all’opposizione. Quindi è un passaggio che ha un peso, nelle strategie del MoVimento. Altro che! Oggi Emiliano è ben consapevole che con il suo esperimento pilota di un governo giallorosso locale, perché questo è, avrà tutti i riflettori puntati addosso dei media e della politica. In particolare avrà addosso gli occhi di tante anime tormentate pentastellate che in questa intesa programmatica vedono solo l’ennesimo tradimento. Ora aspettiamo che cosa ci sentenzia la piattaforma Rousseau. Se ci sarà il via libera il Movimento si dovrà dimostrare all’altezza di sostenere il suo ruolo e di portare a casa punti del suo programma.

Casili ha già tracciato la linea: -Ripubblicizzazione di AqP-Aumento della raccolta differenziata-Rigenerazione del paesaggio (vedi disseccamento ulivi) -Abbattimento liste d’attesa. Quindi, e parlo ai duri e puri del MoVimento 5 Stelle: a Barbara Lezzi, ad Alessandro Di Battista, ad Antonella Laricchia e tanti altri, ok la questione Puglia è stata gestita male, ma arrivati a questo punto, se da Rousseau arriverà il lasciapassare, siate vigili ma non ostili. Siate intransigenti ma non chiudete le porte a quella che, se ben gestita, potrebbe essere un occasione per imporre punti cardine del nostro programma. Il pasticciaccio brutto in Puglia ormai lo abbiamo consumato. Tanto vale trarne il maggiore beneficio per i pugliesi.