Ci sono molte sfumature tra il collaborazionista e chi non aderisce al principio di Nato o barbarie. La guerra in Ucraina chiamata dal Cremlino “Operazione militare speciale” è iniziata il 24 febbraio del 2022 In quasi 4 anni la Russia continua ad avanzare ma molto lentamente a costo di perdite in vite umane molto elevate

(Domenico Quirico – lastampa.it) – Ma insomma: dove sono i putiniani? È forse una razza portentosamente impagliata a grandezza naturale? Anzi: esistono i putiniani, i filorussi, reincarnazione aggiornata degli antichi supporter di Baffone, di Cruscev perfino di Breznev, ovvero gente che al momento buono, quello del passare dalle chiacchiere agli atti, tirerebbe fuori le bandiere della Federazione russa accuratamente nascoste in cantina in attesa della epifania del Piccolo Padre delle autocrazie, del Vento dell’est versione riveduta e corretta, e maniacalmente coatto lo piazzerebbe sul personale balcone? Pronto a obbedire e a credere, se non proprio a combattere.

Se usciamo dalla semantica degli eufemismi e dalle arzigogolate manovre dei politici nostrani a cui di quello che accade tragicamente tra Odessa e il Donbass importa meno che una elezione amministrativa nel triveneto, perché mai in Italia anno domini 2025 terzo millennio qualcuno dovrebbe esser putiniano? In nome di che cosa? Il presunto putiniano italico mi sembra un Innominato matusalennamente ridestato da utilitaristiche rivisitazioni dell’allarmi, nemico alle porte! Si può ragionevolmente credere che ci sia qualcuno disposto a cadaverizzarsi su quell’abborracciato patchwork che sarebbe il putinismo: Borodino a braccetto con Stalingrado, Santa Russia e l’Internazionale, capitalismo oligarchico e soprattutto galere? Una sgangherata ricapitolazione storica davvero poco raccomandabile in cui perfino i russi sghignazzano e fanno fatica a inventariarla: figuriamoci eventuali virgulti e apostoli di Chivasso o Catanzaro disposti a immergersi nella stessa pece. Le ideologie, forse, tentano e sviano. Ma a Mosca dove è la ideologia?
Ammiratori della Forza autocratica come categoria dello Spirito forse? Ma quale? Una forza che non riesce neppur ad aver ragione in quattro anni degli scalcagnati ex sudditi ucraini? E che dovrebbe entro cinque anni! avanzare verso di noi simile a una inondazione.
Eppure… Più gli anni passano (quelli della ormai eternizzata guerra nelle pianure del centro Europa, quello sì il vero problema), più si acclimata, dalle nostre parti soprattutto, un maccartismo un po’ goffo, sbilenco, un maccartismo da cucina che denucia: spie… infiltrati… seduttori subdoli… doppiogiochisti! voci ahimè autorevoli annunciano il dilagare di ibride intromissioni e predicano ferree cautele, versione aggiornata del vecchio, primitivo taci il nemico ci ascolta. Si moltiplicano le rivelazioni: infiltrazioni russe attraverso prezzolati dal titolo accademico e quinte colonne di più bassa lega “social”, in attesa che arrivino anche qui i misteriosi droni e chissà quali altre avvenieristiche diavolerie. Indagini lombrosianamente antropometriche misurano i tiepidi e gli esitanti nelle maledizioni antirusse, sarebbero già elementi patogeni della famiglia autoritaria.
Domanda. Non si rischia in questo modo di rendere reale ciò che reale non è, ovvero moltiplicare in modo contagiosamente tracotante i pochi grulli che trovan simpatico il sorrisino di Putin o fanno e rifanno i conti in tasca di quanto ci costa resistere (è vero, con scarsi risultati) a fianco di Kiev? Non si dà credito perfino al manipolo di “esperti” che hanno accettato il ruolo di controcampo all’Occidente uguale al Bene, sospettati, misericordia! di esser devoti ai rubli di Mosca?
Allora per definire i putiniani si è costretti ad operare “a contrario”. Secondo molti lo sarebbero tutti quelli che non sono dichiarati, sottoscritti, entusiasti “perinde ac cadaver” dell’Occidente, semplificato in Nato, Unione europea e Stati uniti. Ma qui la ingombrante presenza di Trump consente alcuni sostanziosi distinguo. Che non si uniscono al polifonico coro della necessità del riarmo.
