
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – E niente, l’Innominabile ha capito di essere l’Innominabile (furbo lui) e ha ripreso con le cause civili al Fatto. Ormai abbiamo perso il conto, forse siamo alla quindicesima, forse alla sedicesima (in sei mesi). Se voleva comunicarci che, oltreché di voti, ha bisogno di soldi, l’abbiamo capito. Solo ci domandiamo che senso abbia intasare i tribunali, così impegnati a giudicare i suoi cari per reati gravi e non di opinione, con liti temerarie che calpestano il diritto di critica e di satira (oltreché di cronaca). Liti che, se il Rignanese non avesse l’immunità e gli altri lo giudicassero col metro che pretende di applicare a noi, passerebbe in tribunale il resto dei suoi giorni. Nell’ultimo atto di citazione che ci ha fatto recapitare, chiede non so più che cifra perché l’ho definito “mitomane molesto”. In realtà gli facevo il favore di fornirgli un alibi, perché l’unica alternativa alla suddetta patologia (psico-politica, s’intende: non conosco la sua vita privata) sarebbe la malafede. Il bello è che, mentre nega di essere un mitomane e trascina in tribunale chi afferma che lo sia, non perde occasione per dimostrare di esserlo.
Leggete qui: “Tendenza a mentire e ad accettare come realtà, in modo più o meno volontario e cosciente, i prodotti della propria fantasia. Nel bambino normale, entro certi limiti, il fenomeno è frequente come alterazione della realtà dovuta soprattutto al prevalere dell’immaginazione, o all’inesperienza, o al desiderio di evitare un castigo. Nell’adulto, e talora anche nel bambino, ha invece significato patologico, come espressione di una personalità anomala, generalmente isterica, che, mediante la falsificazione della realtà e con racconti fantastici, cerca di attirare su di sé l’attenzione di quanti lo circondano allo scopo di soddisfare l’esagerata vanità e il bisogno di stima (pseudologia fantastica). Mentre alcuni di questi soggetti sanno perfettamente di abbandonare il terreno della realtà, altri al contrario non hanno piena consapevolezza delle proprie menzogne”. Pare il suo ritratto sputato, invece è la definizione di “mitomania” sul dizionario Treccani. Sarà uno spasso, dunque, vedere l’Innominabile che tenta di dimostrare al giudice di non essere così. Io, per parte mia, mi limiterò ad allegare alla mia memoria difensiva le interviste che denotano non solo la mitomania, ma anche un’altra patologia (sempre intesa in senso psico-politico): la “proiezione”, cioè il “processo difensivo per il quale il soggetto attribuisce ad altri sentimenti, desideri, aspetti propri che rifiuta di riconoscere in sé stesso”. Prendete la sua ultima comparsata (definirla intervista sarebbe eccessivo) chez Giletti. Si parlava del caso Bonafede-Di Matteo-Basentini.
E lui spiegava che il ministro scelse come direttore del Dap Francesco Basentini perché questi aveva indagato a Potenza su Tempa Rossa: “un’inchiesta fuffa”, fatta apposta per colpire il suo governo “con un enorme dispiegamento di forze, intercettazioni sulla vita privata delle persone”, di talché “la bravissima ministra Guidi fu costretta a dimettersi. Eppure l’indagine non portò a nulla”. Naturalmente l’indagine, tutt’altro che fuffa, portò a un processo tuttora in corso. E a indurre la bravissima ministra Guidi a dimettersi non furono né Basentini, né Bonafede. Fu l’Innominabile. Quando uscirono le telefonate fra la ministra dello Sviluppo e il suo compagno Gianluca Gemelli, lobbista petrolifero, che premeva per farle inserire un emendamento pro petrolieri e la trattava “come una sguattera del Guatemala”, l’allora premier le chiese di dimettersi. E se ne vantò al Tg2: “Non c’è niente di illecito, ma il ministro Guidi ha fatto un errore e ne va preso atto. In Italia adesso chi sbaglia va a casa”. Quale errore? Fu lui stesso a spiegarlo: “Quando l’emendamento è stato presentato, il ministro dello Sviluppo l’ha comunicato in anticipo al suo compagno, che si è scoperto poi essere interessato al business. Così facendo Federica Guidi ha compiuto un errore e giustamente ha deciso subito di dare le dimissioni, per evidenti ragioni di opportunità”. L’altra sera, invece, vaneggiava di “intercettazioni sulla vita privata” (come se gli emendamenti a una legge fossero equiparabili a un amplesso o a un bacetto) e attribuiva le dimissioni della Guidi a Basentini (che non disse una parola) e a Bonafede (che dall’opposizione chiese le dimissioni della ministra, ma fu anticipato dal premier più “giustizialista” di lui). E il cosiddetto intervistatore Giletti, che ha il pregio di non avere mai la più pallida idea di ciò di cui si parla, s’è ben guardato dallo smentirlo. Nessun’obiezione neppure quando l’Innominabile, in un attacco congiunto di mitomania e proiezione, ha accusato Bonafede di aver “chiesto le dimissioni non solo della Guidi, ma anche di Alfano e di altri miei ministri”. Ora, sapete chi fu il primo a invocare le dimissioni di Alfano? L’Innominabile, che 7 anni fa chiedeva la testa dei ministri di Letta prima di prenderne il posto. Il primo fu proprio Alfano, per il sequestro Shalabayeva: “Se Alfano sapeva, ha mentito e questo è un piccolo problema. Se non sapeva è anche peggio… Se si è sbagliato, qualcuno si assuma la responsabilità” (18.7.2013). Poi, appena andò al governo, lasciò Alfano al Viminale. E ora, grazie alla smemoratezza di chi dovrebbe contraddirlo, confonde Bonafede con se stesso. Mitomania o malafede? Scelga e ci faccia sapere.
