(di MICHELE SERRA – repubblica.it) – Vi prego, nel caso vi fosse sfuggito, di leggere il post che il presidente degli Stati Uniti ha dedicato al regista Bob Reiner e sua moglie Michelle, uccisi, pare, durante una lite familiare con un figlio. Trump attribuisce la morte di Reiner “alla rabbia che aveva suscitato negli altri a causa della sua grave afflizione”, che sarebbe detestare lo stesso Trump. “La sua paranoia aveva raggiunto livelli inauditi mentre l’amministrazione Trump superava ogni obiettivo e aspettativa di grandezza”. Cioè: è morto perché mi odiava, dice il presidente. Perché rifiutava di prendere atto che io sono il migliore, il più bravo, il più forte.

Va bene che ci si abitua a tutto: ma vi rendete conto del livello? A parte uno che, ininterrottamente, si loda da solo (j’asu d’Cavour je gniun ca i lauda, as lauda da lur: gli asini di Cavour nessuno li loda e si lodano da soli, saggezza popolare piemontese). A parte questo, dicevo, come fa il capo di un Paese a essere così stupido, così vanesio, da ricondurre a se stesso una tragedia che non lo riguarda affatto? Come hanno potuto saltare, una dopo l’altra, tutte quelle inibizioni che, per esempio, impediscono di strillare “io sono il più bravo!” in pubblico, e almeno di fronte alla morte suggeriscono silenzio e rispetto? Quale mostruosa deviazione della storia ha portato uno come Trump a governare gli Stati Uniti? Credetemi: non sto parlando di politica. Sto parlando di uno sprofondo umano che mette spavento, e anche un certo disgusto.

Quanto alla politica, volesse riacquistare peso e significato, in America come in Italia dovrebbe ripartire proprio da questo: dall’umanità, dalla gentilezza, dall’umiltà degli atti e delle parole. Vergognoso non è solamente affamare i poveri, o speculare sulla guerra. Vergognoso è anche usare il potere per pura vanità, e volontà di sopraffazione.