
(ANSA) – ROMA, 31 DIC – Italo Bocchino firma per Solferino un saggio, da cui si aspetta polemiche, dedicato a ‘Giorgia, la figlia del popolo’, in cui spiega ‘Perché Meloni piace agli italiani’ (18 euro, pp. 256). Il libro è in uscita il 24 febbraio.
“Lo hanno certificato le elezioni, lo confermano i sondaggi: Giorgia Meloni piace agli italiani. Perché è popolare nel senso più genuino del termine e ama il popolo a cui appartiene. Lontana dagli snobismi di una certa sinistra e nello stesso tempo ambiziosa, Meloni – più ancora di Berlusconi prima di lei – è l’incarnazione del ‘sogno italiano’: farsi da sé, arrivando al successo”, spiega la presentazione dell’editore che riassume il contenuto del libro in cui Italo Bocchino ripercorre le tappe fondamentali dell’esperienza umana e politica di Meloni, con aneddoti e retroscena, spiegando il “fenomeno del ‘melonismo’ come rivoluzione di velluto, resa possibile dalla determinazione ma anche dall’adesione ai valori e all’identità di un popolo intero”.
Illustra il linguaggio diretto, la prossemica naturale e il talento relazionale che hanno reso Meloni una leader anomala nel panorama occidentale. Arricchisce la sua analisi con interviste esclusive ai membri più importanti del ‘cerchio magico’ meloniano, compresi la sorella Arianna e l’uomo di fiducia Giovanbattista Fazzolari. Un saggio documentato e acuto, che non rifugge dalla polemica e che farà discutere.
Italo Bocchino è giornalista da trentacinque anni. È direttore editoriale del ‘Secolo d’Italia’ e opinionista televisivo a La7. È stato deputato al Parlamento per quattro legislature, dal 1996 al 2013. È appassionato di viaggi, gastronomia, musica classica e letteratura francese dell’Ottocento. Con Solferino ha pubblicato ‘Perché l’Italia è di destra’ (2024).
Ciarpame editoriale, buono per pulirsi il deretano in assenza di carta igienica.
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Qui è tutto un pullulare di commenti entusiastici (sotto al post ‘Legge di Bilancio’) 👉 https://www.facebook.com/giorgiameloni.paginaufficiale?__cft__%5B0%5D=AZaH48piZ1yAfMHDJUw190CgyXlhvx0mKZyiPf5VL4blsBOZmLoBRlRqvAieiTxi8UZ9byOWTuR5CcGIxwG5svnaN77Kc6ZVrj_x7C0mC7OET0LlrjkUR5Q_mU0i6tXTairv3rhrM56_PwZ4q_aRet9GPI1-koEGFvOShR8gUVkv2A&__tn__=-UC%2CP-R
Giorgia, l’Italia ti ama! ❤️
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hahaha
quasi un shitstorm
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Si metta in fila (con quella faccia può dire ciò che vuole):
Barbara Lezzi
Ieri alle 09:20 ·
Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, è un uomo forte del campo largo/progressista. Ascoltato dai leader, dispensa stategie e consigli dopo essersi confrontato con Prodi e Gentiloni.
Da qualche anno, l’ordine di scuderia della sinistra rivolto a cittadini e attivisti è quello che tutto dev’essere ingoiato “pur di sconfiggere la becera destra”. E, se si alza la mano per tentare di dire qualcosa di non completamente allineato ma che potrebbe scuotere un’opposizione poco incisiva, si viene investiti da insulti.
In questo clima creato ad arte per sopire le resistenze e spegnere cambi di rotta, la destra e la sinistra sono perfettamente sovrapponibili.
Le scelte, parlo di quelle che contano, quelle dirimenti e non delle chiacchiere da propaganda, sono le stesse. Il piano di riarmo europeo, la von der Leyen protetta e mantenuta al suo posto, la guerra in Ucraina. Tutto uguale tra FDI e PD. Se si esclude qualche contentino agli altri, sono questi due partiti che decidono la direzione del nostro Paese e le due leader convergono sulle stesse decisioni.
Manfredi, che evidentemente ha intenzione di correre per guidare la coalizione del campo progressista alle prossime politiche, per promuovere se stesso, ha deciso di rimarcare le somiglianze con la destra anziché allontanarsene.
Quindi, ha dichiarato al Foglio che in un suo governo vedrebbe bene Guido Crosetto, ministro della difesa in odor di conflitto d’interesse con le industrie delle armi che ha rappresentato prima del suo attuale incarico, che a parere del sindaco di Napoli “avrebbe interpretato al meglio il suo ruolo”. Andiamo bene!
E poi, secondo Manfredi, come si potrebbe mai fare a meno di Fitto e di Foti?!? Scherziamo? Mica contano i tagli draconiani a carico del Fondo sviluppo e coesione che servirebbe per gli investimenti al sud, o la vicenda dei crediti d’imposta prima promessi e poi falcidiati nella ZES unica o ancora la revisione di tutta la politica di coesione che prevede ora il “rafforzamento della difesa”! Non ha importanza che Fitto e Foti abbiano votato e per niente contestato il progetto dell’autonomia di Calderoli. Manfredi dice che hanno lavorato benissimo, s’imbarcano anche loro.
Ognuno è libero di pensare ciò che vuole ma dire ai cittadini che con questi personaggi si vuole mandare a casa Meloni, è una truffa.
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Caro Spar… si sta deliniando un accostamento alla nana se nel caso, il dissanguamento della lega, Salvini se ne uscisse dal governo.
Sono prove di accordi futuri. Vedi anche Fassino …” abbiamo un governo”!
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