(Stefano Rossi) – Ed è uno dei più esperti conoscitori dei Regolamenti Parlamentari e redattore della legge elettorale in vigore. “ Qualcuno dice  che questo è fatto per favorire la parità di accesso. Ve lo dice un umile e modesto conoscitore della materia elettorale: chi la conosce sa che in collegi che hanno a disposizione un numero di candidature che va da due a sette, quindi piuttosto piccolo, la doppia preferenza di genere danneggia il sesso femminile, perché normalmente il maschio è maggiormente infedele della femmina. Il maschio solitamente si accoppia con quattro o cinque rappresentanti del gentil sesso, cosa che la donna solitamente non fa. Il risultato è che il maschio si porta i voti di quattro o cinque signore e le signore non vengono elette. Se si aumenta la platea dell’elettorato passivo, frammentando l’espressione delle preferenze, si riduce la possibilità che la donna venga eletta. Le donne si mettano in lista, come abbiamo fatto noi in Umbria eleggendo una donna, così come abbiamo eletto un presidente della Camera e un presidente del Senato donna e in Toscana candidiamo  una donna”.

Salvini gli era seduto accanto che applaudiva. Durante lo sproloquio folle, il presidente del Senato di turno, Ignazio La Russa, aveva tentato di interromperlo così: “ Concluda senatore… perché vedo che si avventurava…”. Ma il Calderoli oramai ingranata la quinta ha continuato il suo alienante discorso.

Non è più tempo di gridare alla pazzia o alla corbelleria. Ci vorrebbe una denunzia e querela alla Procura della Repubblica e poi attendere la richiesta di autorizzazione a procedere. Per esempio per violazione dell’art. 604, bis, c.p. nella parte in cui è scritto: “… propaganda idee fondate sulla superiorità … etnico…” là dove, superiorità di etnia intesa come superiorità dell’uomo sulla donna su basi del tutto infondate, sessiste, violente e oscene.