
(Federico Rocca – Vanity Fair) – Programmi riesumati dalla naftalina, cult nazionalpopolari che resistono indenni da decenni, l’usato garantito come unica alternativa: la tv generalista italiana sembra avere smarrito la voglia di sperimentare, innovare, stupire. O sarà solo una sensazione?
Chi meglio di Carlo Freccero, il dirigente televisivo passato dal Canale 5 degli anni Ottanta alla leggendaria Rai a cavallo del millennio, quella di Chiambretti e dei Guzzanti, di Santoro e Luttazzi, può leggere in controluce l’attuale radiografia di una televisione – secondo alcuni – moribonda?
Lo è davvero?
«Tutt’altro. Vede, per capire la tv bisogna prima capire il pubblico di oggi: sballottato tra pandemia e guerra, lavora per due terzi della giornata e vive una vita dura, pesante, faticosa, piena di angosce.
La tv generalista rappresenta la nostra fase di relax quotidiano, è l’unico medium completamente passivo che richiede il grado zero dell’attenzione. È un tranquillante, un calmante, se vuole un palliativo. Sarà anche malata, ma paradossalmente la tv è anche una medicina».
Qual è la malattia più grave che l’affligge?
«La prevalenza dell’access-prime time sulla prima serata vera e propria, che dovrebbe essere al centro dei palinsesti e che invece è stata ormai declassata a seconda serata.
Le punte di diamante della tv, oggi, sono due videogiochi per adulti: La ruota della fortuna, da una parte, e Affari tuoi dall’altra.
La prima appassiona come la Settimana enigmistica, il secondo rappresenta uno sfogo all’inclinazione ludopatica degli italiani. Un’accoppiata così forte da aver, di fatto, cancellato una trasmissione iconica come Striscia la notizia.
La tv generalista è diventata puro intrattenimento, abdicando da qualsiasi ruolo di influencer dell’opinione pubblica: i due giochi in questione fanno, assieme, più del 50% di share. Che è un po’ la stessa percentuale dell’astensionismo alle ultime regionali. E non è un caso».
Lei, da telespettatore, cosa vorrebbe vedere in prima serata?
«Purtroppo sono deformato professionalmente, il mio sguardo non è più vergine: guardo la televisione come i pensionati guardano i lavori pubblici. Però, quando posso scegliere, vado sulla fiction.
Ma se esaminiamo l’attuale prima serata di Canale 5, per esempio, vedremo che si appoggia su due pilastri che si mixano in modo straordinariamente fluido e intercambiabile: i programmi prodotti dalla Fascino di Maria De Filippi e le soap opera turche, suggerite dalla signora Carla Dall’Oglio, madre di Pier Silvio Berlusconi».
Maria De Filippi è la donna – o diciamo pure il personaggio – più potente della tv italiana?
«È una numero uno, le riconosco il grande merito di avere rinnovato completamente il reality. Ma non so se sia la più potente».
Credevo che l’epoca dei reality fosse definitivamente tramontata.
«Bisogna fare dei distinguo. Arrancano quelli tradizionali, come il Grande fratello, mentre macinano ascolti record quelli alla Temptation Island.
Non siamo più in un contesto statico, a camera fissa, dove tutto procede lentamente. De Filippi ha trasformato il reality in una telenovela piena di colpi di scena, capace di saziare la fame di storie del pubblico».
Chi è, allora, il più potente della tv generalista di oggi?
«Scotti, un’icona di Mediaset, e De Martino, che ho portato io in Rai. Lui fa la televisione esattamente come seduce le ragazze».
Direi bene, quindi. Si parla molto del ritorno di Ok, il prezzo è giusto! Perché la tv ripropone solo format già ampiamente testati decenni fa, e che molti davano per morti e sepolti?
«Viviamo nella dimensione della postmodernità, che si fonda sul concetto di eterno presente: una dimensione temporale dove non ci sono più un prima o un dopo, una storicità che possa rendere un prodotto datato.
Ogni prodotto diventa un prototipo riproponibile all’infinito, purché venga reinterpretato ogni volta con una nuova chiave di lettura.
Un po’ come succede con la moda, che nasce per rendere obsoleti i vecchi prodotti e costringerci a rinnovare di continuo il nostro guardaroba.