È un concetto pericolosamente sviluppabile proprio per la sua indeterminatezza. Putiniani quindi diventano tutti i cosiddetti pacifisti che ormai è nebbiosa e smunta categoria assimilabile all’insulto. Un tempo la “gauche” anche nostrana li trovava carini, un piccolo mondo antico come si deve. Oggi equivale a vigliacchi pantofolai, disposti a tutto pur di dormir sonni tranquilli, o a utili idioti che non si accorgono di sognare ad occhi aperti mentre alle loro spalle scatta la tagliola dell’uomo del Cremlino. Manovali pronti al soccorso sarebbero anche coloro che, pur considerando nefasta e orribile la vittoria di Putin, ricordano che le strategie messe in piedi a Bruxelles finora non hanno prodotto alcun risultato; e che render permanente la guerra, riproponendo blocchi e cortine di ferro o porcospini di acciaio, fa il gioco proprio di Putin. Lui che nel torbido brodo della guerra permanente nuota benissimo e si rafforza. Tra il collaborazionista e chi non aderisce al predicatorio: Nato o barbarie, forse ci sono larghi spazi di pensiero. Critico, non putiniano.
Quirico frustrato non sa che pesci prendere .La mette sul complicato con paroloni e fesserie camuffate da grande pensiero ma non c’è niente da fare : il quadrato resta tale e quindi il cerchio non si chiude . Rincorre i putiniani che sono solo nella sua testa e non si dà pace ,nega le ragioni di chi non la pensa come lui con un fanatismo irrazionale ,crede che vi sia una Spectre ossia un organizzazione che mette insieme i nemici dell’ occidente residente in occidente . Cosa gli fa pensare che i comunisti filosovietici siano diventati estimatori del “fascista” presidente oligarca attuale in stretto connubio con Orban ,fascista anche lui ? E ,porca miseria, come fa un fascista a lottare strenuamente contro i nazisti banderiani alleandosi con i marxisti cinesi ,cubano, brasiliani e venezuelani ? Sono questi i dilemmi che non fanno dormire il folle Quirico .
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Bravo, ottimo commento.
Adesso se hai tempo prova anche a leggere l’articolo che hai commentato.
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Cesare, a me sembra l’esatto contrario…pur col solito linguaggio arzigogolato (e pure con qualche errore, oggi… Matusalennamente non si può leggere), Quirico non attribuisce “putinismo” ai vari critici dei numerosi aspetti dell’attuale situazione.
L’ultimo, finalmente conciso, concetto lo certifica: “Critici, non putiniani.”
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🎶Da dam, da dam, da dam
“Pesce Veloce del Baltico”
Dice il menu, che contorno han
Torta di mais e poi servono
Polenta e baccalà cucina povera e umile
Fatta d’ingenuità caduta nel gorgo perfido
Della celebrità della celebrità
Da dam, da dam, da dam🎶
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Io con le scoperte metto il carico da undici: il fiasco
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Seppur con una scrittura da incubo, Quirico è riuscito a farmi sorridere.
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Dove sono i putiniani?
Ci sono, ci sono. Garantisco io.
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Pur intervenendo poco, trovo sempre stimolanti le domande, retoriche o meno, le cui risposte potrebbero rappresentare una fotografia nitida del come si percepisce la Politica.
Putiniani. Chi sono? E perché vanno definiti così? Mi spiego uno/a che riconosce le ragioni della Russia nel conflitto contro l’Ucraina e chi la supporta è “putiniano”?
Secondo me No. A caso cito Travaglio, Di Battista, la Basile, Santoro, Pubble. Mi sembrano tutti sostenitori di quelle ragioni ma nessuno di loro è mai stato un “cantore” del leader del Cremlino.
Pure qui, su Infosannio, ci sono molti interventi di persone, cito Alessandra per tutti, ragionevolmente comprensive delle “ragioni” della Russia ma per nulla “putiniani”.
Può fare eccezione qualcuno/a ma ho difficoltà ad individuarlo/a. Mentre coloro che considerano un “criminale” Putin si palesano sempre. E sappiamo chi sono.
Ma anche se qualcuno non considerasse Putin un “criminale” non vuol dire che sia “putiniano”. È la chiave di lettura degli eventi politici, geopolitici, di cronaca, di strategie, che può differire. E posso rifiutare tesi che sostengono “crimini” attribuiti al Presidente Russo. Ovviamente per documentazione alternativa. Ma questo non rende “putiniano”.
Ma in sostanza bisognerebbe chiedersi come e perché si giudica un leader politico. Soprattutto in realtà geografico/storiche lontane da noi.
Negli ultimi 25 anni, nel MONDO, avete sentito fortemente rappresentativi delle vostre idee, dei vostri principi, ne avete apprezzato l’acume nell’analisi propedeutica ad un azione politico/programmatica, qualcuno/a dei protagonisti? Credo sia difficile trovare dei nomi “oggettivi”. La stessa Merkel è rappresentativa di quali idee e progetti condivisibili?
Ripercorrete i nomi, negli ultimi 25 anni, dei principali attori politici d’Occidente e non. E ditemi chi abbia incarnato meglio una via politica che condividete.
Nonostante tutto, credo nel mondo intero, l’autorevolezza “non criminale” di Putin si stagli ben sopra la media.
Dire questo, sì, è “putiniano”.
Ma da libero battitore senza rubli, né magliette da indossare…
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