Clemente Mastella: «Ho preso tutti quei voti e Fico esclude mio figlio Pellegrino dalla giunta. Che triste fare politica così». Il sindaco di Benevento dopo le Regionali in Campania contesta la scelta del neo governatore che non vuole scegliere gli assessori tra i consiglieri: «A saperlo non lo avrei candidato. Loro sono eletti grazie al simbolo del M5S, ma di faccia non li conosce nessuno: i Mastella recuperano voti uno a uno»

(di Claudio Bozza – corriere.it) – Domenica, ora di pranzo. A casa di Clemente Mastella e Sandra Lonardo stanno per calare i cavatelli al sugo. Sono praticamente sacri, nel Sannio. «Pronto, sindaco? Mi scusi per l’ora…». «Eccomi, non si preoccupi, per il Corriere questo e altro: tanto tengono la cottura alla perfezione…».
Allora veniamo subito al dunque. Sindaco Mastella, suo figlio Pellegrino ha preso quasi 14 mila voti alle Regionali. È orgoglioso o si aspettava di più?
«Con la nostra lista, a Benevento e provincia, abbiamo surclassato tutti i partiti in assoluto. Il “brand Mastella” coincide alla perfezione con il territorio che rappresentiamo politicamente e questi numeri ne sono la prova. È un rapporto ombelicale».
Pensavano che…
«Alla vigilia delle elezioni, alcuni simpatici detrattori avevano chiesto all’Intelligenza artificiale di pronosticare il nostro risultato. L’AI, o come caspita si chiama, aveva risposto che non avremmo superato il 2,5%. Ecco: a Benevento città siamo arrivati al 27%».
Insomma: avete dato una bella mano al campo largo, spingendo alla vittoria il governatore Roberto Fico. Che ora, però, non vuole mettere suo figlio Pellegrino in giunta. L’hanno fregata eh?
«Nessuno pensava che avremmo preso tutti questi voti. E ora lui fa questa scelta. Questo modo di governare allontana la gente dalla politica. Triste ma vero: la verità è questa. Io voto una persona, che poi però viene esclusa a priori dal governo della Campania».
Una norma «contra Mastellam»?
«No, perché vale per tutti. Però Pellegrino, che è uno in gamba, rimane fuori e la gente ci sta chiamando incazzata».
La «norma» in questione è un paletto tirato fuori da Fico: non vuole che alcun consigliere faccia l’assessore. Ma non avevate fatto un patto?
«Se Fico lo avesse detto prima io non avrei candidato mio figlio. Perché io ho rischiato tutto. Se non avessimo fatto questo risultato io sarei morto politicamente e avrei fatto una figura di m… proprio a fine carriera».
La politica le ha insegnato più a vincere o a digerire le esclusioni eccellenti?
«L’uno e l’altro. Spesso sono stato vittorioso. Ho 78 anni e il prossimo anno ne compio 50 nelle istituzioni: nel 1976 fui eletto deputato la prima volta. Ho battuto pure uno incredibile come Pier Ferdinando, gliel’ho detto a Casini eh!».
Ha parlato con Fico?
«Sì, ci ho parlato. Per loro sporcarsi le mani non esiste. Loro sono eletti grazie al simbolo del Movimento 5 Stelle, ma di faccia non li conosce nessuno. Noi Mastella i voti li recuperiamo uno a uno. Abbiamo un rapporto diretto con le persone: se le cose non vanno per il verso giusto ci telefonano e ci vengono pure a citofonare a casa».
E Fico che le ha risposto?
«Che lui la pensa diversamente. Questa politica restringe il campo largo, perché non crea entusiasmo».
Si dice che entrerà in giunta anche l’ex leader verde Alfonso Pecoraro Scanio. Un déjà vu degli anni 2000…
«Vedremo se è vero. A me pare una fesseria».
Un consiglio a Fico (non richiesto, ça va sans dire) glielo vuole dare?