Ma con la postmodernità non è più così: ogni creazione si trasforma in icona atemporale, dalla giacca bar di Dior alla petite robe noir di Chanel, che non passano mai di moda. Gli stilisti che si succedono alla guida delle varie maison li riscoprono e li rieditano periodicamente. Se penso a Chanel non ricordo tanto le creazioni di Coco, quanto l’iperchanelizzazione operata nella maison da Karl Lagerfeld».
Cosa c’è di attuale nella Ruota della fortuna, soprattutto nella dinamica dei ruoli del conduttore e dell’assistente?
«Guardi, il meccanismo della Ruota è un po’ quello della musica degli anni ’60: ci ritrovi la tua giovinezza, la tua adolescenza, il mondo perfetto di Berlusconi.
Ci ritrovi il conduttore che vuole rianimare Mike Bongiorno, e in qualche modo anche la valletta, che si era persa col femminismo. Samira Lui è “perfetta”, anche nelle fattezze, è una di quelle donne delle copertine di Grand Hotel: una che sta al suo posto, una figura tradizionale».
Ballando con le stelle, Amici, C’è posta per te: tutti i successi che riescono a restare tali hanno almeno 20 anni. Perché?
«La televisione generalista si basa sull’audience, e l’audience è sostanzialmente ripetizione. Grazie a format consolidati le emittenti possono fare affidamento su investimenti pubblicitari certi: il marketing lavora sull’esistente, non sul nuovo ancora da realizzare.
Ma l’eccessiva ripetizione può logorare i format, e così la sperimentazione non può essere del tutto cancellata. Piuttosto, viene esiliata su reti minori, complementari, digitali».
Quando la tv italiana ha saputo innovare davvero per l’ultima volta?
«Negli anni ’80, quando nacque la tv commerciale, presa poi come prototipo in molti Paesi: diede il via a una vera e propria rivoluzione culturale in tutt’Europa. Mi tocca fare un po’ di storia. Negli anni ’50 la tv nasce con due modelli antitetici: quella americana divenne subito espressione della cultura del Paese, che ha sempre privilegiato il valore del capitale economico.
Al contrario, in Europa antepose il suo valore culturale, quasi “disprezzandone” quello commerciale.
Gli Stati europei conservarono a lungo il monopolio televisivo per fare di quel nuovo mezzo un uso pedagogico, un complemento della pubblica istruzione. La tv commerciale italiana ha scardinato tutto».
Ha detto che la tv italiana non influenza più l’opinione pubblica. Nemmeno i talk show politici?
«L’epoca mitica in cui il talk forma l’opinione pubblica coincide con Mani pulite, quando il genere esplode nelle sue forme più celebri, da Samarcanda di Santoro a Profondo Nord di Gad Lerner, e viene vissuto come uno spazio comune in cui dibattere l’eccezionalità politica del momento.
Rappresentava la ricerca condivisa della verità: perché quel miracolo si verificasse era necessaria l’eterogeneità degli ospiti, e il conseguente scontro tra opinioni diverse.
Oggi nei talk c’è un cast fisso che recita un copione già scritto, in funzione di una normalità politicamente corretta che non prevede differenze ideologiche, ma solo piccole divergenze su temi marginali. Ecco perché qualcuno dice che ora la tv è solo propaganda».
La cronaca nera imperversa, nei podcast e nelle trasmissioni pomeridiane della tv. Perché?
«Il crime funziona sempre, perché è una sorta di matrice narrativa, implicita nella meccanica stessa degli eventi.
Ogni caso giudiziario, e ogni sua narrazione, si apre con un omicidio: e che cos’è l’omicidio se non quella “rottura dell’equilibrio” che per lo strutturalismo e la critica formalista dà il via all’azione, costituendo la prima di una serie di tappe obbligate che rendono il racconto efficace?».
Da dove arriva la vera minaccia alla tv generalista, oggi: dai social o dalle piattaforme di streaming?
«Dobbiamo cominciare a riflettere davvero nell’ottica dell’integrazione dei media portata dall’avvento del digitale.
Prima, quando un medium si imponeva, cancellava la centralità di quello precedente.
A un certo punto cambia tutto. Che cos’è oggi la televisione: quello che vediamo sullo schermo fisso del salotto, o anche ciò che fruiamo su altri device come pc, tablet, smartphone?
