
(di Antonio Pitoni – lanotiziagiornale.it) – Se Istat, Bankitalia e Ufficio parlamentare di Bilancio smontano la Manovra del governo Meloni, che toglie ai poveri per dare ai ricchi, la risposta dell’esecutivo non si fa attendere. E può essere riassunta in due parole: sbagliano tutti. Intervistato dal Sole 24 Ore, il giornale della Confindustria, salito nelle scorse settimane agli onori delle cronache per un’intervista – diciamo così – non particolarmente ficcante alla premier che ha scatenato l’ira (e lo sciopero) della redazione, il vice ministro con delega al Fisco, Maurizio Leo (FdI), contesta in particolare l’analisi dell’Istat.
Perché “fotografa la dimensione familiare” dell’Irpef, laddove, essendo l’Imposta sul reddito delle persone fisiche “personale”, la valutazione redistributiva, a suo avviso, “deve essere condotta sui redditi individuali, non su quelli familiari”. Anche se, a ben vedere, per capire chi effettivamente beneficia del taglio del carico fiscale, il riferimento alla dimensione familiare del contribuente, respinto al mittente proprio dall’esponente di Fratelli d’Italia, è la metodologia standard più diffusamente adottata nelle rilevazioni. Tipo quelle effettuate, per esempio, dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. Di certo non stupisce più di tanto la replica stizzita del governo alle critiche.
Un copione che si ripete puntualmente ogni volta che un numero rischia di rovinare il racconto sovranista di un Paese solido (promosso dalle Agenzie di rating, un tempo bollate come “inutili” da Meloni), con un’occupazione record (ma imbottita di precari e lavoratori poveri) e i conti in regola (grazie all’ennesima manovra a base di austerity). Una narrazione che traballa anche di fronte ai numeri dell’ultimo rapporto della Fondazione Migrantes, che indicano il 2024 come l’anno della grande fuga degli italiani all’estero. Con il record storico di 155.732 partenze.
Un vero e proprio esodo dal Paese di Bengodi che, evidentemente, vedono solo a Palazzo Chigi. E che interessa soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni (+47,9%) e gli adulti tra i 35 e i 49 (+38,5%). Una questione seria che richiederebbe soluzioni altrettanto serie. E non certo un governo abituato a risolvere i problemi nascondendoli come la polvere sotto al tappeto.
Il problema sta nella difficoltà di districarsi tra numeri e percentuali. Chi ha una buona scolarizzazione li comprende bene, e sono generalmente coloro che percepiscono guadagni medio-alti: di conseguenza, tendono a votare per chi tutela i loro interessi e in mancanza di lavoro se ne vanno all’estero. Invece, quei lavoratori con bassa scolarizzazione e stipendio spesso non capiscono i numeri, si affidano a chi propone lo slogan più semplice ed efficace, e percepiscono come più credibile chi usa frasi tipo: «ci vuole un bel coraggio a dire che…» e simili.
Questa dinamica alimenta la distanza tra chi beneficia realmente delle manovre economiche e chi invece rimane escluso, accentuando il divario sociale, economico e politico.
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Caro Spellini lo fanno apposta..le leggi debbono essere :
1)Semplici
2)Chiare
3)Per tutti
Se deroghi a questi principi vuol dire che hai un fine personale o di gruppo.
Il consiglio è sempre …segui i dettati della Costituzione…invece si stanno appropriando pure della Magistratura per aggirarla.
E il popolo dormiente scolarizzato o meno assorbe ogni fesseria.
Esempio il sottoscritto ha visionato il 730 del 2023 e 2024 vedendo quindi quello che ho pagato in pù sullo stesso imponibile!
Facile no?
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Vorrei tanto che ci fosse oggettività e non faziosità . Cosa distingue gilesti governo di m.dacquelli che lo hanno preceduto eccenzion fatta per la parentesi rivoluzionaria cinque stelle? Niente, assolutamente il nulla cosmico . Non serve dire: fascisti ! Volendo suscitare ribellione . Ma ribellione a cosa ? Al conformismo occidentale fatto di provvedimenti pro questo o quello che sta in linea con il sistema ? E allora possiamo stare tranquilli : tutto resta a posto suo come nel ” Gattopardo”.
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Rientro nella cosi detta categoria dei ricchi, quelli da 2500€ mese, ma non posso esimermi dal notare che la mia famiglia monoreddito non può competere con quella, ad esempio, di mio cognato ex-operario della Terni (che ha beneficiato tra l’altro di sei (6) anni di scivolo) e la moglie ex-postina(che dopo 20 anni di servizio ha beneficiato di 96000€ di buonuscita) che superano a furia di collezionare sconti e bonus di gran lunga il mio reddito famigliare.
Questa è l’Italia che si domanda come mai l’assenteismo è il maggior partito!
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Partiamo da un dato di fatto: questa manovra NON toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Questa manovra DA MAGGIORI BENEFICI AI RICCHI, il che non vuol dire togliere ai poveri.
Se ci sono due persone una con 10€ in tasca e l’altra con 50€ è io do 5 centesimi a chi ne ha 50 ; sto semplicemente dando un kazzo col nulla a chi ha 50€ e non sto togliendo un solo centesimo a chi ne ha 10.
Questa è in estrema sintesi la manovra di Meloni.
Se io decidessi di dare i 5 centesimi a chi in tasca ha 10€ gli sto sempre dando un kazzo col nulla.
Quello che dicono ISTAT, Bankitalia, UPB è che i maggiori benefici della manovra vanno ai 2 quintili con più alto reddito (un quintile equivale al 20% dei percettori di reddito; 5 quintili sono il 100% quintile=100/5=20) cioè “i ricchi”
Sempre ISTAT, Bankitalia, UPB dicono anche un’altra cosa riguardo la manovra:
Per le famiglie a reddito medio o basso, l’effetto è quasi impercettibile.
Per quelle ad alto reddito, l’effetto è modesto in termini assoluti,
Spende tanto per dare poco a tutti, senza affrontare i veri nodi cioè: crescita dei salari, produttività, precarietà, o servizi pubblici.
Stando così le cose è difficile che la misura abbia effetti apprezzabili sui consumi e sulla riduzione delle disuguaglianze.
In estrema sintesi questa manovra è DANNOSA perchè si sprecano risorse senza dare beneficio a NESSUNO.
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quindi secondo te:
parte delle tasse che pagano i poveri vanno a quelli ricchi, quindi non toglie niente ai poveri?
Secondo me i tuoi non ti mandano manco a comprare il latte.
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