Il capo della Casa Bianca, il presidente russo ed il premier israeliano sono le figure che hanno lasciato il segno più pesante sull’anno appena trascorso: tutti e tre hanno terremotato l’idea di progresso e hanno incarnato il potere assumendo connotati mistici, ultraterreni, in un modo o nell’altro. Si considerano uomini della Provvidenza, ma è un fatto che con loro l’umanità si è avvicinata all’abisso

(Gigi Riva – editorialedomani.it) – I tre cavalieri dell’Apocalisse del ventunesimo secolo, benché ne siano politicamente lontani, hanno finito per dare ragione a Karl Marx e alla sua famosa affermazione che andrebbe sempre citata per intero e non prendendo solo l’incipit e la chiusura: «La religione è il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, l’anima di condizioni prive di spirito. È l’oppio del popolo».
Quanto reale afflato fideistico abbiano Donald Trump, Benjamin Netanyahu e Vladimir Putin, i tre uomini dell’Apocalisse (intesa nel suo senso etimologico di “rivelazione” seppur criptica del divino per dare speranza all’umanità e anche nel suo significato più comune), sta racchiuso nel loro intimo. Di certo hanno usato il sacro per proporsi come strumenti di una volontà superiore, uomini della provvidenza in grado di guidare al riscatto e alla prosperità il proprio gregge.
Il creazionismo di Donald
La condotta secolare dell’auto-certificato “unto del Signore” americano non depone a favore di un cammino specchiato verso la salvezza eterna, dominata com’è da scandali sessuali, disprezzo verso il prossimo soprattutto degli umili e dei diseredati, accumulo smodato di beni materiali.
Eppure i cristiani evangelici, una potenza negli States, lo hanno riconosciuto come il loro campione, il difensore dei loro valori oltre che dei loro interessi, grazie alle crociate per la famiglia tradizionale, contro l’aborto e a sostegno dell’educazione religiosa nelle scuole. Fino al tentativo di abolire l’insegnamento della teoria evoluzionista a favore di quella creazionista.
Anche i cattolici tradizionalisti si sono accodati al pifferaio magico che, nel disorientamento di quest’epoca caotica, ha proposto loro il rifugio nei riferimenti tradizionali, la Bibbia, il Vangelo, la società arcaica pre-cultura “woke”.

Credulità popolare
Abusando della credulità popolare, Donald Trump ha trasformato l’attentato subìto nel luglio 2024, in piena campagna elettorale, nel disegno del dio che ha protetto dalle forze del male il migliore dei suoi figli. E il dettaglio del piccolo margine di un centimetro prima dell’esito fatale suona come qualcosa di simile al sacrificio di Abramo, la cui mano viene fermata dall’Angelo proprio mentre sta per il figlio Isacco. Il risultato è la massa di voti per chi propone e la felicità in terra e la felicità nella vita ultraterrena.
Similmente Benjamin Netanyahu, il premier d’Israele. Non è conosciuta una sua assidua frequentazione della sinagoga e i legami con il ramo politico del sionismo religioso hanno la valenza tattica della garanzia di sopravvivenza del suo governo. E tuttavia non esiste soluzione di continuità netta tra cielo e terra, così le agende di laici e credenti hanno finito per soprapporsi nella rivendicazione dei diritti storici del popolo ebraico sulla Palestina tutta.
Il linguaggio pubblico, soprattutto negli ultimi anni, si è arricchito di parole che fanno riferimento ai sacri testi, in nome dei quali si è sviluppato un estremismo settario e preoccupante.
La Cisgiordania viene ormai disinvoltamente chiamata “Giudea e Samaria”, la definizione biblica, sui frontespizi delle colonie nei territori occupati campeggia una frase del profeta Amos: «Torneranno i figli d’Israele nella terra dei padri per non essere più scacciati». Lo stesso esercito, un tempo garanzia di laicità, annovera nelle truppe d’élite una gran quantità di studenti delle yeshivah, le scuole dove si studiano Torah e Talmud.
Le concessioni al fanatismo di matrice soprannaturale sono state anche una concausa per cui il fronte sud del paese si è trovato impreparato al cospetto del bestiale attacco di Hamas del 7 ottobre: molte brigate erano state spostate in Cisgiordania per scortare i muratori impegnati nella costruzioni di colonie illegali da aggiungere a quelle esistenti per rendere impossibile la nascita di uno Stato dei palestinesi.

