
(Tommaso Merlo) – I politicanti schifano i poveri e sono di destra ancora di più. Li considerano i perdenti, gli scansafatiche, i deboli. Non capiscono cos’è la povertà oggi e cioè una cronica conseguenza del disumano e stupido sistema turbocapitalista. Oggi molti poveri hanno un lavoro e una pensione, e a volte pure due. Milioni di cittadini che vivono sulla soglia della povertà e al primo imprevisto vi sprofondano. Perché il costo della vita continua a crescere mentre le entrate no. E perché la ricchezza finisce nelle mani di chi è già ricco invece di venire distribuita in maniera saggia. Finisce ad una cerchia sempre più ristretta che non sa nemmeno come spendere tutti i soldi che guadagna e li butta in lussi superflui mentre la grande maggioranza non ha neanche gli spiccioli per i beni di prima necessità. Una idiozia epocale prima ancora che una inaccettabile ingiustizia. Perché enorme spreco di potenzialità personali e collettive. Con milioni di persone incastrate in una lotta quotidiana per pagare le bollette invece di godersi la vita e contribuire al bene pubblico al di là del loro misero impiego. E tutto questo mentre l’esigua cerchia dei ricchi cerca inutilmente di trovare un senso tra un giocattolo e l’altro come bambini viziati. Ormai siamo in una crisi economica ma anche sociale ma anche politica ma anche esistenziale, permanente. La povertà sta dilagando, la vera qualità della vita sta precipitando e il tutto mentre le illusioni consumistiche esasperano le voragini interiori. Un triste ed insulso lunapark turbocapitalista che delude tutti e come effetto collaterale ha pure l’autodistruzione planetaria. Eppure i politicanti non dicono e non fanno nulla. Si limitano a schifare i poveri e sono di destra ancora di più. Ma non è solo ignoranza, è anche l’effetto Maria Antonietta che porta il politicante a perdere ogni contatto con la realtà sociale del suo paese e soprattutto ogni empatia. Grazie a carriere infinite tra mega stipendi e privilegi, i politicanti raggiungono l’alta società, la monarchia politicante. Diventano ricchi, potenti, famosi e circondati da maggiordomi che li omaggiano. Diventano ottusi ed arroganti e dall’alto dei loro palazzi egoici guardano il popolino con disprezzo soprattutto quando osa lamentarsi e prediligono quelli del loro rango. Bancari, burocrati, lobbisti assortiti. Tanto non devono rendere conto a nessuno del loro operato, controllano le burocrazie partitiche, i loro tifosi li votano a prescindere e se poi la maggioranza disgustata non vota più, ancora meglio. E guai a lamentarsi, è lesa maestà. Ormai le critiche le schivano ricorrendo alle fregnacce evitando ogni reale confronto. In parte perché non hanno nessun contenuto valido, in parte perché la democrazia gli dà sempre più fastidio. Studiare, ascoltare, confrontarsi, ragionare richiede una umiltà che non hanno ed una fatica che non vogliono fare. Le opposizioni vengono tacciate come nemici da annientare, l’informazione vera come spioni da ignorare e silenziare ed i cittadini ridotti a follower da aizzare. Più che politici influencer del mercato politico dediti al marketing elettorale permanente a fini poltronistici. Marie Antoinette con l’i-phone che gettato post invece che brioches e sguazzando nella monarchia politicante facendo a gara ad attirare a corte i super ricchi e farsi ben volere dal vero re dei nostri tempi che è il mercato, che è il profitto. È la vittoria storica del turbocapitalismo, con fondi di investimento più potenti delle nazioni e il casinò finanziario globale che decide i destini del mondo a colpi di click. Dalla guerra fino alle pensioni minime. È la vittoria dell’economia sulla politica, del mercato sulla società, degli interessi privati su quelli pubblici, dei ricchi sui poveri. Il tutto per colpa di un tradimento epocale, quello della politica che invece di servire i cittadini serve il capitale, serve un sistema stupido e disumano. Una deriva pericolosa e che va fermata. Con una politica di qualità fatta da cittadini e non da insulsi poltronari, con una vera democrazia in cui il potere torna al popolo, e con uno stato sociale forte che tra i suoi compiti principali ha quello di imporre una saggia distribuzione della ricchezza in modo da garantire una vera qualità della vita per tutti. Nessuno escluso.
OK…Tommaso.
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Che sia una strategia politica?
Tanto i poveri non fanno danni e non votano!
Lo sperpero di risorse e di denaro sono all’ordine del giorno.
Strutture faraoniche e inutili solo per foraggiare i loro amici (quelli che li votano).
Il danno erariale è sparito come reato,il furto con destrezza esiste solo per il povero ladro di polli.
I privilegi e le prerogative del “politico” sono in aumento e diminuiscono i servizi sociali per i più deboli.
E il popolo abbocca alla “propaganda” governativa…. ababiamo diminuito le tasse ma non dicono a chi!
Sono in aumento i posti di lavoro,ma non dicono quali!
Povera Italia!
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