Come per Nova. I 5S ripescano il modello Costituente, il leader cerca voti al centro

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Da solo, ancora. Per provare a dare le carte nel campo largo tornato competitivo. E guadagnare spazio, al centro. Il giorno dopo la festa del centrosinistra in Campania, grazie innanzitutto al “suo” Roberto Fico, Giuseppe Conte – l’ex premier che troppo ex non si è mai sentito – lancia il cantiere per il programma del Movimento per le Politiche del 2027. “Un programma che serva davvero ai cittadini, alle famiglie, alle imprese, costruito dal basso” sostiene l’avvocato, citando come modello Nova, la costituente dell’anno scorso imperniata sulla consultazione degli iscritti.

Quella che ha buttato fuori il fondatore Beppe Grillo e portato i Cinque Stelle nel centrosinistra con la qualifica di progressisti indipendenti, scelta dalla base per schierarsi, ma senza perdere (troppo?) l’anima. “Porterò queste istanze nel confronto con le altre forze politiche del campo progressista, per dare al Paese un nuovo programma di governo” assicura Conte. Tradotto, la mossa l’ha fatta per primo lui, l’avvocato, che rivendica: “Potevo accontentarmi di una schiacciante vittoria con un nostro candidato contro un esponente del governo Meloni”. E invece no, Conte ha fretta di mettersi un passo davanti agli alleati che non vuole chiamare tali. Sorvolando sui dati di lista che non autorizzano trionfalismi nel Movimento. Perché un conto è il 9,1 per cento in Campania, quasi identico al risultato di cinque anni fa, a cui andrebbe sicuramente sommata buona parte del 5 per cento e qualcosa della lista di Fico. Altra questione è il fiacco 7,2 in Puglia, la regione di Conte. E figurarsi il 2 e frattaglie rimediato in Veneto, nel Nord-Est dove il M5S a oggi non esiste. Ben altri numeri ha fatto il Pd di Elly Schlein, che in conferenza stampa fa buon viso a contiano gioco: “Le sue parole sono benvenute, ora è il momento di consolidare il progetto per l’Italia”. E anche Nicola Fratoianni, uscito con animo pesante da queste Regionali per non aver eletto consiglieri in Puglia – quindi neppure Nichi Vendola – giura che non ci sono problemi: “Il fatto che Conte voglia costruire un programma partecipato con i cittadini non è in contraddizione con la necessità di confrontarsi e discutere per definire insieme alcune priorità”. Meglio non dire ciò che tutti hanno notato. Ossia che domenica a Palermo il leader del Movimento ha di fatto aperto con i suoi la campagna per il No al referendum sulla separazione delle carriere che, lo ha ribadito al Fatto a Napoli lunedì lo stesso Conte, “si può vincere, e il successo in Campania è un ottimo scivolo per riuscirci”. Mentre ieri, prima di lanciare la costruzione del programma, l’avvocato aveva sfidato Giorgia Meloni: “Avevate promesso 100 euro di aumento sulle pensioni minime ai campani, se la premier ci sta alziamo assieme la pensione a tutti con la manovra”.

Di nuovo in solitudine, da capocordata. O da aspirante vincitore delle primarie di coalizione. Perché poi sempre lì si torna. Con un maggiorente del Movimento che lo fa notare: “Da settimane non parliamo più, o lo facciamo pochissimo, di reddito di cittadinanza. Giuseppe non fa altro che insistere su sicurezza, tasse e imprese”. L’insicurezza nelle città è uno dei punti che non a caso l’ex premier cita nel suo post, assieme alla necessità di dare risposta alle imprese, “nell’Italia a crescita zero”. Spiegato ancora meglio, “Conte cercherà dalla base punti per ampliare la nostra offerta politica” è la lettura diffusa nel M5S. Così da inseguire i voti anche al centro e toglierli pure ai dem, ormai radicati a sinistra. “Hanno anche riaperto la rivista Rinascita” ricordano i 5Stelle. Come a sottolineare quanto sia rosso il Pd dell’era Schlein. Ma ora come verrà costruito il programma di governo del Movimento? Stasera Conte entrerà nei dettagli con i parlamentari, in un’assemblea congiunta. Ma vuole fare in fretta, assicurano. Ergo, dicono, “non ci saranno i tavoli preliminari come era avvenuto per Nova”. Il capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi invece tocca il punto politico: “Questo è un modello aperto a tutti. Per far tornare le persone a votare, bisogna coinvolgerle”. Anche con l’ennesimo rilancio di Conte.