È difficile stabilire chi contenga cosa, oggi, e di conseguenza rispondere alla sua domanda».
Da dirigente è stato promotore di una tv – parole sue – «provocatoria e scomoda». Oggi che cosa lo è?
«Niente. Sono aggettivi che, per acquisire senso, presupporrebbero differenze, o stonature, tra i contenuti programmati, rispetto al contesto e all’identità della rete in cui un certo programma viene trasmesso.
La verità è che non esistono più reti autonome e indipendenti, i direttori non sono più nelle condizioni di dare loro un’identità editoriale. Da tempo la realizzazione dei programmi è stata sottratta alle singole reti, per essere affidata a strutture produttive che fanno capo ai diversi generi: informazione, fiction, intrattenimento…
Una volta un canale era come una boutique monomarca – per esempio di Hermès – e i suoi prodotti dovevano differire da tutti gli altri per essere identificabili. Oggi i palinsesti generalisti sono piuttosto un grande magazzino che vende gli stessi identici prodotti della concorrenza. L’obiettivo è l’omologazione: ogni secondo di televisione deve avere un valore commerciale».
Telemeloni esiste?
«Esiste come sono esistite, a suo tempo, Telerenzi e Teledraghi. È stata la riforma Renzi a far dipendere le nomine del Consiglio di amministrazione della Rai dal governo in carica. I direttori di rete non devono dimostrare competenze mediatiche, ma piuttosto fedeltà all’esecutivo.
Quello che, in qualche modo, è riuscito a sopravvivere fino a oggi delle reti concepite con indipendenza editoriale viene ora espulso, o appena tollerato, come per esempio Report. Il risultato? Un appiattimento totale e assoluto.
L’unico elemento che sembrava poter giustificare un servizio pubblico che grava economicamente sulle tasche dei contribuenti era l’informazione indipendente. Cancellata quella, la televisione pubblica non è più in grado di giustificare la sua esistenza».
Deduco che sia contrario al canone.
«A questo punto sì, considerato come la Rai non faccia più quell’informazione libera che, oggi, è invece appannaggio della rete: solo lì vengono trattati quegli argomenti considerati tabù dai mezzi mainstream, rompendo certi dogmi. Internet non è più l’osceno, non è più il complottismo: è il luogo della controinformazione».
Se la chiamassero oggi per un ruolo dirigenziale in una tv, a cosa direbbe di sì?
«Ma no, adesso basta. Un po’ di umiltà, su. Certo, io mi sento in una forma magnifica a livello televisivo, ma è il caso di lasciare spazio agli altri».
Qual è il miglior programma nuovo che ha visto in tv negli ultimi anni?
«La fiction: L’arte della gioia di Valeria Golino, per esempio, ma anche Dostoevskij dei fratelli D’Innocenzo: sono bravissimi, e sanno vedere nella realtà esattamente quello che io vedo nella tv».
E cioè?
«La miseria del mondo».
Sì ma mai tele movimento 5stelle! 🌟🌟🌟🌟🌟
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Eppure un modo c’e(ra): unirsi a Byoblu. C’é già quella TV alternativa, almeno almeno con Messora potevi trattare i temi a 5S.
Ma non se ne è fatto niente perché il WATE(R) di Genova diceva che la TV è morta e Casaleggio voleva un mondo retto dalla democrazia internettiana.
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Cmq bellissima intervista, Freccero è nomen omen.
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Invece quando c’ erano i five stars tutte le tele riunite a fargli il cappotto e poi pretendono di essere chiamati giornalisti sta massa de incartatotani prezzolati🤔
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Ma vai a cagare Freccero.
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Telemeloni esiste?
«Esiste come sono esistite, a suo tempo, Telerenzi e Teledraghi.
Probabilmente in televisione vede solo le fiction e non vede i talkshow politici, altrimenti non avrebbe sostenuto che esiste telemeloni come sono esistite, a suo tempo, Telerenzi e Teledraghi. Forse, prima di arrivare alla Rai, era troppo impegnato con la televisione commerciale, tanto da non rendersi conto che fino al 1992 l’informazione in RAI non era indipendente, ma tripartita con l’appalto di Rai1 alla DC, Rai2 a PSI e cespugli e RAI3 al PCI. Forse lui non ricorda che RAI3 con il direttore Sandro Curzi (Cojak) fu definita Telekabul. Durante mani pulite tutta la RAI diventa una Telekabul. Insomma non basta nominare i direttori di rete e di testata giornalistica per controllare la Rai, specie se tutti i giornalisti provengono da una sola area.
