Dopo una notte complicata, nella maggioranza la tensione resta alta. Lunedì 22 la discussione generale, seguirà il voto. Martedì le dichiarazioni la fiducia in diretta tv

Oro, armi, Tobin tax e piccoli pacchi. Tutti gli emendamenti approvati in Commissione al Senato

(di Emma Bonotti – repubblica.it) – Dall’oro al contributo per le paritarie al buono scuola, passando per il sostegno all’industria della difesa e i tagli al piano Casa. Si allunga la lista di emendamenti che ottengono il via libera dalla commissione Bilancio del Senato. Dopo una notte complicata, nella maggioranza la tensione resta alta.

Restano da sciogliere il nodo delle risorse per l’editoria: nella nuova bozza trovano spazio anche 60 milioni per il 2026, senza penalizzare le tv locali. Sul tavolo anche l’emendamento del governo arrivato stamattina che stralcia i temi della previdenza, i rifinanziamenti di Zes e Transizione

Passa l’emendamento su armi e difesa

Tra i primi a ottenere l’ok della Commissione è l’emendamento a favore della difesa, che prevede l’individuazione di aree, opere e progetti infrastrutturali per “l’ampiamento, conversione, gestione e sviluppo delle capacità industriali della difesa”. L’obiettivo, recita il testo, è “tutelare gli interessi essenziali della sicurezza dello Stato e di rafforzare le capacità industriali della difesa riferite alla produzione e al commercio di armi, di materiale bellico e sistemi d’arma”.

Secondo quanto ricostruisce Radiocor, la misura punterebbe a interventi per l’ampliamento e l’adeguamento di alcune basi militari esistenti funzionali ad alcuni programmi di interesse strategico per la difesa: esempi di questi interventi potranno riguardare le aree per prove e test dei nuovi carri armati e mezzi di fanteria prodotti da Leonardo-Rheinmetall o la pista di addestramento degli F-35 nella base di Trapani-Birgi.

Passa l’emendamento sull’oro

Via libera in commissione Bilancio al Senato all’emendamento sull’oro. Il testo, così come riformulato dal governo, sancisce che le riserve auree della Banca d’Italia appartengono al popolo italiano. L’emendamento riformula la proposta di Fratelli d’Italia, inserendo il riferimento al trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

Da gennaio al via Tobin tax e la tassa sui piccoli pacchi

Da gennaio scatterà poi il raddoppio (dallo 0,2% allo 0,4%) della Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Arriverà anche una nuova tassa di 2 euro sui piccoli pacchi in arrivo dai paesi extra Ue e di valore fino a 150 euro.

Inoltre, per i contratti assicurativi stipulati dall’anno nuovo sale al 12,5% l’aliquota sulla polizza Rc auto per gli infortuni del conducente e di rischio di assistenza stradale.

Agli studenti delle paritarie fino a 1.500 euro

Nel 2026 arriverà anche un sostegno alle paritarie. Si tratta di un contributo fino a 1.500 euro per le famiglie con Isee entro i 30mila euro. Un buono scuola che riguarda gli studenti che frequentano una scuola paritaria secondaria di I grado o il primo biennio di una scuola paritaria di II grado. Vale a dire le medie o il primo biennio delle superiori.

La misura sarà determinata secondo scaglioni inversamente proporzionali al reddito Isee e ha un tetto di spesa di 20 milioni di euro per il prossimo anno. Servirà un decreto del ministro dell’Istruzione, di concerto con il ministro dell’Economia, per fissare i criteri nel dettaglio “tenuto conto delle somme riconosciute” per lo stesso obiettivo dalle Regioni.

Sì alle norme sulle banche, tagliata la tassa sui dividendi

Ottengono il sì della commissione anche gli emendamenti su banche, affitti brevi e dividendi. Nel dettaglio, agli istituti di credito vengono chiesti 605 milioni in più per i prossimi due anni, con una riduzione della deducibilità sulle perdite, mentre l’aumento dell’Irap – l’imposta sulle attività produttive – resta al 2%.

Quanto alle cedole, viene drasticamente ridotto rispetto al testo varato in Cdm l’introito della tassazione dei dividendi sulle holding, passando da 736 a 35 milioni per il prossimo anno, limitando il regime dell’esclusione alle società controllate superiori al 5% o di importo superiore a 500mila euro.

Gli affitti brevi e gli altri emendamenti

Cambia anche l’aliquota sugli affitti brevi con finalità turistica: oltre i due immobili diventa reddito di imposta: sulla prima casa resta al 21%, sulla seconda al 26%.

C’è il via libera anche sulla riformulazione della norma sui pagamenti da parte della pubblica amministrazione ai professionisti, con alcuni ‘paletti’ in caso di irregolarità fiscale, come anche sull’emendamento che permette alle aziende agricole in difficoltà di aderire alla rateizzazione per il pagamento delle multe delle quote latte.

Meno fondi per il piano Casa

Saltano i 150 milioni di euro attesi in manovra per il piano Casa nel 2026. Secondo una riformulazione del governo alla manovra presentata in commissione Bilancio, si autorizza una spesa di 50 milioni nel 2027 e altri 50 nel 2028, contro i 150 milioni previsti nel 2026 e altrettanti nell’anno successivo previsti nella prima versione della modifica. Secondo quanto riporta Adnkronos, lo stanziamento per il prossimo anno andrebbe sul nuovo decreto da varare entro fine 2025.

Ritirata la riformulazione dell’emendamento che rintroduceva il condono del 2003 per sanare tutte le tipologie di illecito previste (dalle opere realizzate in assenza o difformità di titolo abitativo alle opere di manutenzione straordinaria, compresi restauri), con poche eccezioni.

Dopo le pensioni, saltano le norme su Tfr e assicurazioni

Oltre alla stretta sulle pensioni, stralciata nella notte nella sua interezza, dall’emendamento del governo alla manovra saltano anche le norme sul Tfr per i nuovi assunti. La misura – contenuta nella prima versione della proposta di modifica a firma dell’esecutivo – prevedeva l’adesione automatica alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione.

Salta il nuovo contributo di 1,3 miliardi chiesto alle assicurazioni. La misura non è contenuta infatti nel maxi emendamento presentato questa mattina dal governo. La norma introduceva un meccanismo che prevedeva il versamento a titolo di acconto pari all’85% del contributo sul premio delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti dovuto per l’anno precedente.