«Parte male. La Campania avrà pure una giunta di premi Nobel, ma con nomi fatti da Roma».
Clemente…….belin…tengo famiglia…..!!!
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I nodi come al solito vengono al pettine prima o poi . Qui siamo solo agli inizi .
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per il Corriere questo e altro: e certo è un vostro dipendente come tutto il resto della stampa.
La politica ereditata per testamento spirituale ai figli come nelle monarchie…. che schifo!
Fico hai fatto bene…è l’ora di finirla!
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Fico comincia bene…
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“«Se Fico lo avesse detto prima IO NON AVREI CANDIDATO MIO FIGLIO. Perché IO ho rischiato tutto….(neanche egocentrico…ndr)”
L’ha iscritto all’asilo?
Ma quanti anni ha su scimprotteddu?
(lo scemetto)
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Ripropongo:
Editoriale di Marco Travaglio – 9 Dicembre 2025
CHI È CAUSA DEL SUO MAL
O tempora, o mores! Signora mia, ma ha sentito cosa dice di noi bravi europei quel cattivone di Trump? E quel Musk, mamma mia che impressione! Dove andremo a finire! E giù insulti, improperi, anatemi, macumbe, bandierine europee sui social e nuove marcette col Manifesto di Ventotene usato come ventaglio. Ecco: se le classi dirigenti e intellettuali europee pensano di affrontare la sfida lanciata dagli Usa non sabato, ma 30 anni fa, con la strategia della lagna, consolandosi con le scomuniche all’amico che finalmente si scopre nemico per evitare l’autocritica, hanno già perso. Se invece vogliono ottenere qualche risultato, cioè fare eccezionalmente gli interessi dei cittadini europei, dovrebbero partire dalla brutale realtà: i danni che gli Usa potranno farci in futuro non sono niente al confronto di quelli che ci hanno già fatto col nostro consenso. Il paradosso è che il presidente Usa ci cazzia per aver sempre obbedito agli Usa. Bisognerebbe prenderlo in parola e piantarla, anziché seguitare a farlo con lui.
Gli diciamo no quando dovremmo dirgli sì perché ci conviene: sul piano di pace per l’Ucraina, continuando a finanziare e ad armare un regime terrorista che ci ha fatto saltare i gasdotti Nord Stream con la complicità di Usa e Polonia e fa di tutto per trascinarci nella terza guerra mondiale. E gli diciamo sì quando dovremmo dirgli no perché non ci conviene: abbiamo sostituto il gas russo col Gnl americano che costa il quintuplo; abbiamo subìto i dazi Usa al 15% anziché rivolgerci a mercati in espansione che non vedono l’ora di fare affari con noi, tipo Cina, India e gli altri Brics; promettiamo il 5% del Pil alla Nato e compriamo armi Usa per regalarle a Kiev e aiutarla a perdere altri uomini e territori, distruggendo la nostra economia; e – contro lo stesso volere degli Usa – mettiamo a repentaglio l’euro con piani illegali di rapina degli asset russi, che dovremo poi restituire e pagare pure i danni. Nel nuovo (si fa per dire) mondo dominato dalla legge del più forte, la regola di ogni negoziato dovrebbe essere quella di Pertini: “A brigante, brigante e mezzo”. Trump ci bullizza? Noi dovremmo essere altrettanto bulli: riprendere a comprare gas russo, aprirci ai mercati Brics, disdettare l’accordo sul 5% di Pil alla Nato, lavorare a un vero esercito europeo (che costerebbe meno delle già eccessive spese militari attuali: altro che riarmo) e chiudere tutte le basi Usa in Italia e nel resto d’Europa. Il vecchio Carlo Donat-Cattin, diccì anomalo, diceva: “Prima di trattare con Agnelli bisogna dargli un calcio nei coglioni”. I nostri sgovernanti, prima di trattare con Trump, i coglioni se li martellano da soli e poi, giunti a debita distanza, corrono a dare la colpa a lui.
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Scusate il doppione… non so dove metterlo🤭
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