Addio all’utopia. Usa&C. hanno predicato pace e libertà. Però seminato solo violenza, odio e miseria per ottenere un’assurda concentrazione della ricchezza

(di Franco Cardini – ilfattoquotidiano.it) – “Credo… che se i benpensanti che manifestano la loro approvazione per il massacro dei bimbi terroristi a Gaza e i politici militaristi che difendono lo sterminio dei giovani ucraini vedessero il cranio sfondato di un bimbo, se guardassero gli occhi di un diciottenne moribondo, forse rinsavirebbero”.
Ecco qua. Leggi la conclusione del I capitolo del nuovo libro di Elena Basile, e i casi sono due. O non la conosci e le pagine scritte da lei ti sono capitate per caso fra le mani, e allora puoi pensare che si tratti di uno dei tanti soliti saggi sull’incertezza del presente; o sai chi è e di che cosa di solito scrive, e in tal caso ti rendi subito conto che ci sta spiegando invece la drammatica svolta della quale siamo, insieme, vittime e protagonisti, e offrendo un Filo d’Arianna per uscire dal disorientamento.
Siamo da tempo abituati allo stile e alle problematiche della Basile-paradosso: molto diplomatica professionalmente e culturalmente, pochissimo diplomatica personalmente e caratterialmente. Ci è simpatica per questo: come per le sue doti di scrittrice. Semplice, limpida, diretta: “Napoletana verace”. Una provocatrice nata.
Centro della polemica, nel passo da noi citato, sono i benpensanti forcaioli del “non esistono palestinesi innocenti” e i politici militaristi dell’“armiamoci e partite”: due categorie esiziali che stanno portando il nostro paese alla rovina. Ci si può chiedere solo se prevalga in loro il cinismo o l’imbecillità. Ma qui a sorprenderci è la strategia scelta dalla Basile per denunziarli. Perché in questo suo libro improntato alla speranza che nasce dalla disperazione il tono è quello della pacata consapevolezza e dell’autobiografica lucidità. Siamo dinanzi all’esposizione di un progetto necessario, che emerge dai fatti obiettivi.
Un possibile approdo per noi naufraghi parte da una situazione archetipica. Il naufragio, specie per noi gente del Mediterraneo, è una realtà – e una condizione – antica quanto il mondo: dal biblico Giona e dal mitico Ulisse attraverso i naufraghi della Medusa e quelli del Titanic fino ai disgraziati che salpano dalle coste africane in gommone.
Il naufrago vive nella paura e sogna il paradiso di un’Isola Incantata: ricordate la vecchia canzone di Bruno Lauzi, Onda su onda? Ed Elena Basile descrive con lo stile semplice degli autentici competenti, distinguendola in quattro parti, la nostra condizione attuale: l’ingloriosa fine del liberalismo nelle secche della plutocrazia oligarchica e del “pensiero unico”; l’esangue Europa sedicente “unita” che attraverso il tradimento delle sue classi dirigenti ha rinnegato i suoi obiettivi di pace e di prosperità (i “valori dell’Occidente”?) proclamati cinque decenni or sono; la fine dell’ordine internazionale basato sulle regole e il ritorno della “legge della jungla” con la corsa agli armamenti e il “neomercantilismo” dei dazi trumpisti. Tale naufragio è analizzato dalla Basile su tre registri.
Primo: l’indignazione per il suo aspetto etico ed esistenziale (la democrazia formale disseccata e quindi tradita dalla corruzione pilotata dalle élite lobbistiche il cui deep government agisce attraverso i “chierici traditori”, i chief executive officer a esso funzionalmente devoti e insinuati negli organi parlamentari dell’Unione).
Secondo: la pacata esposizione del suo disordine civico e istituzionale (conseguenza della distruzione del multilateralismo che avrebbe dovuto costituire la base per il nuovo equilibrio dopo il fallimento tanto dell’impero di Bush jr. quanto del Project for a New American Century prima architettato da personaggi come la coppia gangsteristica Robert “Clyde” Kagan-Victoria “Bonnie” Nuland, fallito dopo la figuraccia dell’Iraq e quindi riemerso nella caricatura piratesca nel Make American Great Again, con tanto di berrettino rosso e di chioma arancione.
Terzo: la concreta proposta del Naufrago Consapevole (ch’è, o dovrebb’esser, l’insieme di tutti noialtri cittadini europei) il quale, alla luce del disincanto weberiano ormai palese nel fatto stesso che l’Europa “libera e unita” è inesistente e che l’averci fatto credere che potesse esistere in quanto Ue è stato un inganno, potrebbe procedere alla sua vera edificazione partendo dalle catene la prima delle quali è la fasulla “Unione europea” di Bruxelles-Strasburgo: da rifondare forse, da riformare assolutamente no.
