(Luca Serafini – tpi.it) – Lo stipendio del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, fa un balzo e passa a 150mila euro (a inizio mandato, maggio 2019, ne percepitva 62mila). È quanto rivela oggi Repubblica, con riferimento a un decreto interministeriale dello scorso 7 agosto, firmato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo in accordo col ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. La decisione del Governo, in sostanza, avrebbe confermato e ratificato quanto deciso dal Cda dell’Inps in una riunione tenutasi durante il lockdown.

Ma in queste ore non è solo l’aumento di stipendio a far discutere. Si tratterebbe infatti di un provvedimento con un valore retroattivo. Il decreto interministariale infatti recita: “Gli emolumenti sono riconosciuti con decorrenza dalla data di nomina del presidente, del vice presidente e dei consiglieri di amministrazione”. Ciò significa che Tridico dovrebbe ora percepire anche la differenza tra gli stipendi maturati nel corso del suo mandato e quello attuale da 150mila euro. Una differenza stimata in circa 100mila euro complessivi.

La vicenda però ha fatto storcere il naso a molti e non è piaciuta ai revisori Inps, che hanno presentato un’istanza in cui chiedono chiarimenti. Secondo il decreto interministeriale, l’aumento di stipendio per Tridico ha valore “con decorrenza dalla data di nomina del presidente, del vice presidente e dei consiglieri di amministrazione”, ovvero maggio 2019. Per i revisori Inps, però, la legge 75 del 1999 andrebbe contro questa tesi, poiché prevede che gli amministratori vengano pagati non dalla data della loro nomina, ma da quella del loro insediamento.