Da Conte a Fini, dalla riforma della giustizia a Raul Bova, parte la kermesse di FdI. Arianna Meloni: «Grande emozione»

Tra fairplay, valori e lista dei cattivi, Atreju celebra la destra al potere

(ANTONIO BRAVETTI – lastampa.it) – «Non vi siete divertiti? Che dovevamo fa’, ce dovevamo mena’?». Sorriso sornione e un po’ di romanesco. Roberto Gualtieri passeggia tra gli stand di Atreju accompagnato da Giovanni Donzelli. «Lì c’è Babbo Natale – gli dice Donzelli – magari gli vuoi chiedere qualcosa…». Gualtieri ha appena parlato dal palco, un saluto istituzionale, da sindaco, si è preso pure qualche applauso. Nel retropalco un breve saluto con Arianna Meloni. «Che c’è, volevate le botte?».

Dopo un anno al Circo Massimo, la sagra politica della destra italiana torna ad apparecchiarsi nei giardini di Castel Sant’Angelo, risistemati nel frattempo coi soldi del Giubileo. Due anni fa qui arrivò Elon Musk: il miliardario che ora spara contro l’Unione europea si presentò col figlio algoritmo in spalla, X Æ A-XII. Fu l’edizione scombussolata dall’apparizione di Andrea Giambruno, il compagno di Meloni mollato da poco via social.

Porchetta e arrosticini, birre e vin brulé. Presepi e folletti, la pista di pattinaggio sul ghiaccio dove ondeggia Lucio Malan e, poco più in là, la figlia di Galeazzo Bignami. Donzelli porta Gualtieri davanti al “Bullometro” , dove i Fratelli d’Italia danno «i voti alle parole d’odio della sinistra». Un grosso muro con gli «insulti» di Maurizio Landini, Francesca Albanese, Maria Elena Boschi, Adelmo Cervi e anche il cantante rock Brian Molko.

Foto e citazioni incriminate, giudicate secondo «originalità» e «livore». Landini e Boschi si beccano un 10 in livore per aver detto che «Giorgia Meloni è una cortigiana» e che «c’è un posto speciale all’inferno per le donne che non aiutano le donne».

Dalla parte opposta del “Bullometro” ci sono “Le egemonie che ci piacciono” , il pantheon di FdI. Guglielmo Marconi, Gabriele D’Annunzio, Ettore Majorana. Dai classici ai nuovi acquisti: Pier Paolo Pasolini accanto a Charlie Kirk. Si potrebbe obiettare. «Pasolini era il Kirk degli anni Settanta – giura Federico Mollicone – lo stesso coraggio di confrontarsi con chi non era come lui».

«C’è un medico?», grida qualcuno. Appena il tempo di tagliare il nastro, che un uomo sviene sulle scale che scendono ai giardini. Il primo a soccorrerlo è Guido Liris. Aquilano, senatore di FdI e medico. La politica al servizio dei cittadini. Poi spazio ai paramedici.

Quest’anno Atreju durerà dieci giorni, la più lunga di sempre. In attesa di Giorgia Meloni, che chiuderà domenica 14, l’affluenza di pubblico e politici è già alta. Deputate e deputati, senatori e senatrici di ogni dove d’Italia, che di solito lavorano dal martedì al giovedì, hanno rinunciato persino al ponte dell’Immacolata per esser qui. Tira più il castello del Parlamento.

S’intravedono il ministro Urso e la ministra Roccella, il sottosegretario Delmastro che si fa fotografare sorridente sotto la foto di Landini. Nei prossimi giorni pop e politica. Un palco per Abu Mazen come per Raoul Bova e Arianna Meloni a parlare di odio social. Il mondo dello spettacolo rappresentato da Carlo Conti, Mara Venier ed Ezio Greggio. Quello dello sport dal ct del volley maschile Ferdinando De Giorgi. Ma non è che qualcuno viene pagato? «Nessun ospite ha mai preso o prende un euro per venire ad Atreju. A chi in passato ci ha chiesto soldi abbiamo detto no, grazie».

Parola di Francesco Filini, che ogni anno alla conferenza stampa di presentazione della kermesse legge il programma tutto d’un fiato, pagine e pagine zeppe di nomi, un salmo senza fine. «È il nostro momento corazzata Potëmkin», lo canzonano.

Il buio rende ancora più luminoso il gigantesco albero di Natale, il mega orsacchiotto e la grande stella cometa. Gli altoparlanti diffondono radio Atreju: «Voglio dedicare “Unica” di Antonello Venditti a Giorgia Meloni». Paola Concia, trent’anni tra Pci e Pd, è presentata come «la femminista che ha mandato in tilt la sinistra». Eccola: «Per me è la prima volta ad Atreju. Mi sono divertita ad andare in giro per la festa con Delmastro, mi ha anche offerto uno spritz, forse era per drogarmi…», scherza. «Quando Meloni è diventata presidente del Consiglio il Pd ha avuto la necessità di contrapporle una donna giovane, come Elly Schlein. Quindi – sorride – Giorgia Meloni ha fatto bene anche alla sinistra».