I ministri sono intervenuti alla Conferenza internazionale contro il femminicidio

14/11/2025 Roma, Tavolo interistituzionale di coordinamento anticorruzione internazionale. Nella foto  il Ministro della Giustizia Carlo Nordio

(repubblica.it) – “Il maschio non accetta la parità, il suo codice genetico fa resistenza”, ha detto Carlo Nordio alla Conferenza internazionale contro il femminicidio. Allo stesso evento, la collega di governo e ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha sostenuto che “non c’è correlazione tra educazione sessuale e un calo dei femminicidi”.

Nordio: “Maschio non accetta parità, il suo codice genetico fa resistenza”

“Io mi sono sempre chiesto – afferma Nordio -, da modesto studioso anche di storia, come mai siamo arrivati a questa prevaricazione continua, ininterrotta, secolare, millenaria, dell’uomo nei confronti della donna: è una risposta se vogliamo un po’ darwiniana della legge del più forte”.

Il ministro prosegue: “Nel senso che dai primordi l’unico criterio di forza era quello della forza fisica, della forza muscolare. E poiché la natura ha dotato i maschietti di una forza muscolare maggiore di quella delle femminucce dai primordi dei tempi, questo unico criterio di superiorità ha diciamo fondato il cosiddetto maschilismo. Se andiamo a guardare la storia dell’umanità, vediamo che purtroppo, salvo rare eccezioni, è un continuo dominio maschile”.

Secondo il Guardasigilli “tutto questo ha comportato una sedimentazione anche nella mentalità dell’uomo, intendo proprio del maschio, che è difficile da rimuovere perché è una sedimentazione che si è formata in millenni di sopraffazione, di superiorità. Quindi anche se oggi l’uomo accetta, e deve accettare, questa assoluta parità formale e sostanziale nei confronti della donna, nel suo subconscio, nel suo codice genetico trova sempre una certa resistenza”.

“Ecco perché – spiega ancora Nordio – secondo me è necessario intervenire con le leggi, con la repressione, con la prevenzione. Ma è soprattutto necessario intervenire sull’educazione. Un po’ come fanno gli psicologi, gli ipnotisti, gli psicanalisti, quando trovano una specie di tara mentale che deriva da un trauma adolescenziale, noi dobbiamo cercare di rimuovere dalla mentalità dei maschietti questa sedimentazione millenaria di superiorità che continua a tradursi in questi atti di violenza”.

Roccella: “Femminicidi non calano con educazione sessuo-affettiva”

Per Roccella “Se vogliamo parlare di educazione sessuo-affettiva ne parliamo, ma lateralmente, perché se guardiamo ai Paesi dove da molti anni è un fatto assodato – come per esempio la Svezia per dire quello più noto al mondo – non c’è correlazione con una diminuzione dei femminicidi: la Svezia ha più violenze e più femminicidi di noi”. E aggiunge: “Non voglio criminalizzare la Svezia, ma non c’è una correlazione fra l’educazione sessuale a scuola e una diminuzione di violenze contro le donne. Quindi possiamo parlarne, ma non mettiamole insieme”.