
(di Milena Gabanelli e Mara Gergolet – corriere.it) – Se l’Europa ha deciso così lentamente sull’Ucraina e su Gaza, o non ha deciso affatto, è perché chiunque dei 27 può dire «dissento», mettendo il veto. E bloccare completamente i lavori. Tanto più ora che ad Est si allargano i Paesi filorussi. È il meccanismo dell’unanimità. Nato con intenti nobili, per garantire i singoli Paesi che «nulla sarà fatto contro di voi», è stato poi sostituito in tanti settori dal voto a maggioranza qualificata. Si applica però ancora in politica estera e di sicurezza; adesione alla Ue; fisco; finanze comunitarie; cittadinanza. E su temi minori. Ma per capire l’impatto e il potere dell’unanimità — o del veto — è utile focalizzarsi sugli anni della guerra in Ucraina.
Ungheria, il serial player del veto
Non esiste un registro ufficiale dei veti europei. Tuttavia, Eu Veto Tracker di Michael Ovádek li cataloga dal 2011 in base a notizie verificate. Da allora ce ne sono stati 46. L’Ungheria è la più attiva: 19 in totale. Con una vera accelerazione dopo l’invasione russa dell’Ucraina: tra il 2022 e il 2025 per ben 12 volte il premier Orbán ha tenuto tutti in scacco. Vediamone i veti più dirimenti.
Maggio 2022: Budapest blocca l’embargo al petrolio russo; per levarlo, otterrà l’esenzione per l’oleodotto Druzhba.
Dicembre 2022: veto ungherese sui 18 miliardi di aiuti macro-finanziari a Kiev; viene tolto dopo un compromesso sui fondi Ue bloccati a Budapest.
Novembre/dicembre 2023: veto sull’Ukraine Facility da 50 miliardi; si parla apertamente di ricatto in cambio dello sblocco dei fondi di coesione; Orbán cede nel febbraio 2024.
2024: blocco o minaccia di veto sul riutilizzo dei profitti dagli asset russi; ispirerà soluzioni alternative ai funzionari Ue per neutralizzarlo.
Gennaio 2025: bloccata la censura alla Bielorussia per violazione dei diritti umani.
Marzo 2025: nuovo veto sugli aiuti all’Ucraina.
Giugno 2025: blocco con la Slovacchia del 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia.
Settembre 2025: stop all’avvio dei negoziati con Kiev per l’ingresso nella Ue.
Dicembre 2025: nella partita per usare gli asset russi fermi in Belgio, Orbán ha già fatto sapere che – dovessero essere garantiti con gli Eurobond — lo impedirà con il veto.
L’alleato slovacco
Dall’autunno 2023 Orbán ha un nuovo alleato: il filorusso Robert Fico che ha vinto le elezioni in Slovacchia. Ora i veti si combinano: la Slovacchia ha affiancato l’Ungheria due volte nei «no» alla Ue. Come scrive il think tank tedesco SWP, siamo di fronte a una vera e propria «strategia del veto», a cui l’Ungheria ricorre in modo seriale e dove la Slovacchia è il junior partner. Ma è importante comprendere il meccanismo: il veto talvolta viene tolto per ottenere il via libera ai fondi di coesione, che l’Europa blocca perché Budapest viola lo Stato di diritto (attualmente, sono fermi 18 miliardi). Altre volte per incassare vantaggi politici e economici da rivendersi in casa. Si tratta insomma di una «contrattazione istituzionale» — Stato di diritto contro deroghe nazionali —, imperniata su un ostruzionismo strutturale. In parole povere, non è altro che uno strumento di ricatto che va a vantaggio dell’aggressore russo.
I veti degli altri
Dal 2011, sono 15 i Paesi che hanno fatto il ricorso al veto. Fece clamore nel 2018 il veto alla condanna del trasferimento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme, da parte di Repubblica Ceca, Romania e Ungheria. Ma anticipò divisioni future.
Nel 2020 Cipro si oppose alle sanzioni al regime bielorusso (finché non ottenne un segnale anti-Turchia). Nel 2017 la Grecia affossò una censura alla Cina sui diritti umani: voleva difendere le proprie relazioni economiche con Pechino. La logica di fondo mostra come spesso i «no» si usano a vantaggio di avversari europei come Russia e Cina. Per essere poi tolti di fronte di incentivi economici.
