
(di MICHELE SERRA – repubblica.it) – Le foto aeree di Gaza mostrano una distruzione quasi totale. Metro per metro, un annientamento che si estende oltre l’orizzonte. Una visione da evo antico, quando la presa di una città spesso valeva la sua cancellazione fisica, così che i superstiti non potessero fare altro che andarsene. Molte città (una per tutte, Venezia) sono state fondate da profughi in fuga dagli invasori, ma non risulta che per i gazawi questo sbocco sia verosimile. Rimangono lì, sulle loro macerie, con tende e materassi piazzati laddove c’erano muri, pavimenti, cucine, mobili. In una condizione primordiale: primordiale come la distruzione e come la tenacia della vita.
I discorsi sulle guerre a noi contemporanee sono intrisi di tecnologia, i droni, l’intelligence, la sofisticazione dei sistemi di difesa e di offesa. A cose fatte, però, ci sono montagne di cadaveri sotto montagne di macerie, come dall’alba dei tempi, i villaggi che bruciano, le città distrutte, la cenere e la polvere che assorbono e calcificano la carne e il sangue.
La vera opposizione ideale alla mostruosa riqualificazione di Gaza come resort turistico sarebbe lasciarla tale e quale, una specie di enorme museo a cielo aperto della guerra. Da visitare con le scolaresche in fila indiana, chilometri nel nulla, una città sbriciolata. È un’ipotesi puramente teorica, l’impulso umano a ricostruire e ricominciare a vivere è incontenibile. E alla rimozione delle macerie si somma, come è normale, la rimozione del dolore, perché la vita deve continuare. Ma quasi dispiace che una testimonianza così precisa e lampante del potere di distruzione degli uomini possa scomparire. Un museo fatto solo di quelle foto e di quelle macerie basterebbe a fare di Gaza (come Leningrado, come Dresda, come Hiroshima) una città simbolo.
Chissà chi l’ ha combinata così ? Forse è stata mia nonna .
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Michele migliora col tempo. Come il vino buono.
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Il vero capolavoro di Serra è scrivere di Gaza senza neppure menzionare chi la sta riducendo così.
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La guerra contro i civili è una cosa inedita. Nei tempi antichi si saccheggiavano le città e al massimo gli si dava fuoco. Una devastazione del genere è la prima volta che accade.
Non so come si possa far finta di nulla nei confronti dei colpevoli di questa tragedia.
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Furbescamente lodevole a incentrare l’editoriale sulla parola “GUERRA”.Tutto è guerra quando c’è le colpe sono troppo grandi e c’è bisogno di spartirsele per il troppo peso.
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ec: quando le colpe
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