L’auspicata liberazione consisterebbe in quel che Emmanuel Todd ci ha spiegato nel suo La sconfitta dell’Occidente edito da noi nel 2024: l’Occidente odierno (lasciamo da parte quel che ha rappresentato un tempo) sta ormai tutto e solo negli Usa e nei paesi dell’“anglosfera”, cioè Canada e Australia.
L’avvenire dell’Europa, se ce ne sarà uno, comincerà solo col suo risveglio attraverso l’abbandono dell’utopia occidentale – che nel mondo ha predicato pace e libertà ma seminato solo violenza, odio e miseria per sfociare in un’assurda, invivibile concentrazione della ricchezza in pochissime mani – e con la scelta, magari come nuova Confederazione di Stati europei, del cammino verso l’adempimento della sua missione storica di cerniera tra l’Occidente postliberista in cerca di un nuovo equilibrio e the rest, l’altra parte del mondo, oggi egregiamente rappresentata dalla coalizione Brics (Brasile-Russia-India-Cina-Sudafrica) ch’è in ascesa e in via di consolidamento e verso la quale sarebbe nostro interesse orientarci. Difatti i media imbavagliati dal dispotismo “democratico” Usa-Nato-lobbies hanno ordine tassativo di non parlare praticamente mai dei Brics e del loro concreto, franco multipolarismo. Noi europei non siamo più occidentali. L’Occidente odierno è altrove.
Sia chiaro che questa non è una recensione, bensì la pura presentazione di quello che dev’esser letto come un Manuale di sopravvivenza per naufraghi europei. Non sistematelo sul comodino del letto, non appoggiatelo allo sgabello della stanza da bagno. Portatelo con voi sempre e leggetevelo a ogni occasione quando avrete un ritaglio di tempo libero finché lo avrete assimilato e avrete imparato a riconoscere, attraverso le sue indicazioni, i nostri veri nemici.
Sempre più sorprendente Franco Cardini. Quello che dovrebbero dire e scrivere gli intellettuali di sinistra lo pensa e scrive lui uomo di destra intellettualmente onesto.
Certo, la Basile fa considerazioni che a me risultano persino ovvie osservando da anni il comportamento dell’ elite europea ,capace di elevare l’ ipocrisia a livelli superiori persino a quella stelle e strisce . Ma basta guardare un tg nazionale per rendersi conto di quanto sia falsa la narrazione dei fatti in onda da anni . Parlano bene e razzolano malissimo . La libertà di cui loro dicono di essere portatori viene tolta ogni volta che approdano in un paese per portarvi la loro civiltà a suon di bombe e missili .
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La prima stampa del libro recitava “…i politici militaristi che difendono lo sterminio dei giovani ucraini ad opera dei russi…” poi l’ultima parte è stata tolta. Non si sa mai che a qualcuno possa venire il dubbio che siamo noi a sparare agli ucraini, o che si sparano da soli.
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si parla di narrazione, quindi se siamo tutti d’accordo che esistono crimini di guerra in ambo le parti perchè nella stragrande maggioranza dei media viene messa in evidenza soltanto quella di una parte? per dire ci si scandalizza per treni civili fatti saltare in aria, per civili fatti fuori con droni, per ambulanze colpite, ecc,. per non parlare poi delle tante guerre a cui a noi non frega una emerita ceppa, come per esempio in sudan nel darfur, dove i civili vengono giustiziati per nulla, 150mila morti e milioni di sfollati, tutto per le solite ragioni, se non è il petrolio è l’oro, le miniere di oro su cui gli emirati arabi vogliono mettere le mani, infatti con la complicità degli inglesi finanziano questa guerra con armi e denaro, stessa cosa fanno l’egitto, la russia e la cina con l’altra parte in conflitto, quindi, il finanziare una guerra per poi avere il controllo delle risorse del paese non è un crimine di guerra? in palestina c’è un genocidio alla luce del sole e non frega nulla a nessuno, come del resto i tanti genocidi già accaduti, oltre a una situazione politico/religiosa che va avanti da decenni anche li interessi sui giacimenti di gas, stessa cosa in ucraina, interessi geopolitici incancreniti dalla guerra fredda che vanno a braccetto di interessi su giacimenti gas e terre rare, mentre milioni di ucraini e russi crepano malamente, l’italia e l’europa, e quindi l’occidente sta finanziando questa guerra (e non solo questa), quindi sono parte in causa, belligerante, sempre più violenta e cinica portatrice del doppio standard, quindi non venitemi a fare la predica sui crimini di guerra di alcuni più cattivi degli altri, il problema è di come certo schifo viene fatto passare ai media, la “nostra” narrazione a cui si comincia a credere sempre meno, quando e quanto viene fatto passare affinché si creino le tifoserie che si scannano per nulla mentre i grandi interessi sovranazionali “chief executive officer” o chiamateli come vi pare, fanno i soliti affari sulla pelle di tutti
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