Interessante il caso polacco. In passato, Varsavia è stato il secondo utilizzatore di veti dopo l’Ungheria (7 contro 19). Con l’arrivo del premier europeista Donald Tusk nel 2022, la Polonia è diventata un partner affidabile a Bruxelles. Inoltre, vista la propria storia di invasioni e il diffuso sentimento antirusso, è una naturale sostenitrice di Kiev. Sperando che il presidente sovranista Karol Nawrocki, eletto a giugno, non scombini le carte. Però nell’Est europeo — dove le forze sovraniste e anti-Ue sono state sia sconfitte (Polonia) che capaci di risorgere (Slovacchia) —, con democrazie più mobili che nell’Ungheria orbaniana, un nuovo governo può radicalmente cambiare i giochi a Bruxelles. Come si comporterà Andrej Babis, il miliardario anti-euro populista filorusso, appena nominato premier ceco? Finora Praga è stata un forte e creativo alleato di Kiev: ha perfino guidato una cordata in grado di procurare un milione di munizioni, quando l’Ucraina restò quasi a secco. Con Babis è alta la probabilità che la Repubblica ceca faccia fronte comune con Ungheria e Slovacchia. Parliamo di 3 Paesi che in totale sommano poco più di 25 milioni di abitanti, ma in grado di mettere in fuori gioco la Ue su molti fronti.
I più grandi profittatori
Gli utilizzatori seriali del veto sono tra i maggiori beneficiari del trasferimento dei fondi della Ue. L’Ungheria ha ricevuto dalla Ue tra il 2004-2023 la bellezza di 68 miliardi di euro netti, che secondo le stime della Commissione hanno fatto crescere il Pil quasi del 2% all’anno. Inoltre, nel periodo 2021-27 le sono destinati 21,7 miliardi di fondi di coesione e 5,8 di sovvenzioni. Il tutto, ovviamente senza contare l’effetto traino sull’economia.
In rapporto alla popolazione la Slovacchia è il secondo maggior «beneficiario netto» dell’Unione: ha ottenuto 24 miliardi netti tra il 2004 e il 2023, con un impatto, si stima, sul Pil del 3% annuo. La Repubblica ceca (2004-2024) ha incassato un trilione di corone, ossia 40 miliardi di euro. La Polonia, che ha ottenuto un trasferimento per 250 miliardi, ha un saldo netto negli stessi vent’anni di 162 miliardi.
Gli investimenti hanno indubbiamente permesso il «catch-up» con il resto d’Europa, cioè di avvicinarsi al tenore di vita mediano nella Ue. L’Ungheria è passata dal 63% del 2004 al 74% attuale; la Slovacchia dal 50% al 68% del 2022; la Repubblica ceca dal 75% al 91%; la Polonia dal 51% all’80% del 2023. Ovviamente, il buon uso dei soldi ha fatto la differenza. Se oggi si parla di un miracolo economico polacco, se gli stipendi crescono più che in qualsiasi altro Paese Ue, se si è rovesciato perfino il saldo immigratorio — e per la prima volta più polacchi rientrano dalla Germania di quanti vi emigrino — la Polonia lo deve alla riuscita integrazione europea.
L’oligarca ungherese
Il 90% della spesa pubblica in Ungheria è fatta con fondi Ue: vuol dire che Orbán può usare la spesa nazionale per indirizzare le politiche a cui tiene di più. Non solo. La peculiarità ungherese (e in parte slovacca) è l’uso «oligarchico» di questi soldi. Una parte consistente è gestita da amici imprenditori di Orban, come il genero István Tiborcz, l’«elettricista» che ha vinto gli appalti per i lampioni pubblici, o Lőrinc Mészáros, l’idraulico diventato l’uomo più ricco d’Ungheria.
Si è scritto molto, anni fa, della costruzione della Puskas Arena a Felcsút, nel villaggio natale di Orbán — affidata al fido Mészáros. Uno stadio per omaggiare l’amore del leader per il pallone: ha 4 mila posti, sebbene il suo villaggio conti 2mila abitanti. Nel costo è compreso un trenino dalla vicina valle di Vál, che nei primi 17 giorni — quando ci salì il giornalista del Guardian — non aveva trasportato neppure un passeggero.