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Stasera sentire Mentana era da incubo. Ho resistito forse 1-2 minuti perché ero allibita. Quando è troppo è troppo: non era un tg ma un IMBONIMENTO!
Un ‘intera INTRODUZIONE PROPAGANDISTICA filo ucraina che prescindeva dalle notizie, cioè da ciò che GLI COMPETEVA.
Inutile dire che ho cambiato il canale, a scanso di emesi violenta!!! 🤮
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Il “bello” è che recita la parte, nel dare per scontato, che la stragrande maggioranza della gente, la “pensi come lui “.
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TeleConte però non ricordo sia mai esistita, o sbaglio?
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MERAVIGLIOSO TRAVAGLIO a 8 e 1/2!!!!
Contro TOCCI, ADA (De Anngelis)… & Gruber, che afferma che quelle di MT sono opinioni e le SUE, invece, VERITÀ INDISCUSSE, FATTI!!!
Imperdibileeeee!!!
Chi se lo sta perdendo può vedere la replica stanotte su la7.
PS Quindi, facendo 2+2, tra Mentina e Gruber, sto assistendo in diretta alla trasformazione SPUDORATA (sinora era più sottobanco) de la7 in una macchina di propaganda DISGUSTOSA!!!!
Stanno praticamente esponendo il MANIFESTO, coi colori dell’Ucraina (ovviamente vittoriosa!).
Non ho parole.
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Dai, Anail, non farti del male così! Spegni quella maledetta scatola spara-caate e non guardare più quella roba schifosa! Mentana fa male all’anima, davvero, te lo dico col cuore, ti stai facendo del male! Io la TV (intesa come elettrodomestico) la uso ormai da anni solo come schermo. Ci collego computer e dispositivi vari per guardarmi solo le serie e i film che voglio io quando voglio io, in inglese e senza pubblicità. Una favola!! Darettammé!
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Cekko, certi orrori li guardo solo per poterli criticare, infatti scrivevo in diretta, mentre avevo fisso lo smartphone in mano e leggevo IS!
Fin da piccola vedo la tv mentre leggo o faccio la Settimana enigmistica e magari mangio…3×1: multitasking, come tutte le donne🤭😆🤣😂
Dimenticavo che commento pure a voce alta e, nel caso, mi ci incaxxo, tutto in contemporanea… un casino🤣
Grazie a Dio, mio marito la pensa come me!
(Due 5🌟🌟🌟🌟🌟🌌✌🏻)
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I programmi che dici sono questi:
TG LA7
Otto e Mezzo (la7.it)
Certo che è difficile reggerli, già la Tocci sarebbe da prendere a scarpate tacco 12.
Quel che mi sconcerta è Tiziana Panella ❤ ❤ <3: le hanno dato tutto il pomeriggio (oltre 3 ore).
E io non ne sapevo niente!
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Cmq a parte i pistolotti di Mentina, bisogna dire che il TG-7 è particolarmente povero. Mamma mia che schiappitudine. Avranno fatto 10 servizi in tutto. Ucraina, Trumpone, Meloni, un incidente mortale e uno stupro. Il TG-5 avrà almeno il triplo delle notizie. Persino telegiornali regionali tipo RTV38 sono meglio. A quanto pare Chicco sta lì a fare il riempitivo.
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bravo ragazzo
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Non ricordo se l’editore di Las ette é Moss Ad o c_ia.
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Concordo su Mentana (indecente!). Per fortuna subito dopo ci siamo rifatti l’udito con Travaglio che…. si è messo tutti in tasca in quello studio. Conduttrice compresa.
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Era così logico tutto ciò che diceva MT…ma i 3elementi, imbevuti di caxxate mainstream, consideravano LUI una specie di propagandista filo putiniano 😳e non un elemento realista che vede le cose esattamente come stanno!
Il mondo al contrario… 🙃
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Il miglior Chicco Mentana è oramai sul Nove (Crozza).
Ad ogni modo potreste sentirlo anche nel disco del 1999 dove parla del Rock-N Roll che è fuggito portando in ostaggio -e sarebbe incredibile- anche il rock-nroll acrobatico.
