(Giuseppe Di Maio) – Se diamo un’occhiata alle prime pagine del tridente milanese, ormai forca a quattro rebbi assieme a “Il Tempo” di Bechis, ci viene il serio dubbio che questi quotidiani possano essere annoverati tra gli strumenti d’informazione. Essi sono piuttosto pagine di dileggio che fomentano la claque antigovernativa, un’accozzaglia di articoli con trovate spiritose e invenzioni assolute per generare profitti elettorali. Gli utenti applaudono, e si dispongono all’eversione dalla regola.

In fin dei conti tutto l’attuale centrodestra non ha più nulla della sua vecchia ideologia: la difesa dei valori della tradizione, Dio Patria e famiglia, o quella più recente dei meriti legati alla dimensione delle libertà individuali. Il moderno centrodestra, che si palleggia tra i cazzari di vario colore, e che emancipa sempre nuovi e incredibili leaders politici, narra al suo vasto elettorato il solo programma che questo vuole sentire. Ovverossia la predica della disuguaglianza sociale che si raggiunge attraverso la violazione delle regole e l’elargizione dei vantaggi a scapito dei competitors economici naturali.

Ognuno degli elettori reazionari pensa in cuor suo alla maniera di un Helenio Herrera: “E’ il risultato quello che conta!” Insomma non serve la politica onesta, ma le intenzioni cattive, cioè “buone” per ognuno di loro: basta solo che possano profittare, evadere, essere preferiti, basta che prima gli italiani, prima il Nord, prima i Lombardi. E i giornali di questa destra padronale non hanno per niente a cuore l’esattezza delle notizie, ma solo portare a termine il programma che affossi il nemico politico, l’odiato governo che non permette di rubare.

Garantire a costoro la libertà di stampa significa autorizzare la semina quotidiana di menzogne. Alle libertà di parola e di stampa garantite dalla Costituzione con l’intento di combattere la tirannide attraverso la pluralità delle voci, non può essere consentito ostacolare il rispetto delle regole, ora vissute come l’anticamera del totalitarismo. A costoro bisogna ricordare che queste libertà non possono significare rivolta contro la legge, né sabotaggio dell’azione di governo attraverso lo sconvolgimento dell’ordine sociale. Bisogna ricordare che chi istiga il popolo all’anarchia paga con leggi e procedure adeguate.

Perciò, chi nega l’esistenza del virus mettendo in pericolo la salute degli altri, chi non mette la mascherina e spinge gli altri a non farlo, chi organizza cortei di protesta contro l’oppressione dei governi, chi affolla i luoghi pubblici contro le disposizioni delle autorità, deve pagare giustamente la sua stoltezza. Chi intende sabotare le regole per vanificare l’importanza dei centri amministrativi, chi crede di potersi avvalere della propria immunità e infrangere la legge, chi pretende di usare la libertà di opinione alla stessa maniera della più feroce violenza, ha fatto male i suoi conti. La destra che denuncia repressione e tirannide, attuando strategie di disobbedienza civile, è il terribile risultato dell’impostura che può consentire la pratica estrema delle libertà democratiche.