
(di Erica Dellapasqua – corriere.it) – L’inchiesta di Report sul caso degli smart glasses di Meta è «destituita di ogni fondamento, frutto o di una scarsa conoscenza della disciplina della materia o, peggio, di malafede».
Lo scrive in una nota il Garante per la Privacy, che sottolinea come «nessun rischio, neppure potenziale, di danno erariale» sia «mai stato configurabile nel corso del procedimento» e auspica che «il programma si astenga dal trasmettere, nei termini annunciati, il servizio». L’Autorità si riserva «ogni opportuna valutazione in ordine alle iniziative da assumere nelle sedi competenti». Ma dalla trasmissione arriva la conferma che il servizio sarà messo in onda.
Il Garante si riferisce in particolare all’anticipazione, diffusa dalle agenzie di stampa, sul contenuto della seconda puntata dell’inchiesta che Report sta conducendo sul Garante per la Privacy in onda domani sera, domenica 9 novembre, e in particolare al presunto danno erariale che l’Autorità avrebbe causato con la sua decisione nel caso «smart glasses».
META E GLI SMART GLASSES
La vicenda riguarda Meta e la multa per il primo modello di smart glasses appunto, a cui si contesta la violazione della privacy degli utenti e delle persone riprese.
Stando a quanto si sostiene nell’inchiesta del programma Rai, i dipartimenti del Garante avevano proposto una sanzione da 44 milioni di euro, registrando però la contrarietà del collegio. Inizialmente la multa sarebbe stata allora tagliata a 17 milioni e poi, dopo un incontro tra Agostino Ghiglia (membro dell’Autorità sostenuto da Fratelli d’Italia ed ex parlamentare di Alleanza Nazionale), e Angelo Mazzetti (responsabile delle relazioni istituzionali di Meta in Italia), sarebbe stata ulteriormente abbassata a 12 milioni e mezzo di euro.
IL GARANTE: «NESSUN DANNO ERARIALE»
«Nessun rischio, neppure potenziale, di danno erariale è mai stato configurabile nel corso del procedimento – interviene ora il Garante, prima della messa in onda della puntata -. Il Collegio ha, semplicemente, ritenuto, all’esito di un’articolata discussione di una fattispecie nuova e particolarmente complessa mai affrontata da nessuna altra Autorità di protezione dei dati personali in Europa, di non aderire a una mera proposta sanzionatoria proveniente dagli uffici responsabili dell’istruttoria, non condividendone i presupposti di fatto e diritto».
«La decisione – continua il Garante – è il risultato dell’ordinaria e naturale dialettica tra gli uffici dell’Autorità e il Collegio del Garante, una dialettica codificata nella disciplina vigente che, appunto, assegna ai primi il compito di condurre l’istruttoria e formulare una proposta di decisione e, al secondo, quello di assumere, sulla base degli atti dell’istruttoria medesima e delle regole del diritto la decisione finale. La non corrispondenza tra proposta e decisione finale è, pertanto, fisiologica e insuscettibile anche in astratto di configurare qualsiasi ipotesi di danno erariale ogni qualvolta il Collegio ritenga di discostarsi da una più severa proposta sanzionatoria degli uffici».
Il Garante chiede dunque a Report di non mandare in onda il servizio, almeno non nelle fattezze in cui è stato presentato.
Proprio Ghiglia aveva preso posizione contro Report firmando una diffida contro la messa in onda della precedente puntata dell’inchiesta sul Garante della Privacy che affrontava il suo coinvolgimento nella procedura che ha portato alla multa (150mila euro) per la diffusione dell’audio della telefonata privata tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e sua moglie, la giornalista Rai Federica Corsini, sulla relazione sentimentale con Maria Rosaria Boccia.
Subito replica il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci: «Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di bloccare la messa in onda di una trasmissione Rai da parte del Garante».
«In secondo luogo – aggiunge il giornalista – non lo dice Report che c’è un possibile danno erariale, ma lo dice lo stesso membro del Garante nella persona della professoressa Ginevra Cerrina Feroni: lei stessa ipotizza il danno erariale, lei stessa ipotizza delle responsabilità, non siamo certo noi a dirlo. Noi raccontiamo un fatto così come si è svolto. Piuttosto spieghi perché hanno fatto sparire quel provvedimento. Di questo si dovrebbe occupare la Corte dei Conti, alla quale spetta pronunciarsi su un possibile danno erariale. E se lo sa la Corte dei Conti, è grazie a Report. Abbiamo fatto una semplice operazione di servizio pubblico», conclude Ranucci.