Mitomane è un complimento.
Il Bischero di Rignano come disse qualcuno; i Toscani hanno il cielo negli occhi e l’inferno in bocca.
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L’innominato è un ” biricchino”, dategli il peso specifico che volete non si può aggiungere altro quello ha la querela facile.
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C’è anche chi crede di informarsi guardando Giletti. Siamo messi proprio bene.
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Massimiliano, una verità che emerge è pur sempre una verità. E a parlare da Giletti ci sono stati fio fior di magistrati, mica Basentini qualsiasi.
Il problema è che avete uno strano rapporto con la verità, soprattutto se scomode alla vostra parte.
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Giletti è proprio la D’Urso col pisello, c’è poco da fare. Il dramma di questo paese sono questi giornalisti incapaci o peggio venduti. Giletti sta superando ogni limite, è perfino peggio di un Porro, un Giordano, o di qualsiasi altro di Mediaset, davvero orrendi lui e la sua trasmissione. Con il cazzaro verde, la bionda simil Le Pen e Renzi non fa interviste, non ci pensa proprio, li lascia dire e fare tutto quello che vogliono, praticamente consente a questi fenomeni di fare veri e propri comizi in diretta, senza alcun contraddittorio, contro il governo e Conte, naturalmente non sia mai. Ora che la Guidi fu costretta alle dimissioni da Renzi lo sanno pure i bambini, ma Giletti pur di non contraddire il bullo di turno che attacca il governo tace. Complimenti a questo buffone travestito da gionalista
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Ok Travaglio, Renzi lo conosciamo tutti e Giletti è una D’urso col pisello ma di quella trasmissione avresti dovuto parlare delle dichiarazioni di Ardita che è stato pure capo del Dap e che, parole sue, non avrebbe mai messo la firma su quella circolare. E visto che ci stavi potevi fare almeno un inciso su quanto emerge dalle intercettazioni che coinvolgono gli uomini di Bonafede (non a caso saltati come birilli).
La mancata nomina di Di Matteo assume un significato negativo solo per la nomina di Basentini, personaggio sul quale stanno uscendo verità davvero imbarazzanti.
Una persona mediocre con un passato molto discutibile, altro che Tempa Rossa. La persona meno indicata per il ruolo del Dap.
Ed è proprio la D’urso col pisello che ha il merito di far emergere queste verità, perché di VERITÀ si tratta.
La sensazione è che su Basentini e su tutta la vicenda hai toppato di brutto e sembri troppo orgoglioso per riconoscerlo. Ma prima o poi dovrai farlo perché quello che continua ad emergere non è affatto rassicurante. Ed e6meglio prima che poi. Bonafede ha subito sicuramente delle pressioni politiche ed è proprio l’esistenza di queste pressioni in una certa misura a scagionarlo. Può darsi che non sapesse con chiarezza chi fossero gli uomini da lui nominati.
Mi sto accorgendo di averti personalmente molto ridimensionato. Forse è bene così, meglio non avere miti nemmeno in campo giornalistico.
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Le parrà strano ma non vedo la trasmissione di Giletti. Non ce la faccio proprio. Quindi non ho idea di cosa possa essere avvenuto domenica sera su La7. Per quanto riguarda l’uso del “voi”, visto che non è stato reintrodotto, non so a chi si riferisca. Io ho già difficolta a rispondere di me stesso figuriamoci accollarmi responsabilità collettive. Quindi se ha qualcosa da dire al mio commento su Giletti lo faccia e lasci perdere illazioni gratuite.
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Anche io ho mollato da tempo Giletti ed il suo merdaio, anche se pare faccia ascolti. Di gente che ragiona – per così dire – con le menzogne e deformazioni dei vari pifferai magici che tanto piacciono al Cazzaro in Gilet
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Massimiliano, hai ragione.
Il “voi” è sbagliato.
Il fatto è che in questo spazio è pieno di tifosi grillini oltre ai sostenitori del M5S, due categorie solo in apparenza simili.
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Bugsyn, la D’Urso col pisello ha avuto l’indiscutibile merito di far emergere molte verità sul caso Dap/Basentini/Scarcerazione di centinaia di mafiosi.
Non voglio esprimere un giudizio positivo sul giornalista tout court ma su quell’inchiesta sicuramente si.
Piuttosto dovremmo chiederci come mai una inchiesta così importante l’abbia avviata ed approfondita Giletti e non altri.
