
(Flavia Perina – lastampa.it) – Atreju 2025: non una festa, non un raduno, non solo un evento pop per l’elettorato e per i romani che amano pattinare sul ghiaccio, ma soprattutto un salto di qualità nella guerra ibrida di Fratelli d’Italia contro i suoi avversari. Il campo largo, innanzitutto, che esce tramortito dal duello Giorgia Meloni-Elly Schlein, negato con il puntello di Giuseppe Conte e in nome dell’obiezione: prima diteci chi è il capo dell’opposizione, poi la premier accetterà la sfida. Ma il programma della manifestazione sconquassa anche l’unità sindacale, visto che alla vigilia dello sciopero generale del 12 dicembre Atreju accoglierà sul palco i numeri uno di Cisl e Uil, le Confederazioni che hanno rifiutato la mobilitazione, isolando Maurizio Landini e derubricando la sua chiamata a protesta ideologica, estranea ai veri interessi del mondo dei lavoratori rappresentati da quelli che con il governo parlano, si rapportano, ottengono risultati.
Il racconto politico che Giorgia Meloni punta a costruire per accompagnare gli italiani prima al referendum e poi al voto del 2027, è molto chiaro. “Dall’altra parte”, la parte della sinistra, la parte di chi racconta in giro che la guida dell’Italia è contendibile o addirittura che le piazze possano dare una spallata a Palazzo Chigi, non c’è uno schieramento ma solo un insieme di ambizioni personali incapaci di mettersi d’accordo, divise sulla leadership, immerse in ostilità viscerali verso la destra, poco credibili nella loro pretesa di governare insieme il Paese o di fare il bene di chi ci abita. Non si arriva all’estremo dei “poveri comunisti” inciso sui braccialetti di qualcuno, ma poco ci manca.
Resta un mistero perché Elly Schlein non abbia intravisto l’agguato. Ma assai più incomprensibile è il motivo per cui l’altro protagonista della storia, Maurizio Landini, abbia facilitato la disgregazione del fronte sindacale, che pure capeggiava per numeri e presenza, con una serie di scioperi politici e da ultimo con la battuta sulla “cortigiana di Trump” che lo ha messo in difficoltà persino nel suo campo. La sensazione è che anche lui, come gran parte della cultura progressista, si sia affidato ad analisi datate secondo cui la destra non sarebbe stata in grado di fare breccia nei corpi intermedi a causa della sua lontananza dai valori di riferimento di quei mondi, uguaglianza, diritti, non-violenza, civismo, solidarietà.
Meloni ha aggredito quello stereotipo e l’ha spezzato con la logica del divide et impera che vale fin dai tempi degli antichi romani. Mentre Landini si dava da fare per diventare il nemico perfetto, la premier ha irrobustito il rapporto con la Cisl, portato nella squadra di governo il suo ex segretario Luigi Sbarra, appoggiato la legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa su cui la Cisl aveva raccolto 400mila firme, conquistato la Uil con le concessioni in manovra sulla contrattazione. Risultato: la Cgil è rimasta sola non solo nello sciopero generale, esposta al sarcasmo governativo sul “weekend lungo”, ma ora dovrà spiegare ai suoi perché Daniela Fumarola e Pierpaolo Bombardieri ottengono risultati, dialogano in diretta con la ministra Marina Calderone sul palco, mentre lui è fermo sul suo Aventino.
Diviso il sindacato, divisa l’opposizione, divisa ogni forza che normalmente esercita il controcanto all’esecutivo. Il programma di Atreju 2025, per molti versi, ha già portato a casa il risultato più utile alle strategie del governo, cioè seminare rancori e divisioni nel campo avverso, sentimenti che non sarà facile superare perché è ovvio che ciascun soggetto di questa storia – per primi Elly Schlein e Maurizio Landini – si sente già tradito dai suoi potenziali alleati o dai suoi vecchi compagni di strada. No, non è solo una festa, non solo un raduno per i simpatizzanti, non solo una pista per pattinatori.
E allora dillo chiaro che LA AMI❤️❤️❤️❤️❤️
Un articolo che trasuda stima, ammirazione, quasi stupore estatico al cospetto di cotanta machiavellica astuzia!🙄
E che paaaaaaalleee… altri valori da apprezzare, noo?
“Mentre Landini si dava da fare per diventare il nemico perfetto, la premier ha irrobustito il rapporto con la Cisl“
E capirai! Ci voleva molto ad irrobustire il rapporto con la Cisl, da sempre zerbino leccaqlo di OGNI E QUALSIVOGLIA GOVERNO!!!
Peri’… non ti sopporto, mi sai sempre di viscido.
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