ScenaTeatro presenta
“Traccia di Mamma”
a Palazzo Marone a Monte San Giacomo (Salerno)
Sabato 20 dicembre 2025 ore 21 | Ingresso Libero
Il Sindaco Angela D’Alto: “La drammaturgia di Antonello De Rosa ci offre una riflessione sulla contemporaneità. Qualità per un’offerta culturale e artistica resa fruibile per il nostro territorio”

Ancora una grande produzione targata Scena Teatro Management, in scena questo week end, sabato 20 dicembre 2025 alle ore 21 a Palazzo Marone a Monte San Giacomo (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni in provincia di Salerno), con lo spettacolo cult “Traccia di Mamma” scritto diretto ed interpretato da Antonello De Rosa. Il teatro diventa occasione di scoperta delle aree interne della Campania e delle bellezze del Vallo Di Diano, attraverso un itinerario artistico che si muove sul filo della cultura.
Prosegue, così, la rassegna di drammaturgia contemporanea “Ditirambi Valdianesi”, diretta dal Maestro Antonello Mercurio, inserita nella più ampia progettualità sovracomunale “Custodi del Tempo Fest – Borghi e Tradizioni del Vallo di Diano” – che vede come capofila il Comune di Monte San Giacomo – con l’obiettivo di valorizzare il grande patrimonio culturale del territorio, snodandosi tra musica, teatro, itinerari religiosi e turistici.
«Abbiamo deciso di aprire la rassegna itinerante “Custodi del Tempo Fest” a Monte San Giacomo con questo spettacolo di Scena Teatro perché la drammaturgia di Antonello De Rosa e della sua compagnia è molto apprezzata nel Vallo Di Diano – esordisce il Sindaco Angela D’Alto – Abbiamo deciso di proporre, per le festività di Natale un’offerta culturale e musicale ampia per incontrare i gusti di un pubblico variegato, offrendo momenti di svago, ma anche di riflessione su temi più importanti. Il teatro, con il suo impatto emozionale e profondo riesce a scuotere le coscienze. L’idea creativa che sottende la progettualità, condivisa con gli amministratori dei Comuni coinvolti e con il direttore Antonello Mercurio, è la scelta qualitativa: abbiamo selezionato il meglio dell’offerta culturale e artistica per condividerla e renderla fruibile al nostro territorio».
La cultura diventa, quindi, veicolo di promozione culturale. «Siamo molto orgogliosi di portare la nostra arte nel Vallo di Diano, in un percorso di valorizzazione della grande eredità culturale delle aree più interne della Campania, tra borghi storici, tradizioni, identità e natura. Siamo orgogliosi della collaborazione con Ditirambi Valdianesi, che ci permette di sperimentare attraverso la cultura.
e ringraziamo la sindaca Angela D’Alto per averci voluti fortemente. Il teatro è un presidio essenziale anche nella formazione delle giovani generazioni. Teatro di parole, di impegno civile, di entertainment, che ha la funzione di far pensare e di riattivare le menti ormai assopite dall’immediatezza dei social e da ciò che ci circonda. Non siamo più predisposti al pensiero, mentre il teatro ci obbliga al pensiero. È questa la missione di Scena Teatro», sottolineano Antonello De Rosa, regista, attore e fondatore di Scena Teatro, e Pasquale Petrosino, Direttore Organizzativo.
Antonello De Rosa torna ad indagare l’essere umano. “Traccia di Mamma” racconta il lento e implacabile tormento di una donna smarrita nel labirinto della sua mente offuscata. Una donna alla deriva, schiacciata dalla follia e dalla memoria, da ricordi spesso abbaglianti, dal dolore di una perdita assurda e maledetta, affaticata da un ruolo e da una vocazione, da un’allucinazione che crede vera e reale e in cui continuamente si perde.
«Le mie donne si consumano in silenzio, carnefici e vittime, luce e oscurità, trascinandosi per strade strette e buie e malinconicamente lunghe, senza orizzonti, ignorando l’alba, i tramonti, il mare – sottolinea il regista Antonello De Rosa – In una scenografia essenziale, attraverso un sapiente gioco di luci, prende vita la parola, assaporata e restituita con forza nuova, rivissuta nella sua brutale dolcezza e nella sua morbida crudezza».
E si odono le voci di donne, di una donna che incarna tutte le altre, nelle righe sofferte di solo due dei quattro monologhi previsti: mischiate, confuse, immerse in una rete di simboli e segni, che diventano un vero e proprio collante tra l’immagine e la parola, tra il gesto e il senso.
Una pazza che crede di essere la Madonna, una donna sola che trova nel telefono l’unica salvezza e una madre che scopre con orrore la gravidanza della figlia. La follia che spinge la donna in una tunica che è una camicia di forza e in una camicia di forza che è una tunica, tra lo sfavillio dei paramenti sacri, è senz’altro scandalosa, ma ciò che rende inquietante questa figura è la sua inossidabile ostilità all’ipocrisia. La vicenda si gioca tutta sulla trama delle affinità e dei contrasti: la maternità di Adriana e quella della pazza del manicomio nascono da un’insaziabile e avida fame d’amore, ma vengono rifiutate e calpestate da chi vive la religione come superstizione stancamente reiterata; la donna che ripudia sua figlia, al punto da imporle il suicidio, rivela con inaudita ferocia il lato oscuro dell’essere madre, l’incapacità di perdonare, agli altri e a se stessi.
Non resta che un groviglio inestricabile di rabbia sacrilega e follia irriverente, su cui domina implacabile l’immagine di una Madonna-Bambola, cui spetta l’ingrato compito di farsi adorare da un’umanità che fa scempio dell’amore.
La maternità, l’amore, la follia, gli stereotipi, la salute mentale, l’equilibrio complesso dell’essere umano di trovare un senso alla realtà emergono con forza nel lavoro di Antonello De Rosa.
Un teatro dal risvolto psicologico, con una performance intensa e una drammaturgia densa, che cattura lo spettatore, lo avvolge e lo destruttura, aprendo nuovi orizzonti e stimolando a riappropriarsi del suo sentire, contro l’omologazione e la massificazione dei sentimenti di un’umanità sospesa. Teatro di parola, di impegno civile, di denuncia sociale contro l’indifferenza.
UFFICIO STAMPA & COMUNICAZIONE
Barbara Landi
Giornalista | Head of Communication | Digital Strategist