«È OSSESSIONATO, È UN ASSEDIO» I SOSPETTI DENTRO FRATELLI D’ITALIA CHE FA I CONTI SUI SERVIZI «CONTRO»

(di Adriana Logroscino – il Corriere della Sera) – Si dirà «la solita sindrome». Nel caso di Sigfrido Ranucci, però, dentro Fratelli d’Italia, i massimi dirigenti sono furibondi e il sospetto di accerchiamento è certezza: «È normale che una trasmissione si occupi ossessivamente solo di noi? È normale che, dopo la multa del 23 ottobre per il caso Sangiuliano, venga girato un messaggio del 2021 di Giorgia Meloni? Poi il fascismo lo imputano a noi. Ma è proprio perché il regime spiava gli oppositori che la nostra Costituzione tutela le comunicazioni dei parlamentari, tanto più se di opposizione».
Il confronto si rincorre tra conciliaboli, a Roma e fuori, messaggi e telefonate, dopo che il conduttore di Report ha annunciato di essere in possesso di una conversazione tra Agostino Ghiglia, componente del Garante per la privacy e Giorgia Meloni, allora deputata e leader di FdI, informata su decisioni assunte appunto dall’autorità sul green pass. Dietro le quinte il ragionamento si amplia facendo i conti.
Si parte da un analitico documento presentato in commissione Vigilanza Rai da Raffaele Speranzon: se nel biennio 2021-2022, quando a Palazzo Chigi sedeva Draghi, alla politica Report dedicava solo un terzo dei servizi, nel 2023-2024, con il governo Meloni, le inchieste legate alla politica sono cresciute esponenzialmente, e tra esse quelle sul centrodestra e in particolare su FdI. Secondo il calcolo fatto dal senatore meloniano, in quel biennio hanno rappresentato il 94 per cento del totale dei servizi a tema politico. «Cos’è se non un assedio?», si dicono tra loro i dirigenti del partito scambiandosi il foglio excel di Speranzon.
Quindi i piani della contestazione a Ranucci dalle parti del governo sono due. Il primo formale: di aver violato la Costituzione rendendo note le conversazioni di un parlamentare che peraltro nel 2021 era l’unica leader di opposizione e in quanto tale destinataria di particolare tutela. «Una mossa da dittatura sudamericana».
Il secondo è la «ricerca ossessiva» — come la definiscono esponenti di FdI vicinissimi alla premier — dei «nostri presunti peccati». […] un altro faro è acceso su come quei messaggi siano arrivati al conduttore di Report . Ranucci sostiene che «il dialogo tra Ghiglia e Meloni» sia «stato girato dallo stesso Ghiglia all’ufficio», quindi il materiale è stato «reso disponibile» dal Garante. «Noi a questa tesi non crediamo affatto — avverte chi con Meloni ha parlato —. Tutt’al più Ghiglia potrebbe aver commesso un’ingenuità, come lasciare aperta una chat sul suo computer, ma non può averla consegnata a chicchessia».
L’alternativa ipotizzata è allarmante: «Qualcuno dei dipendenti, non certo quelli riconducibili alla segreteria stretta di Ghiglia, fa la spia con Ranucci per conto di altri». E chi? «Ci sono tanti dipendenti dell’Autorità garante che sono stati messi lì da partiti di opposizione vicini al giornalista».
belin….non so perche’ ma questo Ghiglia non mi piace proprio….come il suo “capo” Stanzione…..punto E non aggiungo altro…. Sigfrido Ranucci…uno di noi…..!!!!
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Telekabul domina ancora la scena comunicativa italiana. E pensare che i sinistrati sono stati capaci di indurre gli imbecilli che tutto fosse cambiato in telemeloni sol perché qualcuno comincia a rifiutarsi di fare da megafono alle bugie raccontate dagli agit-prop.
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Ma vai a cagare, vai 😀
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….sulle ortiche però!
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Sara’ pure un’ impressione ma sto’ garante in quota fratellini italioti lo vedo sempre più appeso a un’ amo e presumo che dopo la messa in onda della trasmissione la corte dei conti vorrà vederci chiaro e per lui all’ orizzonte si intravedono uccelli senza zucchero 🤔
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Come spesso accade le notizie sembrano incomplete: la multa è stata irrogata? È stata pagata? SI oppure NO ? Vi è stata corruzione nella dialettica che ha portato alla riduzione ? In teoria, anche in ogni interlocuzione ( accordo) con il Fisco si potrebbe ipotizzare il danno erariale: quando si riduce il preteso in origine dal Fisco con l’effettivo pagato ( sarebbe il caso delle rottamazioni delle cartelle arretrate oppure del concordato fiscale biennale per le partite IVA). Se le cose venissero spiegate meglio ( anche a scapito del sensazionalismo) sarebbe un vantaggio per tutti.
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ma come fai a spiegare meglio l opera di personaggi come Ghiglia ?diventa un impresa impossibile per entrambi, troppa carne che sta andando a fuoco, e non se ne esce bene !
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