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Avranno ricevuto sicuramente istruzioni dall’alto, per sdoganare la guerra…
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Sì, stanno marciando in modo troppo netto e all’unisono…
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Anail@ comunque è davvero preoccupante, perchè la gente comune non può che subire passivamente, spesso troppo impegnata ( giustamente ), presa da situazioni lavorative sempre più frequentemente disastrose e preoccupanti per l’esistenza della famiglia.
Dopodichè, quando ha tempo, si lascia abbindolare/sedare dai vari programmi di distrazione di massa…. il popolo si affida alle lotterie ai giochi che ti “rivoluzionano” la vita-
La Ruota della fortuna, L’Eredità, Caduta libera eccetera….e nel mentre la società è davvero in caduta libera… Ti raccontano che l’occupazione è in aumento, quando ci sono migliaia di situazioni lavorative disastrose, la cassa integrazione in aumento, la quota 41 mai realizzata e la Fornero ( soggetto inguardabile per quello che fece assieme al suo amico Monti ), va in brodo di giuggiole su LA7, sparlando “giustamente” di Salvini per la sua promessa quota 41 appunto, artefice lei si, di una legge, che ha rovinato la vita a milioni di italiani ( perchè nel tempo saranno milioni ). Molto altro ancora ci sarebbe da scrivere, ma anche qui…bisogna avere tempo…
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Freccero è uno dei responsabili dello sfascio culturale dell’Italia.
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👍Parole sante…da aggiungere nella Costituzione.👏
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Mai capito perché è stato sempre considerato un “genio” della televisione.
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Freccero è stato coautore dello sfascio d’Italia eh.
Berlusconi dove lo metti?
Craxi?
Almeno lui è rimasto a fare da coscienza critica, cosa che non si può dire di tanti altri, sinistra inclusa.
Ma del resto se ti approva il dirigibile marrone Forlanini che altro ti aspetti?
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SM, hai ragione, l’elenco sarebbe lunghissimo, ma visto che si parlava di Freccero mi sono limitato a lui. Poi non bado se e chi approva quello che penso (mi limito a rispondere chi mi insulta), so solo che uno dei motivi per cui sono qui è quello di ridere leggendo le geniali mazzate (anche pesanti a volte) che vi date tu e i tuoi competitor. Non sapete quante risate mi strappate e mi avete strappato ogni volta. Un saluto dalla Sardegna (ma questo lo sai già)
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Ti cadesse un nurago in testa 😀
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Fantastico Travaglio dopo 8 e 1/2 di ieri:
Editoriale di Marco Travaglio – 10 Dicembre 2025
FURBI DI GUERRA
Forse, col titolo del libro Scemi di guerra, ho contribuito a diffondere un tragico equivoco: che, cioè, gli sgovernanti europei terrorizzati dalla pace e arrapati dalla guerra permanente con la Russia siano stupidi. Lo sarebbero se il loro scopo fosse fare gli interessi dell’Europa, visto che ogni giorno fanno gl’interessi di tutti – degli Usa, della Russia, di Zelensky e della sua cricca – fuorché quelli dei loro popoli. Ma il loro scopo è fare i loro interessi, che sono opposti ai nostri. Quindi sono furbissimi. Gli scemi sono quelli che continuano a votarli e ad appoggiarli, pensando che il pericolo per l’Europa venga da fuori (dagli Usa, dalla Russia, dalla Cina) e non da dentro, anzi dall’alto.
