Auto fuorilegge: in Italia 2,9 milioni di veicoli su strada senza assicurazione. Aumentano le fughe dopo aver causato incidenti. Il record dei «furbetti» a Napoli e in Valle d’Aosta

(Federico Genta – lastampa.it) – La percentuale, da sola, non rende l’idea. Ma è come se tutte le auto in giro per Roma fossero senza assicurazione. In Italia ci sono quasi tre milioni di veicoli fantasma. E attenzione, qui non si parla di moto d’epoca esposte in una teca o di mezzi sgangherati abbandonati nel cortile di casa.
L’ultima stima di Ania – l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici – è stata fatta incrociando il totale delle polizze con i dati della Motorizzazione civile: i veicoli fuorilegge presi in considerazione circolano liberamente sulle strade italiane.
Il fenomeno preoccupa perché non può che far crescere i casi di pirateria della strada: gli automobilisti che scappano dopo aver provocato incidenti, anche gravi. E perché, dopo anni di flessione, è tornato a crescere. Così, dal 5, 2% del 2021 si è arrivati al 6, 1% dello scorso anno. Appunto, 2, 9 milioni di casi.
Il record di non assicurati spetta alle isole e alle Regioni del Sud – a Napoli è fuorilegge un’auto ogni sette, a Reggio Calabria una ogni dieci – ma è il Nord la vera sorpresa. In senso negativo: nel giro di due anni si contano oltre 300 mila veicoli non assicurati in più (erano 900 mila del 2022). Un balzo del 53,5% che porta sopra la media Milano (7,2%), Torino (6,7%) e Trento (6,5%). La maglia nera va ad Aosta, che raggiunge la doppia cifra con l’11,3% di veicoli circolanti e privi di polizza.
Eppure, gli automobilisti che decidono di viaggiare «scoperti» rischiano grosso: oltre al sequestro del veicolo, e alla decurtazione di cinque punti dalla patente, le multe variano da 866 fino a 3.464 euro.
«La non assicurazione dei veicoli, oltre a essere una violazione della legge, crea gravi danni al sistema. Riducendo la raccolta dei premi Rc auto di circa un miliardo di euro, comporta un mancato gettito per le finanze pubbliche pari a oltre 280 milioni», spiega Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania. E il maggior incremento del fenomeno al Nord?
«I fattori sono due: la maggiore concentrazione di veicoli circolanti rispetto al Centro e al Sud, in crescita nel 2024, e l’oggettiva difficoltà di verifiche su strada da parte delle forze dell’ordine. I controlli potrebbero diventare molto più capillari ed efficaci con l’uso dei dispositivi telematici per la lettura delle targhe come Telepass, autovelox, Tutor, Ztl, ma manca il decreto di omologazione atteso dal 2012 e più volte sollecitato dall’Ania».
Un capitolo a parte sono le truffe: assicurazioni false spacciate per vere. Siti online che offrono coperture a prezzi stracciati, salvo poi risultare del tutto inesistenti. In alcuni casi i documenti non vengono nemmeno consegnati ai clienti: una volta incassati i primi bonifici, gli autori del raggiro si danno alla macchia. Le organizzazioni più raffinate, invece, consegnano copia dei contratti stipulati del tutto verosimili. L’ultimo caso noto risale al 2 settembre.
Francesco, 29 anni di Latina, si accorge che l’assicurazione della sua auto, pagata 320 euro attraverso una polizza online, in realtà non è mai stata attivata. I codici Iban del destinatario permettono ai carabinieri di rintracciare un trentasettenne, già noto per reati dello stesso tenore. In attesa di chiarire quante siano le persone finite nella sua trappola, è stato denunciato a piede libero. Catania, 8 agosto.
La polizia scopre come due pregiudicati, 36 e 66 anni, riuscivano a incassare non meno di cinquemila euro al mese. Come? Offrivano polizze a prezzi stracciati agli automobilisti di mezza Italia. E una volta incassato il denaro non rispondevano più ai solleciti dei malcapitati.
L’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, invita a verificare sempre l’Albo delle imprese di categoria e il Registro unico degli intermediari. E se si tratta di agenzie estere, purché nello Spazio economico europeo: diversamente i contratti non possono essere validi. Con un’attenzione particolare alle diciture, perché spesso gli operatori abusivi utilizzano il nome di un’impresa regolarmente autorizzata e modificano una sola lettera. Tanto basta per cadere in trappola. Per contrastare le truffe on line, l’Ania ha messo a punto «Linee guida» per le compagnie. L’obiettivo è di individuare e realizzare, d’intesa con l’Ivass, azioni preventive, correttive e repressive, vale a dire dall’informazione al pubblico fino alle azioni legali, dei «siti fake».
Facciamo un po di pubblicità alle assicurazioni… poverini!
Con il mercato libero ci dovrebbe essere un briciolo di concorrenza e invece nel sacro suolo italiota fanno a gara a chi rastrella più capitale.
Nel periodo covid i veicoli circolanti erano meno della metà e gli assicuratori non se ne sono accorti.
Quando non c’era il libero mercato le tariffe erano (apparentemente) proporzionali agli incidenti. Oggi sembra che le tariffe siano legate all’ingordigia dei proprietari.
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Un neo patentato che compra una macchina da poche migliaia di euro poi ho bisogno di accedere a un mutuo per pagare l’ assicurazione.Sono ancora pichi 3 milioni di portoghesi 🤔
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