Italia si, Italia no
In una certa misura, nessuno rinuncia al veto. Per l’Italia, l’hanno agitato governi di centro-sinistra e centro-destra: Berlusconi, Renzi (sui migranti) e Conte, che lo ventilò la notte della trattativa sul Pnrr, in cui poi arrivarono 194 miliardi. Però l’Italia è stata sempre tra i Paesi che ne chiedono il superamento. Nel 2023 venne anche istituito un club informale degli amici del voto a maggioranza (Italia, Germania, Francia, Spagna, Belgio, Finlandia, Olanda, Slovenia). E la fine dell’unanimità è un cavallo di battaglia delle famiglie politiche europeiste da anni: da quando l’allargamento ha reso più farraginoso il funzionamento della Ue. Ed è stato invocato da tutti i Presidenti della Repubblica italiana e dai suoi presidenti del Consiglio. Draghi lo ritiene propedeutico alla sua agenda.
Però il 24 ottobre scorso, questo indirizzo è cambiato. Giorgia Meloni dice in Parlamento: «Non sono favorevole ad allargare il voto a maggioranza, in luogo dell’unanimità, all’interno delle istituzioni europee». Aggiungendo che «certo sarebbe utile per l’Ucraina, ma su molti altri temi le posizioni della maggioranza potrebbero essere distanti dalle nostre e dai nostri interessi nazionali, che è mia priorità difendere».
E spiazza il ministro degli Esteri Tajani, vicepresidente del Ppe, che a botta calda dichiara: «Penso invece che si debba fare qualche passo in avanti», poi però in un’audizione alla Camera il 9 novembre si corregge e lo definisce «non all’ordine del giorno». In una recente intervista al Corriere è tornato a invocare la necessità di passare a maggioranza in molti ambiti; ma in tutta risposta FdI ha ribadito la posizione della premier. Un cambiamento significativo, perché allontana l’Italia (Paese fondatore) dal gruppo di Paesi che vogliono superare il meccanismo dell’unanimità per dare alla Ue più forza e rapidità d’azione, e la colloca su posizioni più vicine al campo sovranista.
Superare lo stallo
Sui fondi russi congelati in Belgio si decide il 18 dicembre. Sappiamo che Ungheria e Slovacchia sono contrarie ad un utilizzo in favore dell’Ucraina, ma il testo è costruito in modo che alcune soluzioni (ma non tutte) permettano di evitare il veto. Si deve in ogni caso superare l’opposizione del Belgio, che detiene gli asset. Ma allora – aldilà delle soluzioni sul tavolo per i beni russi, che è anche una partita finanziaria – quali strumenti ci sono per una politica estera comune, per superare l’unanimità? Pronti già oggi?
1. La «passerella». Mai usata finora, ma prevista dal trattato di Lisbona. In casi limitati consente al Consiglio europeo di decidere a maggioranza, purché prima vi abbia acconsentito all’unanimità. Una scappatoia che permette ad uno o più Paesi di chiamarsi fuori senza bloccare gli altri.
2. L’astensione costruttiva. Fino a un terzo dei Paesi si astiene (e viene esentato dall’impegno), permettendo agli altri di agire.
3. Le cooperazioni rafforzate. Consentono a un gruppo di Paesi di portarsi avanti in alcuni settori, cooperando volontariamente tra loro. Se attuata, può essere un game changer.
In prospettiva potrebbero permettere di costruire un primo, più stretto nucleo della difesa. Magari sul modello dei volenterosi per l’Ucraina. Che resta — è importante notarlo – un’iniziativa fra governi, dove un ruolo guida ce l’ha la Gran Bretagna (che è fuori dalla Ue) insieme a Francia, Germania e Polonia. Eppure, dopo la pubblicazione del documento sulla Strategia di Sicurezza Nazionale Usa che semplicemente liquida l’Europa o la battezza come l’avversario, in molti Paesi cresce il senso di urgenza, una maggiore volontà di autonomia strategica. In Germania, storica alleata degli Usa, si parla di «seconda svolta epocale», dopo il distacco dalla Russia.
Ci sono poi i precedenti storici. L’Europa ha sempre agito allargando piccoli nuclei. Quando si è deciso di adottare l’euro, erano in 12 Paesi, oggi sono diventati 20. Sull’abolizione delle frontiere (Schengen) erano d’accordo in cinque, ora si è estesa a 29, ed è entrato anche chi sta fuori dalla Ue, ovvero Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Ed è quello che si sta provando a fare con la difesa europea. L’Ucraina insegna: tenere il diritto di veto su tutta la politica estera permette a chi rema contro, e incassa fondi come da un bancomat, di fermare l’azione di tutti.
dataroom@corriere.it
a volte la Gaba, sembra più reazionaria degli stessi reazionari.
Le regole di adesione dell’UE sono queste, se volete cambiarle dovete cambiare le regole di adesione e rifondare la UE. Tutto il resto è antidemocratico.
