(Tommaso Merlo) – Non si sa se Putin abbia le foto di Trump che lo ciuccia a Bubba, si sa solo che Bubba non è Bill Clinton. Lo ha specificato il fratello di Jeffrey Epstein, autore della email che conferma il fattaccio ma lascia un enorme dubbio su chi possa essere il fortunato destinatario delle grazie presidenziali. Squallide scene da fine impero, roba da far impallidire perfino i complottisti più intransigenti. Perché di chiunque sia stato il pisello incriminato, una foto del genere può avere inciso sulla politica internazionale degli ultimi anni se davvero finita nelle mani del Cremlino oltre che dei sionisti visto che Jeffrey Epstein era un asset dei servizi segreti israeliani. I fatti dicono che Trump è sempre stato un grande ammiratore di Putin, si è visto in Alaska dove ha lucidato i mocassini allo Zar senza cavarne un ragno dal buco. Trump è poi sempre stato contro la guerra in Ucraina fregandosene dei russofobi europei e di quelli intestini. Non è riuscito a fermarla per la potenza dello stato profondo e la sua incompetenza, ma ci ha sempre provato. E che dire del genocidio, ci mancava solo che Trump prendesse un mitragliatore e andasse a Gaza a sparare di persona a qualche palestinese affamato. Uno zimbello sionista e vedremo se pure la finta tregua e il piano neocoloniale per Gaza, ha a che fare col più grande scandalo di pedofilia della storia. Con oltre mille vittime e il coinvolgimento del gotha mondiale. La notizia del giorno è che il Congresso americano ha votato quasi all’unanimità il rilascio dei documenti dello scandalo, e questo dopo che per mesi Trump ha fatto di tutto per impedirlo coi suoi scagnozzi piazzati a capo della FBI e del Ministero della Giustizia. Trump è stato costretto a cedere per una vera e propria rivolta nel suo stesso partito. Sprazzi di democrazia, con parlamentari che per una volta han dato retta ai cittadini e perfino alla loro coscienza invece che al boss di turno e alle lobby che gli sponsorizzano la carriera. Per vincere le elezioni Trump ha cavalcato lo scandalo Epstein promettendo trasparenza, poi una volta alla Casa Bianca si è messo ad insabbiare come un pazzo. Il motivo si è capito strada facendo, quando sono emerse migliaia di email che hanno confermato come Trump sia stato per anni culo e camicia con Epstein e la sua complice oggi in galera per traffico di minori. Epstein era di casa a Mar-a-Lago, ospite anche quando Trump era già presidente nel 2017 e lui un pedofilo rinomato. Trump quindi ha già mentito spudoratamente negando che sapesse del giro di pedofilia, che esistessero dei documenti compromettenti e che fosse amico intimo di Epstein. Ha ceduto solo quando ha capito che non c’era più nulla da fare. Adesso manca solo la sua firma e secondo i più maliziosi potrebbe ancora tentare un colpo di mano per coprire perlomeno i documenti più scabrosi, secondo altri invece i servizi segreti hanno già eliminato il materiale più compromettente. Del resto sono mesi che lo maneggiano con una scusa o l’altra e la corruzione anche morale dell’amministrazione americana è ai massimi storici. Al punto che tra i palazzi di Washington aleggia lo spettro di Nixon e in molti sperano in un passo falso che porti alle dimissioni presidenziali. In una email Epstein si vantava di essere l’unico a poter far cadere Trump, mentre in un’altra racconta che Trump è stato per ore a casa sua con una vittima. Ma entrambi si sono misteriosamente suicidati ed è questo il punto. Non è facile trovare la pistola fumante dopo anni e coi servii segreti veri protagonisti occulti dello scandalo. L’unica certezza è che ragazzine minorenni venivano sessualmente sfruttate per ricattare ricchi e potenti, ma non si conoscono i veri burattinai politici. Finora è rotolata solo la testa del fratello del Re d’Inghilterra e quella dell’ex presidente di Harward, ma la lista è lunga e tra i nomi eccellenti emersi dalle email spicca quello dell’ex premier israeliano Barak e di Steve Bannon, l’ideologo del sovranismo nero paladino dei valori cristiani per arginare l’invasione degli incivili. Squallide scene da fine impero da far impallidire anche i complottisti più intransigenti. Quanto a Trump, ha già preannunciato la sua linea difensiva, negare su tutta la linea e buttarla nella solita cagnara da complotto politico. Ma un conto è l’aspetto giudiziario con le vittime degli abusi sessuali che hanno sacrosanto diritto alla verità, un altro è l’aspetto politico. Non è pensabile che l’uomo più potente del mondo sia non tanto un vecchio maiale, ma ricattato e ricattabile. Anche se Bubba non è Bill Clinton, che girino foto di Trump con qualche pisello in bocca o chissà cos’altro, è politicamente insostenibile. Per questo tra i palazzi di Washington aleggia lo spettro di Nixon e in molti sperano in un passo falso in modo da arrivare alle dimissioni di quello che i cittadini americani hanno già sentenziato essere, il peggiore presidente della storia.