L’agente del Kgb
La trasformazione dell’agente del Kgb a Berlino Vladimir Putin in un devoto annusatore dell’incenso dei turiboli non deve poi stupire più di tanto. Si è trattato di sostituire l’ortodossia comunista, di cui era severo custode, nell’ortodossia cristiana, in omaggio al cambiamento dei tempi.
Lo zar, per non sembrare troppo ipocrita quando si inginocchia in una chiesa, ha scovato una pezza d’appoggio nel passato. Ha rivelato che la madre lo fece battezzare, lui dodicenne, tenendo il rito nascosto al padre che era un funzionario di regime.
Nella realtà, una volta asceso al Cremlino ha colto appieno il potenziale di seduzione che poteva avere sulla gente un legame solido tra il potere temporale e il potere spirituale. Trovando immediata comunità d’intenti con il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, nazionalista come tutti i pastori a capo delle chiese ortodosse che sono autocefale. Kirill ha sostenuto la guerra in Ucraina, definendola «giusta» e necessaria per contrastare la decadenza dell’Occidente. I pope battezzano i soldati in partenza per il fronte, esaltati dall’idea che «dio lo vuole».
Il tutto mentre si rafforza il mito di Mosca come Terza Roma, erede della Roma propriamente detta e di Costantinopoli, destinata a guidare l’intero mondo cristiano. Allargando i propri appetiti su quel “Russkiy Mir”, il mondo russo, dove esercitare l’influenza per i legami non solo culturali ma anche spirituali: un baluardo contro la secolarizzazione delle società, in particolare europee, corrotte dal degrado dei costumi.
Addio illuminismo
Le figure dei tre cavalieri dell’Apocalisse hanno dominato l’anno che volge al termine. Con i profili sopra descritti, c’è da chiedersi cosa ci si possa aspettare nel futuro per un pianeta che ha smarrito i principi dell’illuminismo, sui cui si è retta la modernità e grazie ai quali la ragione aveva preso il sopravvento sull’irrazionale di atteggiamenti fideistici utili a garantire per secoli la sopravvivenza al potere dei re senza Costituzione e dei papi re.
La storia sembra tornare su se stessa, con il risorgere di un fondamentalismo religioso utile per sostituire i partiti non più in grado di fornire una prospettiva nel momento in cui stanno crollando i pilastri su cui si sono rette le società novecentesche: lo sviluppo economico, la certezza che le generazioni successive sarebbero state meglio delle precedenti, il welfare, addirittura le promesse di felicità, come è scritto nella Costituzione americana.

Quanto di più simile al Paradiso in terra. Non trovando più il giardino dell’Eden sul nostro pianeta, ecco il ripiegamento nell’ impalpabile Paradiso nei cieli (anche se Galileo ci ha dimostrato che non esiste e che dio sta in noi o in nessun luogo).
Negli Anni Dieci del nuovo millennio, quelli dello scontro di civiltà, i terroristi islamisti ci apparivano come prodotti di una società arcaica e medievale che non sta alla nostra stessa ora sull’orologio della storia essendo l’Islam nato sette secoli dopo il cristianesimo e un paio di millenni dopo l’ebraismo e dunque bisognoso di più tempo per compiere il tragitto verso un’interpretazione non letterale e dunque terribile dei libri sacri.
Credevamo di essere immuni da certe tendenze assolutiste. E invece ci ritroviamo con frange di estremismo religioso intollerante nell’Occidente dei diritti e senza distinzione di credi. Succede agli ebrei e ai cristiani, cattolici o ortodossi che siano.
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Steve Hanke (https://x.com/steve_hanke/status/1992313381592916130),
professore di Economia Applicata Johns Hopkins University:
“L’importo totale di denaro immesso in Ucraina dal 2022 ammonta a circa 360 miliardi di dollari. Stimo che la corruzione rappresenti il 15-30% degli aiuti totali. Ciò significa che tra i 54 e i 108 miliardi di dollari finiscono nelle tasche dei corrotti.”
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Una delle menti più lucide che abbiamo
Poi ho cercato di immaginare questa brutta strega che entra nel palazzo per fare comunicazione, affiancata dagli zombi che guidano paesi e col codazzo di direttori di cloache mediatiche ambidestre. Musica d’ingresso appropriata.
Questa €uropa è un impero del male.
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Versione orchestrale👇
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“Stiamo per intervenire Dobbiamo intervenire”
Il Venezuela per le compagnie petrolifere americane sarà un giorno di festa perché rappresenterà più di un trilione di dollari di attività economica
Le compagnie americane possono entrare e sistemare tutti i tubi del petrolio,tutte le piattaforme petrolifere e tutto ciò che riguarda le compagnie petrolifere venezuelane o tutto il resto”
Deputata repubblicana María Salazar sul Venezuela
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Altro contributo che reputo meritevole di attenzione 👇
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Sei un cialtr0ne putiniano!
Ricordati sventurato, cosa disse LEOLASCUREGGIA-70 dall’alto del suo Zeppelin rosa!
Il petrolio Venezuelano fa CAGARE, ci puoi fare solo l’asfalto e il colore per i capelli di Berlusconi!
Gli ameri-cani entreranno in Venezuela solo per fermare la droca e confiscare la fr3gna, del lago di Maracaibo non sanno che farsene!
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per non parlare dei bar di Maracaibo, li vogliono confiscare tutti, troppa concorrenza dal Rum venezuelano.
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Primo ,secondo e terzo come alle premiazioni olimpioniche . Beh la classifica è però un tantinello arbitraria fuorviata da interessi di bottega non dichiarabili . Per esempio, Biden,Obama, i Clinton potrebbero fare ricorso alla giuria per palese ingiustizia.
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Ehi, senti ‘sti ragazzi: sono bravini!
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Solo perché la violinista ha le sise grosse? 😀
A proposito, come è che non commenti mai su Di Maio?
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Mosca: “Piano di Kiev radicalmente diverso da quello che negoziamo con Usa”
Il piano di pace reso pubblico da Volodymyr Zelensky “differisce radicalmente” da quello che Mosca sta negoziando nelle ultime settimane con Washington. E’ quanto ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Riabkov, riferendosi al piano in 20 punti di Kiev.
“Sappiamo che questo piano, se questo può essere chiamato piano, differisce radicalmente con quello di 27 punti a cui stiamo lavorando con la parte americana nelle ultime settimane, dall’inizio di dicembre”, ha detto in un’intervista alla televisione statale russa. “Senza una soluzione adeguata ai problemi che sono la fonte principale di questa crisi non sarà possibile arrivare ad un accordo finale”, ha detto ancora il vice ministro russo, sottolineando anche che “le tempistiche artificiali” non favoriscono l’accordo.
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Giuseppi siamo alla fine, Giuseppi siamo alle soglie, mi piace la tua moglie, e non ne posso più:
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