Intervista al presidente dei senatori del M5s: “La verità è che il meccanismo europeo di stabilità non funziona. Prendiamo quei soldi per fare altro”

Il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli

(di Gabriella Cerami – repubblica.it) – Utilizzare i soldi del Mes, del Meccanismo europeo di stabilità, come garanzia sugli asset russi congelati «è una dinamica che non ha senso». Stefano Patuanelli, presidente dei senatori del Movimento 5 Stelle, respinge l’idea avanzata dalla Commissione europea e subito appoggiata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

I soldi degli asset russi congelati sarebbero destinati a un prestito che l’Unione europea girerebbe a Kiev per coprire deficit e avviare la ricostruzione, perché non ha senso dotarli di una garanzia?

«Avrebbe più senso dire che il Mes non esiste più. All’interno del Meccanismo europeo di stabilità esistono però risorse già versate dagli Stati membri, si possono utilizzare questi per ricostruire l’Ucraina».

Quindi bisogna abolire il Mes?

«Ha delle condizionalità eccessive. Poi bisogna vedere come questi soldi verrebbero declinati in caso di utilizzo come garanzia sugli asset russi».

Anche la Lega si è detta contraria all’utilizzo dei fondi del Mes come garanzia sugli asset russi. Potreste essere accusati di avere una posizione filo-putiniana?

«Basta con queste accuse ridicole. Anzi, paradossalmente mi sembra più filo-russo chi vuole utilizzare i soldi del Mes come garanzia».

Per quale ragione?

«L’Europa vuole mettere dei soldi a garanzia perché sa bene che questo processo di confisca degli asset russi verrà giù come un castello di carta. O si decide che questi beni confiscati alla Russia vengono portati via e si capisce chi è l’ente preposto a dire che è lecito conquistarli, oppure è meglio muoversi in altro modo. Non ha senso dire “abbiamo conquistato degli asset però mettiamo i soldi come garanzia”. Perché il rischio di doverli dare alla Russia è altissimo. Porto un esempio».

Quale?

«Nel porto di Trieste c’è lo yacht di un oligarca russo. Il sequestro sta già costando all’Italia delle cifre spropositate. Quando sarà confiscato potrà essere venduto e si incasseranno i soldi. Solo allora si potranno utilizzare. Ma utilizzare i soldi russi dovendo però mettere quelli del Mes a garanzia è un ragionamento che non torna».

Forse questa sua posizione è legata anche al “no” M5S all’invio delle armi in Ucraina?

«Sono due discorsi diversi. Noi vogliamo aiutare l’Ucraina finanziariamente e nella fase della ricostruzione. Già nel governo Conte II eravamo contrari all’utilizzo del Mes perché ha condizioni non convenienti. Ma rimane una tipologia di prestito meno impegnativo, più diretto e rapido, senza dover attendere i ricorsi dei russi e la restituzione non solo dei soldi degli asset ma anche di quelli del Mes».