Regionali/1 Il 5S deve farcela per salvare il campo largo. Per i sondaggi è in vantaggio, la destra lo attacca per la barca È derby tra le liste di De Luca e del candidato presidente

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – Nel cortile che è un inno al barocco, il candidato a cui è aggrappato tutto il campo largo bacia e abbraccia, come suo dovere. “Mancano altri dieci giorni” sospira come un maratoneta sotto sforzo Roberto Fico. E poi? “Vincerò. E poi però bisognerà fare la giunta…”. Nella sera di Caserta, davanti ai ricordi del fasto che fu di Palazzo Paternò, il 5Stelle si concede un sorriso aperto, sincero. Un veterano della politica locale osserva la scena, e il suo sorriso è d’ordinanza, tattico. Poco dopo sussurra: “Roberto vincerà, con un margine dagli otto ai dieci punti. Però il punto resta quello, quanto prenderà la lista di De Luca e quanto peserà lui. Perché la prima questione è se arriverà sopra o sotto quella dei Cinque Stelle, la seconda è quanti consiglieri eleggerà il presidente. Anche perché i deluchiani non sono solo nella sua lista, mi creda…”.
Facile crederlo, a giudicare voci e ansie nel centrosinistra che deve prendersi la Campania per non saltare in aria, e infatti il 20 Giuseppe Conte ed Elly Schlein scenderanno a Napoli a sostenere Fico. Anche come risposta a Giorgia Meloni che incita al sorpasso i suoi e che stasera con gli altri leader delle destre sarà a Napoli per spingere Edmondo Cirielli: meloniano, ma non fedelissimo. Poco male, perché ormai siamo quasi in fondo, “e questa in Campania è una partita nazionale, va vinta perché dopo andremo direttamente alle Politiche” certifica il dem Stefano Graziano. Nel frattempo Fico ha salutato mezzo Pd, dal segretario regionale Piero De Luca – “il De Luca buono” finge di scherzare un 5Stelle – all’europarlamentare Sandro Ruotolo, fino a Susanna Camusso, l’ex segretaria Cgil mandata dal partito a commissariare i dem locali. È lei ad aver buttato fuori dal Pd nove persone per lo scandalo del tesseramento gonfiato di due anni fa. E il primo a cui ha negato l’iscrizione è Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale, capolista in loco per “A testa alta”, la creatura deluchiana. Perché poi si ritorna sempre allo Sceriffo: in antichi rapporti anche con Franco Picarone, ricandidato dai dem nella sua Salerno nonostante sia indagato per associazione a delinquere. E pure, assicurano, con Maurizio Petracca, in lista per il Pd ad Avellino.
Tra i suoi candidati e i vecchi amici nelle liste degli altri, De Luca potrebbe avere il pallino in mano nel futuro Consiglio. Anche se, causa i veti di Fico, ha perso per strada un “generale” come Giovanni Zannini, che la scorsa volta prese oltre 21 mila voti, e ora potrebbe spostarne “almeno 30 mila”, dicono, proprio a Caserta e provincia. Dopo le polemiche ha traslocato in Forza Italia. “Qui FI è Zannini, semplice” riassume il senatore del Movimento Agostino Santillo, che vive giornate infinite: “Incontro parti sociali, cittadini, come Movimento dobbiamo provare a prendere il 10 per cento. Ma bisogna tenere la guardia alta…”. Obbligatorio, nella terra che è il fortino dei Casalesi, camorristi che soldi e potere li hanno consolidati anche con le discariche e i rifiuti pericolosi, piaga antica della zona. In un documento zeppo di proposte inviato ai candidati, Libera Campania spiega che “solo nel 2024 nella regione si sono registrati oltre 27 mila reati spia, che possono indicare un’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico”. I clan si cibano di tutto, “anche del gioco d’azzardo, che è un’emergenza” ricorda il coordinatore della segreteria di Libera, Mariano Di Palma. Ne sanno qualcosa anche a Caserta, dove a maggio il Comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Il sindaco del Pd ha presentato un ricorso al Tar, nell’attesa decidono tutto i commissari.
