
(Dott. Paolo Caruso) – Gli ultimi avvenimenti in Libia culminati con l’arresto del generale Osama Njeem Almasri, capo della polizia giudiziaria di Tripoli, su cui pende un mandato d’ arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità, accusato e rinviato a giudizio in custodia cautelare dalla procura generale per torture e trattamenti crudeli e umilianti, riaprono in Italia il caso che provocò a gennaio un terremoto politico seguito da indagini che toccarono Uomini delle Istituzioni come il Ministro della Giustizia Nordio, il Ministro degli Interni Piantedosi, il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e la Capo gabinetto della giustizia Giusi Bartolozzi. A seguito del diniego dell’autorizzazione a procedere nei confronti dei Ministri e del Sottosegretario le loro posizioni furono archiviate, mentre rimane tutt’ora indagata la Capo gabinetto Bartolozzi. Le accuse da parte della Corte penale internazionale all’Italia di non aver rispettato gli obblighi assunti hanno screditato pesantemente la politica del nostro governo, lasciando sconcertati gli stessi partner europei. Il caso Osama Almasri, il torturatore libico arrestato il 19 gennaio in Italia su ordine di cattura della Corte Penale Internazionale, due giorni dopo rilasciato e rimpatriato in Libia con un aereo di Stato perché pericoloso criminale, portato in trionfo all’arrivo a Tripoli tra grida di scherno per l’Italia, sembra sia arrivato a giusta conclusione. Non fanno onore alle Istituzioni le menzogne, le affermazioni, e le versioni contraddittorie dei due Ministri, Nordio alla Giustizia e Piantedosi agli Interni, in merito alla sua liberazione ne meno che mai il comportamento sgusciante della Meloni. Oggi ad andare alla carica è tutta l’opposizione che parla giustamente di una “pagina vergognosa” per il nostro Paese, ritenendo responsabile dei fatti accaduti la Premier Meloni. “Evidentemente per la Procura Libica il diritto internazionale non vale solo fino a un certo punto, come per il Governo italiano”. Una figura barbina per cui “Giorgia” ora deve chiedere scusa al popolo italiano. Un governo di ignavi, così appare quello italiano agli occhi della comunità internazionale, infatti quello che si sarebbe dovuto fare a gennaio in Italia, ora accade in Libia. Un’ Italia voluta dalla Meloni sempre più sovranista e lontana dal diritto internazionale che si abbassa sempre più ai livelli degli Stati canaglia, in Europa non può esistere.
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La Meloni può vantare un altro record… siamo il primo Stato europeo che si avvicina al livello di uno Stato canaglia. Forse “canaglia” va scritto con la maiuscola?
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