Chi ha voluto che paesi difformi per storia e cultura aderissero alla UE?
Ora o ve li tenete o li espellete o abolite questa UE, fare gli azzeccagarbugli porta solo guai.
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il
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il problema infatti è quello, l’ UE dentro ha troppa roba. Dai vari paradisi fiscali tipo Olanda e Irlanda, a paesi dove il rispetto dei diritti civili e il costo del lavoro è enormenente Più basso , Polonia inclusa nonostante la crescita. Questa unione non ha senso, siamo una unione monetaria e poco più, troppe materie rilevanti appartengono ancora alla sovranità nazionale. L’ UE sarà importante quando diventerà quella che volevano i padri fondatori, ossia qualcosa di simile agli Usa o all’ india. Così è solo un leviatano lento, pesante e soggetto ad isterie.
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La crisi della stampa e il ruolo del giornalista in Italia spiegati in una sola immagine.
https://t.me/giuseppemasala/71699
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Che il veto debba essere “superato” è fuori discussione…..!!! Vorrei focalizzarmi un attimo su un altrettanto importantissimo aspetto: la ricostruzione in Ucraina. Ieri sera vedendo, come abitualmente facciamo in famiglia, la puntata di Report siamo rimasti semplicemente allibiti. Il Governo (Meloni, Giuli, Tajani…) e l’ Unesco (una Signora Italiana di cui non ricordiamo il nome) sulla ricostruzione della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa….hanno fatto una sesquipedale “figuraccia” e compiuto una incomprensibile “leggerezza”….: ma è mai possibile che vengano affidati “vagonate di soldi pubblici” per la ricostruzione a personaggi, oltre a l’ ex Sindaco TruKhanov , oggi ai domiciliari con braccialetto elettronico ed un italiano residente in Odessa, alquanto entrambi , diciamo, dal curriculum non proprio specchiatissimo….???? Finche’ questo Paese non verra’ governato da un “monocolore grillino” di “strada” ne faremo molto poca….!!! Mi rendo perfettamente conto che sia piu’ probabile che la mia Sampdoria “risalga” in Serie A, vincendo alla grande il campionato di serie B, gia’ da quest’ anno che il M5S, grazie al significativo abbattimento dell’ astensionismo, possa governare da solo…!!! qualche volta i sogni si realizzano, ma raramente accade per caso….Sursum corda
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Il caso che tu riporti, quello di affidare somme importanti a figure dubbie è solo uno dei tanti.
Il magna magna estero su estero non è una novità, così come non lo è quello domestico.
A proposito di “governi monocolore”, ti ricordo il caso di Domenico Arcuri e delle mascherine covid pagate uno sproposito.
Ti ricordo che Arcuri è sato assolto PERCHE’ IL FATTO NON E’ PIU’ PREVISTO DALLA LEGGE COME REATO.
Quindi non è stata una assoluzione nel merito, ma una estinzione per normativa.
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Nulla cosmico 70 dovresti pulirti la bocca prima di parlare di Arcuri. Fare tredici alla schedina il lunedì sono tutti capaci. Tu dovresti raccontarci del generale Figliuolo.
dopo è facilissimo dire : le mascherine pagate uno sproposito, quale era la soluzione: arrivare per primi o mediare o temporeggiare mentre la gente moriva? Prima la salute e ben vengano vaccini in eccesso, mascherine in eccesso, pagate anche più…tu sei veramente un fenomeno. Come mai la mitica Lombardia, l’eccellenza mondiale della sanità ha avuto il record mondiale di morti!!! Nulla da dire al presidente Fontana? Anzi lo rieleggiamo? Stai sul generico e chatta con santo Loquasto, un consiglio gratuito …
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@ lionheart70 io ho semplicemente espresso “un’ opinione” su di una inchiesta di Report chiamata “Odessa Connection” andata in onda ieri sera…!!! Se vogliamo parlare di Domenico Arcuri….bene…sono pronto…e ben documentato…: il Commissario Arcuri aveva svolto un ruolo molto complesso in una delle fasi piu’ difficili che il nostro Paese abbia mai avuto..dal dopoguerra…fatta questa doverosa premessa,,,, mi consenta ricordarle che la sentenza di “assoluzione” che è arrivata molto ma molto in ritardo rispetto alla richiesta dell’ “abbreviato”, chiesta dal Suo avvocato il 15 settembre 2023, per ottenere subito l’ assoluzione nel merito….!!!!! Infatti a causa di incredibili rinvii….il dibattito è iniziato nell’ aprile del 2024 senza che il Suo avvocato….chiedesse….tenga ben presente questo aspetto esimio Signore lionheart70…..chiedesse ed invocasse una “legge salvifica”…..convinto come era ed è della Sua totale innocenza,,,,,!!!
