
(di MICHELE SERRA – repubblica.it) – L’idea che ogni utopia, ogni progetto di “mondo perfetto” finisca per generare mostri, trova conferma nella parabola del neocapitalismo digitale. Fiorito quarant’anni fa nei garage della California dalle dita di ventenni e trentenni, studenti di informatica o ingegneri elettronici (un umanista, in quei paraggi, non lo trovi neanche morto) che immaginavano, grazie alla tecnologia, un mondo de-istituzionalizzato, autogestito, gratuito, una specie di “uno vale uno” ben prima della triste parodia involontaria che ne fecero Casaleggio e Grillo, ha poi generato forse il più grande oligopolio mai visto al mondo, distrutto lavoro, ammucchiato montagne di miliardi in poche mani e ingigantito a dismisura il ruolo della speculazione finanziaria.
Ora pare che un tizio diventato ricco con le criptovalute, tale Jannsens, con la benedizione del fondatore di Pay pal e del ceo di Open AI, voglia fondare un vero e proprio “network state”: una neo-nazione, eretta su terreni caraibici (il clima conta) e munita di leggi proprie e sistema giudiziario proprio. Alla luce dello stato confusionale in cui versano le nazioni classiche, ci sarebbe da dire: però, interessante. Stiamo a vedere che cosa hanno in mente di fare questi signori.
C’è un piccolo particolare. Destiny (così si chiamerà) avrà una soglia di accesso irraggiungibile dalla gente comune. Solo i ricchi e ricchissimi potranno permettersi questo esodo trionfale dei pochi che abbandonano i molti alla loro mediocrità. Il comunismo fu il tentativo, spesso violento, di piallare le differenze. Il neocapitalismo è il contrario: salvarsi in pochi, lasciare che le moltitudini anneghino mentre l’Arca dei Ricchi salpa verso il futuro.
E’ quello che piace ai pidioti, ormai da anni partito d’elite. Dunque Serra di che ti lamenti?
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I Bitcoin sono l’ ennesimo prodotto del sistema finanziario capitalista . I prodotti derivati ,per esempio, sono figli degli stessi genitori : non producono niente essendo una scommessa in cui vince quasi sempre il banco . Si può detestare Trump quando si vuole ma lui ha capito che il sistema è arrivato al capolinea perciò ha intrapreso iniziative tese a riportare a casa sua la produzione di beni concreti . Da noi invece su è rimasti alla globalizzazione bideniana , si cercano capri espiatori promettendo guerre a nemici fantasmagorici e tagliandi i ponti con chi potrebbe salvarci.
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I pirati nei Caraibi avevano una Tortuga con le relative leggi o ,meglio, consuetudini e oggi c’è una Tortuga in ogni parte del mondo (Delaware, Monaco, San Marino, Liechtenstein, Andorra, Cayman, Barbados, Olanda, Irlanda, la City di Londra e tante altre ancora), quindi se i pirati della finanza se ne fanno un’altra ancora proprio nei mari tropicali non c’è niente di nuovo da rimarcare se non ampliarne l’elenco, mentre Serra non fa altro che allungare il brodo della sua retorica stantia anti movimento con quello che capita, per sopravvivere da lungodegente nel suo confortevole cronicario giornalistico, attualmente posseduto da un noto pirata italoamericano.
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Ma poi avete capito con quale metodo impedirebbero l’accesso ai poveracci?
Quale sarebbe l’esclusiva chiave d’accesso per “Destiny”?
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