Se “siamo in guerra” – come ci dicono, aggiungendo l’aggettivo “ibrida” (che si porta su tutto e indora la pillola) – noi paghiamo il riarmo, gli “aiuti” a Kiev, l’energia più cara, la crisi economica e industriale, i salari più bassi, i tagli ai servizi e allo Stato sociale, ma lorsignori ci guadagnano. Governare in stato di guerra, cioè di eccezione, è una pacchia. Netanyahu insegna: finché c’è guerra c’è speranza. In guerra i governi non si discutono, non si contestano, non si processano, non possono cadere. Vale tutto: governi tecnici di larghe intese (Italia), governi di minoranza per non far governare la maggioranza (Francia), elezioni rinviate (Ucraina), voto annullato se vince quello sbagliato, con arresto e messa al bando del favorito (Romania), partiti di opposizione aboliti (Ucraina e Moldova), vittoria negata a chi prende più voti (Georgia), Parlamenti aggirati (Von der Leyen sul riarmo). Le opposizioni devono smettere di opporsi, se no è disfattismo. Chi critica è un agente ibrido dell’Impero del Male: va isolato e imbavagliato con appositi “scudi democratici”, incriminato per intelligenza col nemico, indotto a tacere o a cantare nel coro. I giornalisti devono osservare la censura di guerra e passare solo le veline giuste (“Taci, il nemico ti ascolta”), altrimenti sono accusati di prendere soldi e ordini dal nemico (“omnia sozza sozzis”, per dirla con Massimo Fini) e banditi dai media, dai festival, persino dai teatri privati. In compenso gli sgovernanti e i loro trombettieri possono fare tutto ciò che vogliono: se prendono tangenti o truccano appalti, è colpa dei russi che rubano di più oppure pilotano i magistrati; se perdono consensi, è colpa di Putin e della sua guerra ibrida; se perdono la guerra, tutti dicono che la vincono; se qualcuno gli chiede conto di qualche balla, è un nemico della Patria; se le loro condotte sono contro le leggi o le Costituzioni, non si cambiano le condotte, ma le leggi e le Costituzioni; e se poi la guerra, a furia di inventarsi nemici inesistenti, scoppia davvero, al fronte ci mandano gli altri. Chi sta meglio di loro?
Il Fatto Quotidiano
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Grazie Anail.
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Grazie Anail.
“barzelletta”: ho appena sentito un tizio su Radio Popolare, che da PD è passato a votare Fratelli d’Italia. Uno chiaramente con le idee “estrememente chiare” MA, cosa sta facendo il PD per rendersi più credibile ? Nulla. Ribadisco, da misero abitante del paese, se quelcuno di meno peggio del PD, non provvede presto una scrematura con buon senso, il PD è davvero destinato all’autodistruzione.
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Dev’esserci incaxxato molto, ieri sera… Giustamente!!!
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
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Ed ecco perché:
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Ah, è un podcast… 🙄
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Questo è solo il momento clou:
https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/patriarcato-botta-e-risposta-travaglio-gruber-posso-dire-quello-che-penso-siamo-permalosi-19-11-2024-568343?pnext=1
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No, aspe’… me n’è uscito un altro. È questo:
https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/lilli-gruber-a-marco-travaglio-le-mie-non-sono-opionioni-le-tue-sono-verita-rivelate-09-12-2025-624296
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Buongiorno Anail e grazie 💝!
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Freccero vede le cose dal suo punto di vista che è quello di una persona di una certa età. La tv la guardano gli anziani che sono mediamente passivi e conformisti , non gli piace leggere e odiano le novità intellettualmente interessanti .Il conformismo regna sovrano e il cervello può riposare in pace prima che lo faccia il resto del corpo.
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Mi sono andato a vedere otto e mezzo di ieri, e sinceramente non capisco tutta questa euforia. MT ha ripetuto paro paro l’editoriale di ieri. Niente di nuovo. È la sua linea di sempre. Bisogna fermarsi, alla Russia bisogna dare il 20% dell’Ucraina conquistata a forza di bombe, e noi il giorno dopo dovremmo recarci a Mosca chiedendo umilmente a Putin di rivenderci il gas a basso costo. Allo stesso tempo dovremmo dare un calcio nelle palle agli Stati Uniti, non dare più un euro per la Nato, fare sloggiare gli americani dalle basi in Italia, e fare affari con i Brics. Tralascio la parte “storica”, ossia quella che da ben trent’anni gli Stati Uniti lavorano contro l’Europa con l’obiettivo di farla allontanare dalla Russia. Piano neocon (quattro gatti ammeregani) che quegli ingenui e incompetenti di russi ed europei hanno fatto si che si realizzasse. Davanti a una tale carrettata di certezze storiche e indicazioni perentorie di quale sia la strada maestra cosa vuoi ribattere? Il dialogo è impossibile. Nella prima replica della Tocci c’era invece il barlume di un’altra visione delle cose, poi travolta dal bla bla bla tipico del salottino della Gruber. Quando dice che LA RUSSIA è in guerra non dal 2022, ma da molti anni prima, ossia (questo lo specifico io) dall’appropriazione indebita della Crimea e l’intervento armato in Donbass. Per il resto, il nulla.
