(Adnkronos) – Botta e risposta tra Carlo Calenda e Alessandro Di Battista, con i riflettori accesi sulla Russia e sulle posizioni dell’ex parlamentare grillino. “Credo che occorra chiarire se Alessandro Di Battista – il cui ‘libro’ riprende il nome della campagna di propaganda del Cremlino in Occidente – sia legato in qualche modo a: società di propaganda russe; aziende che fanno business in Russia”, scrive Calenda in un post su X. “Considerato anche il fatto che è ospite fisso di numerose trasmissioni televisive e che in passato, come Salvini, ha firmato un accordo di collaborazione formale con Russia Unita a nome dei 5S. Ci sono io credo gli estremi per una verifica approfondita degli organi preposti alla sicurezza dello Stato”, aggiunge il senatore, leader di Azione. 

“Carletto quindi stai chiedendo agli ‘organi preposti alla sicurezza dello Stato’ di verificare i miei legami con la Russia perché non ti piace il titolo del mio libro? Fantastico”, la risposta di Di Battista, a cui dopo alcune ore segue il nuovo messaggio perentorio di Calenda: “Alessandro, vorrei solo sapere se la propaganda ai russi la fai gratis o pagato. Trasparenza e Onestà insomma, ti ricorda qualcosa?”. 

(Alessandro Di Battista) – Il Senatore della Repubblica Carlo Calenda ha appena chiesto “agli organi preposti alla sicurezza dello Stato” di verificare se vi siano legami tra me e la Russia in particolare con “società di propaganda russa” o “aziende che fanno business in Russia” il tutto perché non gli piace quel che scrivo e in particolare il titolo del mio ultimo libro “La Russia non è il mio nemico”. Questi finti democratici sono campioni di tentativi di censura e vili intimidazioni dall’alto dei loro ruoli. Io credo nelle miei idee e scrivo tutto quel che penso intitolando i miei libri come voglio. A Calenda non va giù che vi siano in Italia cittadini che non si sono bevuti le balle Ue e Nato e che hanno il coraggio di esporsi noncuranti delle puerili rappresaglie mediatiche e politiche.

P.S. Nel 2016, Carlo Calenda, da ministro dello Sviluppo economico si recò in Russia e disse queste parole: “Nessuno ha mai chiuso bottega (con la Russia), in qualunque circostanza. Questo credo è il segno di un’amicizia veramente profonda. L’Italia è sempre stata per costruire un rapporto e per lavorare affinché la situazione si normalizzi il prima possibile. Chiaro che sulla questione delle sanzioni c’è un tema preciso che sono gli accordi di Minsk. Però per esempio quello che noi abbiamo fatto e stiamo facendo è di dire attenzione il rapporto con la Russia è molto più grande di questo”.

E quando la giornalista russa di Rossija 1 (il principale canale dell’azienda televisiva statale) domandò a Calenda se il governo italiano avesse subito pressioni per bloccare gli affari con Mosca questi rispose così: “Secondo lei abbiamo ricevuto pressioni? Qui ci sono tutte le grandi aziende, c’è il presidente del Consiglio, c’è il ministro dello Sviluppo economico, ci sono le grandissime imprese, le associazioni di imprese, le banche, più di cosi non potevamo portare. Dovevamo traslocare il Colosseo”. Rammento che questo lo disse dopo che la Russia aveva annesso la Crimea.