È il silenzio degli altri che ha reso estremamente meritoria (per la verità) l’inchiesta di Giletti.
Nel suo studio hanno preso la parola magistrati del calibro di Ardita, Di Matteo, Maresca, De Magistris. E giornalisti come Lirio Abbate. Politici come Martelli (che di mafia e giustizia ne sa qualcosa). Ed altri. Se hanno parlato da lui è perché non hanno trovato spazio altrove. Te pare poco?
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Alla D’Urso col ” Pisello” > „Facciamola finita, venite tutti avanti, nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto assurdo bel Paese.“ (F.G.)
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Ma a quando la legge che punisce con ammenda pecuniaria chi querela ingiustamente???5stelle dove siete???non se ne può più diguesta gente che sparla e appena lo metti in rilievo ti querela,bloccando di fatto una informazione critica
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Ho appena finito di immaginare salvini da piccolo in un altro articolo e ora mi viene da immaginare quest’altro (simile) matteo da bambino, in mano ai due genitori pregiudicati.
Me lo immagino preso continuamente in giro, e riempito fino allo sfinimento di balle da suo padre e di minacce da sua madre, punito per ogni nonnulla, e senza criterio, in modo da non capire più cosa sia bene e cosa male, e schiacciato nella personalità fino a doverci riununciare, punzecchiato al solo scopo di vederlo soffrire da gruppi di parenti prima, e di coetanei poi, offeso svergognato e deriso, privato di ogni diritto e giustizia, costretto a cercare con l’inganno e le bugie quello che gli avrebbe dovuto essere garantito, e costretto ad elemosinare briciole d’attenzione facendo il clown anche quando si sentiva disperato, o mentendo a tutto spiano, prima a se stesso e poi agli altri, emotivamente abbandonato, così che ora tenta di riempire di oggetti e di potere il suo vuoto emotivo, e inascoltato nelle sue emozioni ed esigenze, zittito, e bullizzato e spaventato fino a trasformarsi ora in bullo, tradito, venduto, sacrificato, odiato …
Quello che ha ricevuto nei primi anni di vita ora lo rimette in scena a spese del prossimo.
Ma i suoi quindici minuti di notorietà sono già finiti.
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Se vogliamo trovare una chiave, anche da adulto non è stato granché amato e rispettato. Il padre che si mette a fare quelle robe mentre lui è pdc non gli vuole bene, c’è una precisa volontà di danneggiarlo. Per non vedere questa realtà ha dovuto credere che chi gli e la sbatteva in faccia lo odiava. È il suo modo per difendersi da quella verità fare tutte queste querele.
Ciò detto pagasse qualcuno che lo aiuti, sarebbero soldi ben spesi.
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Perché cercare tutte queste motivazioni psichiatriche? È, più banalmente, un prepotente menzognero che vuole comandare a tutti i costi. Cercare giustificazioni esterne significa assolverlo come “minus habens”, come malato bisognoso. Ma quale malato ! Lo sa benissimo quel che fa, perché lo fa, quali fini vuole raggiungere. E io so benissimo che il suo interesse politico non coincide col mio, anzi, lo danneggia. Non riesco ad essere Cristiano perché non arrivo ad amare il mio nemico. Chi, tra i lettori, ci riesce?
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Veramente è esattamente l’opposto, siccome a qualcuno piace capire i meccanismi che muovono l’essere umano, stiamo provando a capire le giustificazioni interne, non esterne. L’uccisione del padre è un tema caro alla letteratura e alla psicanalisi, e se ne può constatare l’efficacia anche nella politica contemporanea. Sa com’è, qualcuno come Dostoevskij ha messo al centro della sua operea e della sua vita l’uomo e i suoi mali psichici (non psichiatrici). Sul politico vale quanto ha detto Travaglio, e il perdono cristiano lo lascio a lei, io non ne so abbastanza.
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Ma davvero si pensa che “senza Giletti” la cronaca non avrebbe trattato il caso? Non credo, la trasmissione e’ manichea per quello che non chiede. Come si fa a far parlare senza nessuna domanda pertinente (o il suo contrario).
E’ una berlusconata, opino…
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Al netto delle risibili definizioni da vocabolario, la critica di Travaglio a renzi ha oramai da tempo travalicato i limiti della continenza, cui di solito i giudici tengono conto nel decidere in casi del genere. È una critica rancorosa, emotiva, forse proprio per via delle cause civili intentate da renzi. E una critica ispirata da questi sentimenti non può essere un granché attendibile o oggettiva. Per esempio, che renzi abbia le caratteristiche psicologiche del mitomane lo dice Travaglio, ma Travaglio non è un medico e non è competente rispetto a questo genere di giudizi. Ergo, sarà da vedere in tribunale, appunto, se quest’appellativo ha costituito meno “critica legittima “. P.s. Invito gli eventuali fans di Travaglio che volessero replicare ( ringhianti e con la bava alla bocca, come si confà agli standard culturali degli opinionisti da web), di stare sereni (Cit.). Non sono renziano o berlusconiano, o salviniano etc. Tutti questi.personaggi sono per me dei cialtroni, ognuno a modo loro. Lo stesso può dirsi di Travaglio, però
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