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No lei è andato oltre il caso “Odessa Connection”
Con questa frase
Finche’ questo Paese non verra’ governato da un “monocolore grillino” di “strada” ne faremo molto poca….!!!
Una frase del genere generalizza, non è relativa al caso specifico.
Qui una sintesi di come stanno le cose.
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2025/01/31/eliminato-abuso-dufficio-arcuri-assolto-per-le-mascherine_3d2b6242-7896-4c45-acb3-690707f869a9.html
Cosi’ come per Arcuri non si potrà più dire nulla, non si può ancora dire nulla sul piano giudiziario del soggetto di Odessa Connection.
Se vogliamo fare un confronto sullo stesso piano, quello del malaffare, chiamiamola pure congettura allora farabutto è uno e farabutto è pure l’altro.
Se la vogliamo vedere sul piano giudiziario, non colpevole è uno e non colpevole è l’altro, sia pure per ragioni differenti.
E a poco o nulla serve dire che aveva chiesto l’abbreviato e la discussione è arrivata in ritardo, perchè è una dichiarazione di parte.
(Il rito abbreviato non prevede dibattimento, per questo si dice abbreviato; il giudice emette sentenza sulla base degli atti raccolti fino alla data della richiesta)
Queste sono considerazioni del suo avvocato.
(dopo che faticosamente, e moolti rinvi,, evitando mine antiuomo e sotto una pioggia battente di sassi infuocati)
Che legge salvifica doveva chiedere il suo avvocato se la sentenza è stata emessa nell’aprile 2024 e la schiforma Nordio che abrogava l’abuso d’ufficio è dell’agosto del 24?
Quello che è successo è molto diverso da come lei ( e l’avvocato di Arcuri) la racconta
Il giudice emette sentenza nell’aprile 2024, la sentenza viene depositata successivamente all’entrata in vigore della Nordio e siccome una sentenza diventa definitiva dopo che è stata depositata, si applica il principio del “favor rei” o “favor legis” (legge sopravvenuta più favorevole)
Cosa aveva detto il GUP nell’aprile 2024? Lei lo sa? Io no, l’avvocato di Arcuri aveva detto qualcosa nell’aprile 2024?
Quello che si sa è che il PM, prima dell’aprile 2024, aveva chiesto una condanna a 1 anno e 4 mesi; per cosa? per beneficienza aggravata?
L’avvocato ha fatto le dichiarazioni dopo la Nordio, giusto? 2025/01/31/
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“..la Repubblica ceca faccia fronte comune con Ungheria e Slovacchia. Parliamo di 3 Paesi che in totale sommano poco più di 25 milioni di abitanti, ma in grado di mettere in fuori gioco la Ue su molti fronti.”
Mentre piazzare come responsabile degli affari esteri dell’ UE una signora (KK) che è cittadina di un paese di 1.4 milioni di abitanti è cosa normale .
Manca la terza K di Klan e siamo a posto.
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Solo io penso che, al netto dell’intento ricattatorio, assolutamente esecrabile, i veti posti da Orban siano quasi tutti sacrosanti?
Nonostante ciò credo che la formula del veto sia una palla al piede, valida forse se l’Eu fosse limitata a pochi Paesi “occidentali”, ma con un tale numero di culture ed interessi diversi è ovvio che sarebbe stato un grande ostacolo.
Detto ciò, QUESTA Europa è rappresentata da tali e tanti elementi improbabili e di infimo livello politico e morale, che, fosse per me, sarebbe da sciogliere subito… e non avrei pensato di auspicarlo, in altri tempi.
Poi non capisco: questa Ucraina fa parte dell’Eu?
NO, non ha MAI avuto i requisiti… Quindi? Perché tutto questo strufuddo?
Solo per SERVIRE gli Usa in ottica antirussa? Ignorando le condizioni pregresse, affiancandoli nel CREARE le basi del conflitto, mettendoci contro, ed escludendo, il più grande Paese del mondo, EUROPEO, tra l’altro?
Mi viene solo una spiegazione: IDIOTI.
