(Gabriele Lanzi) – 𝐍𝐨𝐧 𝐬𝐨 𝐬𝐞 𝐚 𝐏𝐚𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚𝐫𝐨 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐝𝐞𝐚 𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐫𝐫𝐢𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢, 𝐦𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐞̀ 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐚. Nell’articolo di oggi Padellaro dice, nero su bianco, cose che il M5S sostiene da tempo e che fino a ieri venivano liquidate come ambigue o divisive. A partire dalla lettura corretta delle parole di Conte su Trump, che non erano un auspicio ma una constatazione amara del fallimento europeo, fino alla difesa di un punto politico fondamentale: Conte non divide il fronte progressista, chiede serietà, tempo e rispetto per una comunità che vota solo se convinta. Padellaro lo dice chiaramente, e aggiunge una domanda che pesa come un macigno su tutta l’opposizione: va bene indignarsi contro la destra, ma quali sono le proposte concrete su sicurezza, immigrazione, Ucraina, spesa pubblica? Con quali soldi, con quali strumenti, con quale strategia alternativa a quella che ha già fallito? È legittimo chiedersi se questa improvvisa lucidità sia anche figlia del nervosismo di chi, in questi giorni, ha provato a zittire ogni voce non allineata accusandola di tradimento. Ma al di là delle motivazioni, conta il merito. E nel merito questo articolo fotografa una verità scomoda: l’opposizione che vive solo di indignazione morale senza offrire soluzioni credibili non è un’alternativa di governo. Il M5S, invece, pone problemi reali e pretende risposte reali. Questo Padellaro oggi lo riconosce. Non per simpatia, ma perché i fatti, alla lunga, sono testardi.

Bettini e Crosetto sporchi trumpiani?

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) -L’impresa appare disperata, ma un antidoto contro i gargarismi di destra e di sinistra uniti nella lotta a Giuseppe Conte e ai Cinque stelle è ciò che dice Goffredo Bettini. Una lunga e importante storia politica la sua (dal Pci al Pd), oltre a una istintiva repulsione verso il cretino programmatico che infesta i giornali (con esiti infausti per i giornali stessi). Quando il “Domani” gli chiede se è d’accordo con le parole di Conte che hanno sollevato vasta riprovazione nel campo del cretinismo largo: “Lasciamo fare a Donald Trump”, Bettini risponde, “io le ho interpretate da subito come a dire che così tanti sono stati gli errori dell’Europa che si è arrivati a far decidere tutto a Trump. Non un auspicio, ma una dolorosa constatazione”. Quanto all’accusa rivolta all’ex premier di dividere il fronte dell’opposizione, Bettini non è per niente d’accordo: “Conte ha portato i cinquestelle stabilmente nel campo progressista. Ha dato una mano, più di ciò che è apparso, per varare la coalizione in Toscana, Marche, Campania e Puglia. Ma ha un vincolo: la sua comunità politica è esigente e combatte e vota solo se è convinta. È giusto che chieda tempo per un percorso di consultazione nei territori”. Sul conto di Trump c’è un concetto analogo espresso da Guido Crosetto nel dibattito con Marco Travaglio, venerdì sul palco di Atreju, quando il ministro della Difesa ammette che il presidente americano fa ciò che l’Europa non fa. Nell’attesa che il cretinismo bolli pure Bettini e Crosetto come degli sporchi trumpiani (e putiniani) c’è invece un’altra frase di Conte riguardo alle trattative imposte a Kiev dalla Casa Bianca che i censori trasversali dell’opposizione hanno preferito tralasciare, questa: “Se i farisei che criticano hanno soluzioni alternative si facciano avanti”. Infatti, sono buoni tutti a fare l’opposizione semplicemente ributtando la palla nel campo avversario senza mai azzardarsi a proporre qualcosa di seriamente diverso. Per esempio, più che giusto accusare la destra di non aver saputo tutelare la sicurezza dei cittadini se non escogitando nuovi reati e inasprimenti di pene con esiti abbastanza inefficaci. Ma la sinistra dica come risolverebbe il problema: con più mezzi e più uomini alle forze dell’ordine? Perfetto, ma pagati con quali soldi visto che per raggranellare qualche residuo spiccio nelle casse dello Stato c’è chi pensa perfino a vendersi l’oro? La lotta all’immigrazione irregolare è un flop, come del resto gridano vendetta i soldi buttati dal governo Meloni nel centro di accoglienza in Albania. Ma il Pd e i cinquestelle (e Matteo Renzi e Carlo Calenda e Bonelli & Fratoianni) cosa propongono in concreto per arginare la crescita degli sbarchi? E quando le anime belle protestano per i modi spicci del tycoon Usa nel mettere alle corde il riluttante Zelensky non è forse vero che l’Europa a cui ci siamo legati mani e piedi ha scommesso sulla vittoria militare dell’Ucraina e adesso non sa dove sbattere la testa? Perciò, compiti a casa per la sinistra perennemente indignata: leggete il compagno Bettini e meditate.