Al tavolino di un bar, l’ex assessora all’Ambiente, la 5Stelle Carmela Mucherino, ora candidata alle Regionali: “Il M5S non si era presentato alle Comunali, poi al ballottaggio abbiamo appoggiato il candidato dem e sono entrata in giunta. Le imprese del settore neanche le incontravo, usavo come tramite un funzionario per ottenere offerte migliorative sugli appalti. Certo, qualcuno usciva dal Comune urlando…”. Poi, però? “Una mattina è arrivata la notizia della richiesta di arresti domiciliari per due assessori, e poche ore dopo mi sono dimessa”. Accanto, un altro candidato del Movimento, Federico De Matteis. Domanda: la base vi chiede perché siete alleati con De Luca, Mastella e Cesaro? Lui lo ammette: “Sì, continuamente, e io rispondo sempre che da soli non possiamo cambiare le cose, ma che il nostro punto di partenza resta la legalità”. In sala, il coordinatore del Movimento Giuseppe Buompane guarda già oltre: “Vinceremo, ma dovremo dimostrare che abbiamo un piano valoriale come coalizione”. Fico stringe mani e lo dice a tutti: “Mi raccomando, andate a votare”. Della partecipazione ha fatto il filo rosso della campagna. Teme l’astensione come una botola, anche se dal M5S ripetono quel numero come uno scongiuro: “Dieci punti, Roberto è avanti di dieci”. In sala parla di telemedicina “grazie a cui anche chi sta nelle aree interne potrà curarsi”. La platea – un centinaio di persone – gradisce. Un attimo dopo, corre via con la scorta. La mattina seguente è al Polo Nautico di Salerno, cioè a casa dei De Luca, per un evento dello Spi Cgil, sindacato dei pensionati e serbatoio di voti. “Qui da noi va benissimo, Roberto” lo accolgono. I cronisti invece gli chiedono solo della sua barca da 5-6 metri ormeggiata per anni nel porto militare di Nisida, sembra per motivi di sicurezza. Lui ride forte: “Ma dobbiamo parlare di un gozzo? Non rispondo al fango della destra, parliamo di cose serie”.
Eppure la destra ne parla da giorni, ovunque, rinfacciando al fu grillino duro e puro l’acquisto – eresia – di un’imbarcazione. “Ha capito come sono disperati?” sibila Fico a una signora. Dentro lo aspetta una sala che affaccia sul mare, disseminata di bandiere rosse. Dal palco picchiano forte sui De Luca (senza citarli): “Qualcuno dice che la sanità va bene, ma solo per motivi di famiglia”. E poi un lapidario: “Non abbiamo bisogno di sceriffi”. Il 5Stelle ascolta senza muovere un muscolo. Quindi promette: “La destra che mi attacca è fatta da quelli che hanno votato l’autonomia differenziata, contro il Sud. Vinciamo in Campania, e nel 2027 cacceremo Meloni”. Applausi. Fico se ne va, mentre il cronista fa due passi sul lungomare e si imbatte in un comitato elettorale. È quello del dem Picarone. Lo slogan sul cartellone recita: “Conferme”.
”Una Barca di 5-6 metri” …azzo, un panfilo!
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5 – 6 metri… in altre parole è un gozzo, la classica barca da pescatori della domenica.
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Quando non sanno attaccarsi ad altro… so ben io dove si dovrebbero attaccare…
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Si preparassero ad accogliere il presidente di regione più pulito e onesto che la Campania abbia mai avuto e se lo tenessero ben stretto anche se queste qualità oggi non sono più apprezzate in Italia 🤔
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Che fossero i peggiori politicanti di sempre lo dimostrarono nella passata legislatura quando, pur essendo il partito di maggioranza relativa si accordarono con cani e porci e in tre anni appoggiarono tre governi con tre maggioranze diverse. Nel corso del 2025 hanno confermato la loro fame di aspiranti professionisti della politica “uccidendo” il padre fondatore del movimento.
Ma quello che stanno facendo in Campania è qualcosa che supera ogni immaginazione. VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA.
I campani dovrebbero presentarsi in massa alle urne per mandarli nel nulla dal quale sono apparsi.
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In Campania è scontro sulla barca di Fico – Notizie – Ansa.it
Non è stato proprio il massimo della strategia elettorale… 😒
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La BARCA DI FICO? Una barchetta come ce ne sono decine di migliaia in Italia. Assurdo, proprio.
Lupi poteva andare in giro con lo yatch da 30 metri e tutti zitti.
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