Per Washington, la Prioritized Ukraine Requirements List (Purl) è una colonna portante della politica americana riguardo l’assistenza militare all’Ucraina. E Roma dovrebbe salire a bordo

(di Tommaso Ciriaco, dal nostro corrispondente (New York) Paolo Mastrolilli – repubblica.it) – «Saremmo lieti di vedere l’Italia partecipare all’iniziativa Purl». Pur usando tutto il tatto diplomatico possibile, obbligato visto che l’amministrazione Trump tiene al rapporto con il governo di Giorgia Meloni e non cerca strappi, il messaggio che il dipartimento di Stato consegna a Repubblica è molto chiaro. La Prioritized Ukraine Requirements List (Purl) è una colonna portante della politica americana riguardo l’assistenza militare a Kiev. E Roma dovrebbe salire a bordo.
PUBBLICITÀ
Il progetto è decisivo perché fa la differenza tra la linea scelta da Biden, che mandava gli aiuti senza pretendere contropartite economiche, e quella del nuovo presidente, che invece chiede agli alleati europei di comprare le armi prodotte negli Usa e consegnarle a Zelensky. Se proprio l’esecutivo decidesse di restarne fuori, insomma, sorpresa e delusione a Washington diventerebbero difficili da nascondere.
Un passo indietro. È stato Trump a volere il Purl. Come condizione per continuare il proprio impegno al fianco di Zelensky; ma soprattutto, perché gli consente di sostenere di fronte all’elettorato Maga che gli Usa non regalano soldi pubblici e, anzi, li incassano attraverso gli acquisti dei partner. Il programma è diventato cruciale quando sono emerse le prime crepe nel rapporto con Vladimir Putin, poco dopo il fallito vertice di Anchorage. È stato proprio in quella fase che la Casa Bianca ha deciso di spingere il Cremlino a sedersi al tavolo del negoziato alzando non solo la pressione economica – ad esempio con le nuove sanzioni imposte al settore petrolifero russo – ma anche attraverso le forniture di armi. La Germania è stata tra i primi partner della Nato a destinare mezzo miliardo di dollari al Purl. E proprio ieri Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia e Svezia hanno annunciato che finanzieranno il progetto con altri 500 milioni di dollari.
È un problema politico, per Meloni. Non a caso, la posizione ufficiale che circola a Palazzo Chigi è lapidaria: è in corso una riflessione, decideremo. L’opzione di aderire al programma è dunque lì, sul tavolo, in attesa di una scelta definitiva. Ufficialmente per ragioni di bilancio, in realtà per una serie di nodi politici da sciogliere: non sono infatti i 140 milioni di contributo ipotizzati come prima tranche italiana da destinare alle armi Usa a frenare l’eventuale disco verde al Purl. Semmai, Palazzo Chigi teme in questa fase passi falsi di fronte all’opinione pubblica, proprio mentre il Parlamento deve approvare una manovra austera e contestata da Lega e Forza Italia.
Nelle ultime ore, poi, si è aggiunta un’altra preoccupazione: la pressione ucraina sull’Italia si è fatta insistente, sempre più insistente, e potrebbe prima o dopo emergere anche pubblicamente. Il governo di Zelensky, si apprende, ha fatto sapere all’esecutivo Meloni che per Kiev è fondamentale che Roma aderisca a Purl. E questo perché il progetto rappresenta l’unica strada praticabile per ottenere armi contraeree per difendere l’Ucraina dall’aggressione di Mosca. Servono Patriot, urgono Himars. Anche perché i missili per i Samp-T donati da Italia e Francia sono esauriti da mesi. E non si prevede che la Difesa ne invii degli altri.
L’annullamento della missione del titolare della Difesa Guido Crosetto a Washington, dove era atteso per un bilaterale con l’omologo statunitense Pete Hegseth, ha fatto il resto. Come rivelato da Repubblica, la visita è stata cancellata proprio dopo un colloquio a Palazzo Chigi tra il ministro e Giorgia Meloni. A pesare, tra l’altro, l’ostilità di Matteo Salvini agli aiuti per Kiev.
Proprio a seguito del cambio di agenda, questo giornale ha quindi chiesto al dipartimento di Stato americano un commento su tre punti: primo, la mancata missione di Crosetto; secondo, perché è importante che l’Italia partecipi al Purl; terzo, quali potrebbero essere le conseguenze se non lo facesse. Sul primo quesito, un portavoce ha detto: «Apprezziamo l’Italia come forte alleato e amico della Nato». Vero, come anche il fatto che Washington non cerchi in questa fase una crisi diplomatica con Roma. Quanto agli altri due punti, è giunta un’unica risposta: «Saremmo lieti di vedere l’Italia partecipare all’iniziativa Purl». Un segnale dal significato inequivocabile. L’amministrazione Trump si aspetta un contributo da Roma. Se venisse meno, lo stesso presidente resterebbe deluso.
Si aprono le scommesse.
"Mi piace""Mi piace"
Visto che metà delle armi e dei soldi inviati in Ucraina spariscono nel nulla, forse dovremmo semplicemente inviarne il doppio. Chissà perché non ci hanno pensato…
"Mi piace""Mi piace"
OOOOHHH Yes.. la risposta della Colonia italia.
A quando la delocalizzazione dell’industria e i dazi da pagare?
A quando la nuova moneta Eurodollaro?
I
"Mi piace""Mi piace"
Ci volevano gli allegri dinamitardi di Repubblica per sapere che a Trump interessa incassare montagne di dollari per cercare di risanare la finanza scassata Usa ? Il problema è semmai quello di scassare le nostre di finanze già messe piuttosto male e per giunta per un fine non proprio dei piu nobili cioè mandare altre armi a un paese sconfitto e corrotto che vuole continuare a mandare al macello migliaia di giovani mentre i politici rubano e comprano ville in occidente dove si preparano a scappare visto l’ esito del conflitto.
"Mi piace"Piace a 2 people
Giornalisti che prima nascondono le notizie e poi ,quando poi viene fiuori alla luce del sole la realtà nascosta, e non ne possono fare a meno, SI MERAVIGLIANO che sia successo!
Ipocriti!
"Mi piace""Mi piace"
…e le stelle stanno a guardare!
"Mi piace""Mi piace"
TRUMP CI FA SAPERE CHE GLI USA SARANNO MOLTO CONTENTI SE CI STROZZIAMO PER COMPRARE ARMI AMERICANE
MA ALLA MELONI INTERESSA SOLO CHE IL BOSS LA CONSIDERI ‘GIOVANE E BELLISSIMA’ visto che gli piacciono le minorenni, magari la scambia per una bambina
"Mi piace"Piace a 2 people
Armi? Armi?
Guardate questo video!
E’ un TIRO A SEGNO da parte dei droni russi contro i fanti ucraini!
QUESTA è la guerra.
https://s5.cdnstatic.space/wp-content/uploads/2025/11/pok1-1-2.mp4
E’ SPAVENTOSO, orrendo cosa sia diventata la guerra oramai, come in Terminator ma con i drone-robot minuscoli anziché giganteschi.
E questo è il superstite del GUR dell’elisbarco del 31 ottobre scorso:
https://s5.cdnstatic.space/wp-content/uploads/2025/11/shakhun.mp4?_=1
Ma di che ca22o parliamo allora?
Lo hanno mandato lì assieme ad altri 28-29 soldati massacrati prontamente dai droni russi!!!
Questo è quello che si vuole?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Epperò da stasera sembra che donaltrumpette abbia ridotto i dazi sul parmiggiano e prosecco…sulle armi e sull’acciaio no, mica scemo!
"Mi piace""Mi piace"