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La Russia è in guerra non dal 2022, ma da molti anni prima…..con noi? E’ in guerra con l’ Italia in particolare e con l’ Europa in generale? Perché non mi pare che non ci fossero rapporti fino al 2016, quando Renzi e Calenda sono andati in Russia ad offrire le maggiori aziende italiane per una collaborazione economica , e mi sembra pure che la stessa Ucraina sia stata ignorata nonostante una guerra civile di 8 anni…..su cui l’ Europa ora così attiva, anzi proattiva, non è intervenuta affatto, a differenza degli USA! Come mai è totalmente cambiata la politica europea nei confronti della Russia molti anni prima del 2022, quando già era avvenuta l’ annessione della Crimea, e non c’era stato alcun intervento armato in Donbass, ma solo richiesta di un’ autonomia differenziata , di quelle regioni che sarebbero rimaste ucraine, in ragione di una guerra civile da risolvere? Chi ha indirizzato la politica europea che è passata da mai l’ Ucraina nella NATO, a questa possibilità e fattibilità, senza peraltro occuparsi di intervenire e risolvere problematiche interne, dalla corruzione ad una guerra civile? Perché i molti anni prima del 2022 non hanno solo visto l’ annessione della Crimea, ma ben altro su cui bisognerebbe fare chiarezza per capire le responsabilità di tutti…..solo attraverso valutazioni ed analisi delle cause da entrambe le parti si può sperare di aprire un dialogo, perché se al contrario si fa la guerra alla Russia per l’ appropriazione indebita della Crimea, dovremmo e avremmo dovuto farla anche ad Israele, e non solo, se è per l’ intervento armato nel Donbass, e’ del 2022, non prima….quindi una sorta di atto consequenziale agli anni precedenti, quando la Russia era in guerra…..con chi ? Con l’ Europa o con la NATO? O era il contrario? Perché in questo percorso di guerra che rischia di diventare mondiale, la Crimea non mi pare sia elemento fondamentale, a meno che non vengano condannate e represse tutte le appropriazioni indebite di chiunque…..e non è mai andata così da molti, ma molti anni prima del 2022!
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https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/12/10/lavrov-risponderemmo-a-eventuale-schieramento-di-truppe-europee-in-ucraina_f40f28e0-c360-4026-bb9f-77e8581766a3.html
Definendo “cecità politica della UE”, Lavrov dimostra ancora di essere un Signore.
D’altra parte non può certo definirli dei pazzi irresponsabili…sarebbe troppo diretto e sincero.
Mah speriamo che i nostri folli conduttori europei del “giochino”, non esagerino in questa, che per loro, sembra davvero più una partita a Risiko, che la realtà attuale delle cose.
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Guerra ibrida…..dove ci può stare di tutto, almeno così hanno spiegato gli addetti ai lavori, militari, esperti, ecc, cioè per ibrido si intende azioni contro il nemico, da cui si capisce che è stato individuato/definito come realistico, non convenzionali, ma comunque in un contesto di guerra! Ed il nemico non è detto che debba rispondere con le stesse azioni non convenzionali…..Quindi ibrido non è affatto un termine rassicurante, cioè attacchi/contrasti solo a livello informatico, hacker, psicologico, eccetera….passare da un livello all’altro è fattibile perché sostanzialmente siamo in guerra con la Russia! Ora capisco che si debba rispondere ad eventuali attacchi informatici od hacker russi, ma le popolazioni andrebbero informate su cosa sia effettivamente accaduto….se si parla genericamente di Nato più aggressiva, proattiva, in un’azione preventiva , aggiungendo che non è successo nulla, non pare una risposta a qualcosa, ma un’ iniziativa, un attacco…..c’è stato? O era solo un’ ipotesi strategica? E perché avvertire l’ avversario? Se siamo in guerra abbiamo il diritto di saperlo o no? Indorare con ibrido e’ una retorica fuorviante, falsamente rassicurante, tanto per tacere sulla realtà dei fatti e sulle conseguenze, devastanti, che ci riguardano da vicino visto che poi al fronte ci mandano altri perché la guerra non è che scoppia, ma è già scoppiata?
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