Appalti. Le linee guida dell’agenzia Cyber: un premio alle imprese di Tel Aviv su sicurezza, videocamere e reti

(di Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – In Europa si discute da settimane di chiudere il programma “Horizon” sui finanziamenti alla ricerca e alla tecnologia tra gli Stati membri e Israele, ma il governo di Giorgia Meloni ha deciso di muoversi in direzione opposta: attribuire alle imprese israeliane una premialità negli appalti legati alla Pubblica amministrazione su alcune tecnologie chiave per la nostra sicurezza, come i software, le telecamere, le reti e pure i droni. A prevederlo sono le linee guida dell’Agenzia Nazionale della Cybersicurezza pubblicate il 27 ottobre ed entrate in vigore in Gazzetta ufficiale lunedì.

Le linee guida danno applicazione a un decreto del presidente del Consiglio del 30 aprile scorso firmato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’intelligence Alfredo Mantovano che aveva introdotto criteri di premialità per le tecnologie legate alla cybersicurezza dei Paesi Nato e di Paesi terzi: questi sono Australia, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Giappone, Svizzera e soprattutto Israele. Una decisione che è il frutto di uno scontro diplomatico sotto traccia con il governo di Tel Aviv. A maggio 2024, infatti, nel disegno di legge sulla cybersicurezza il governo italiano aveva introdotto un criterio di premialità per le tecnologie prodotte dai Paesi Nato per escludere Cina e Russia come chiedevano gli Stati Uniti, ma escludendo in questo modo le aziende israeliane. Una mossa che aveva provocato l’irritazione del governo israeliano – le imprese di Tel Aviv sono tra le più specializzate in materia – e quindi alla fine sono rientrate un anno dopo nel dpcm e poi, due giorni fa, nelle linee guida dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza guidata dal prefetto Bruno Frattasi.

Le tecnologie coinvolte sono in tutto 18: si va dai software che eliminano i malware, sistemi di gestione della rete, di gestione delle informazioni, processori e controllori legati alla sicurezza, i firewall contro le intrusioni, sistemi di videosorveglianza e di controllo droni. L’Agenzia Nazionale per la cybersicurezza specifica che la premialità nei bandi di gara viene applicata a quei i soggetti che acquisiscano “tecnologie di cybersicurezza”. Il premio negli appalti è pari a 8 punti per le imprese che vogliono partecipare rispetto alle loro dirette concorrenti, si legge a pagina 9 delle linee guida dell’Acn.

Una strategia che serve anche per accontentare le richieste del presidente degli Stati Uniti Donald Trump fatte alla premier Giorgia Meloni nella visita di Stato alla Casa Bianca di metà aprile escludendo dai bandi le imprese cinesi e russe: “Gli Stati Uniti e l’Italia riconoscono la necessità di proteggere infrastrutture e tecnologie nazionali critiche e sensibili, ed è per questo che ci impegniamo a utilizzare solo fornitori affidabili in queste reti”, scrivevano nel comunicato ufficiale. Ora il governo ha deciso di attuare quella raccomandazione statunitense.

Oltre al dpcm di aprile, il 2 ottobre ne è stato firmato un altro che esclude le imprese cinesi dalle gare che riguardano le tecnologie 4G e 5G. Una norma che rischia di penalizzare alcuni colossi cinesi – su tutti Huwaei e Zte – che gestiscono una fetta rilevante della nostra rete pubblica.

Anche in queste gare di appalto deve essere inserito un criterio di premialità per i Paesi Ue e Nato: dunque non dovrà essere considerato solo il parametro economico ma anche quello della “maggiore affidabilità”. La stessa formula usata da Trump e Meloni ad aprile a Washington.