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giá per quelli occidentali sarebbe esagerato, un paradiso fiscale come l’olanda non vorrà mai leggi fiscali giuste per gli altri ma al contempo parla di austerity.
o si crea una vera nuova Europa unica intesa proprio come unico stato dove gli Stati attuali diventano simili alle nostre regioni a statuto speciale o saremmo destinati a scomparire, sempre che non ci portino alla scomparsa i nostri politicanti. Ma di sicuro io a 30 anni in guerra non ci vado e come me credo molti ragazzi, in quei caso immagino un po’ bel po’ di emigrati 🤣
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Concordo, Howl e… beato😍 se, come ho capito, hai solo 30 anni! Credo che tu sia il più giovane di IS…tra tanti “vecchietti”, sangue e pensieri freschi! 🤗
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Gabanelli ha iniziato il tutto con una bella bugia . Non è vero che la EU non ha deciso sull’ Ucraina avendo impartito 18 pacchetti di sanzioni alla Russia e altrettanti invii di armi d’ogni tipo . Allo stesso modo i vari paesi si sono guardati di prendere posizione su Gaza e potevano farlo senza avere il comando dalla Van Der Lajen o da Mertz che era addirittura riconoscente ad Israele per il bel lavoro svolto .
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Dal sito di Rep 👇
Mattarella: “Irresponsabile e inammissibile ridefinire i confini con la forza”
Esatto. Le pratiche per restituire Trento e Trieste all’ Austria Ungheria sono già avviate.
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Si riferiva alla terra vicina al fiume Giordano, naturalmente.
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Ventisette Stati con culture a volte diverse e molte volte addirittura contrastanti, dove ogni Pinco Pallino ha il pieno diritto di bloccare gli altri ventisei Paesi, NON potrà mai andare avanti.
Solo degli incapaci sordi e muti potevano studiare un’accozzaglia così impraticabile da far desiderare in cambio un semplice pollaio.
Ps. Ho proposto nel mio condominio di dare ad ognuno dei partecipanti il diritto di veto. Indovinate quante tonnellate di fischi ho preso.
Riflessione: I miei amici condomini sono più saggi dei saccenti che hanno legiferato per creare l’UE.
Chi ha potere di spingere per lo scioglimento di questo obbrobrio chiamato UE trova in me un alleato.
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Parigi
Thousands of protesters marched through central Paris demanding an end to NATO military escalation and France’s involvement in the Ukraine war. Demonstrators criticised President Emmanuel Macron, the European Union and NATO, calling for peace talks and national sovereignty.
The rally comes as former U.S. President Donald Trump continues to signal support for negotiations to end the Ukraine conflict, reshaping global debate over diplomacy versus military escalation.
Migliaia di manifestanti nel centro di Parigi chiedono la fine della escalation militare della Nato e del coinvolgimento della Francia nella guerra in Ucraina.
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Uso oligarchico di soldi pubblici…..cioè quello che avviene in Italia da decenni , ma qui si chiama Casa delle libertà….libertà di clientelismo , truffe ai danni dello Stato, collusione/affari con criminalità organizzata che fa PIL, privatizzazione dei profitti e collettivizzazione delle perdite, un fiume di soldi pubblici in tasca a privati ben inseriti nel sacro contesto politico ad ogni livello …..la parola oligarchi pareva brutta, manca di quel senso istituzionale , linguistico e formale , di fare esattamente la stessa cosa da parte di pdc, ministri, parlamentari, presidenti di regione, sindaci, consiglieri regionali e comunali , insieme ai loro parenti, amici, amici degli amici, affiliati , padrini e compari! Se si togliesse la possibilità di veto ai paesi corrotti, l’ Italia dovrebbe stare fuori dalla porta …..Detto questo perché la questione veto viene fuori solo ora? Il metodo ricattatorio di veto dei paesi “ virtuosi “ contro gli inaffidabili, inadempienti paesi del sud Europa, non ha prodotto in passato tutto questo scangeo, mentre viene sollevato per un paese che non sta dentro l’ Unione Europea! Se non volete veti, sciogliete la UE che ha usato veti, di cui ora vuole liberarsi, con lo stessa postura politica e morale con cui è nata e cresciuta, cioè pari a zero……tanto zero singolo o come somma di zeri, sempre zero resta! E l’ attuale insieme risulta pure insopportabile, al limite di decenza…..oltre ad essere una banda di idioti, avete pure le mani perennemente immerse nella marmellata…..
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A calci in kulo bisognerebbe prenderli… altro che democrazia.Trattarli con gli stessi modi che usano nel loro paese. Mangiatore di gulash a tradimento
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..come la pizza italiana con lo sputo postata dai francesi…..che sintonia ed affinità di amorosi sensi!
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