
(di Michele Serra – repubblica.it) – Non si capisce bene se gli incursori americani, in agguato al largo delle coste venezuelane, si preparano a colpire i narcotrafficanti oppure il governo Maduro. Pare, comunque, che i due target siano in parte sovrapponibili.
Quello che colpisce, volendo alzare un poco lo sguardo, è che quasi tutto l’export della droga venezuelana è destinato agli Stati Uniti, probabilmente tra i maggiori consumatori di sostanze tossiche pro capite del pianeta; volendo aggiungere le droghe legali, psicofarmaci e antidolorifici in testa, il primato statunitense diventa travolgente.
Ora: anche volendo stabilire che bombardare i narcos — gente che si arricchisce sulla malattia e la morte altrui — sia lecito; ci si domanda se il cuore del problema sia colpire l’offerta, oppure, piuttosto, cercare di lavorare per ridurre la smisurata domanda. La dipendenza da sostanze illecite e lecite sembra essere la principale bomba sociale che minaccia la salute dei popoli occidentali, non solo quello americano. Quando mai si è vista una società drogata come quella contemporanea? Se la domanda diminuisse, il potere dei narcos si sgonfierebbe di un bel po’.
L’idea che la repressione, e addirittura un’azione militare, sia la sola via da percorrere, ha portato fino a qui al disastro della salute pubblica e al trionfo del mercato nero. Possibile che nessuno proponga di scatenare la guerra alla droga per via sanitaria, psichiatrica, politica e culturale? Costerebbe di più che mandare la flotta? Oppure mandare la flotta è considerata una spesa corrente, ordinaria, e pagare qualche migliaio di terapeuti in più non si può mettere a bilancio?
La lotta al narcotraffico fatta da chi nel ventennio passato in Afghanistan la sua produzione di oppio si è decuplicata . Quanta credibilità ha questa trovata Usa ? Zero . È evidentissimo a tutti gli analisti geopolitici seri che quella di Trump è una guerra contro il governo legittimo di Maduro e non altro. Colpire i cartelli del narcotraffico non cambierebbe lo stato delle cose in Usa come altrove Ma servirebbe solo a fare aumentare i prezzi e a favorire altri produttori di stupefacenti .
La domanda che dovrebbero porsi i governi è cosa porta le popolazioni dei paesi più agiati ad avere questo alto consumo di droghe . Dovrebbero essere felici in seguito al loro benessere economico invece non lo sono affatto .
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Sarebbe opportuno fare entrambe le cose ma tant’è.
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Beh, oramai tutto il mondo è paese.
I’ grano fa pane (del diavolo) dappertutto.
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La risposta alla domanda è che un popolo di rinc********i dalle droghe è un popolo senza spina dorsale, manipolabile, “affascinabile” e soprattutto non lucido. Le droghe servono ai militari nelle guerre illegali e legali, soprattutto quando devi mandarli a bombardare persone innocenti o infilarle in missioni suicide. Non è un caso che siamo dentro una guerra guidata da un tossico, e non alzerei di un millimetro il sopracciglio se domani saltasse fuori che gli israeliani erano drogati fino al midollo per spianare i palestinesi.
La droga è quella che crea l’opportunismo e avvelena la società. E’ il giocattolo che serve a non farci crescere, a tenerci adolescenti fino alla bara e non diventare mai uomini… Perché non dobbiamo prendere mai nulla sul serio che non ci venga venduto come tale.
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Se il problema fossero i produttori, avrebbero già dovuto radere al suolo il Messico! Prendere sul serio il problema dal narcotraffico nel paese più ricco di giacimenti petroliferi del pianeta fa ridere i polli!
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Se togli droga antidolorifici e psicofarmaci agli americani finisce che non votano come desiderato…..
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“Se il Venezuela non avesse petrolio, gas, oro, terreni agricoli e una storia gloriosa, [gli Stati Uniti] potrebbero non conoscerne nemmeno il nome”, –
Nicolas Maduro.
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La scusa che Trump vuole attaccare il Venezuela per stroncare i narcos è talmente debole che risulta grottesca. Gli Americani non hanno molta fantasia e si ripetono. Anche in Afghanistan l’invasione fu sferrata per liberare le donne dal burka e stroncare il mercato dell’oppio. E poi? Quali sono stati i risultati? La guerra americana in Afghanistan è durata 25 anni, è costata un milione di morti, è finita con gli Americani che si ritiravano lasciando montagne di armi ai talebani rendendogli il potere. La decantata ricostruzione (un altro resort come quello di Gaza) non c’è mai stata. La contaminazione del territorio invece è stata devastante. L’Afghanistan è uno dei Paesi più contaminati al mondo da mine antiuomo, ordigni esplosivi inesplosi e residuati bellici esplosivi per due terzi del suo territorio, che sono un pericolo costante specie per i bambini. Abbondano le scorie chimiche tossiche nel suolo e nelle falde acquifere. L’uso di proiettili a uranio impoverito ha causato gravi malattie, tumori e malformazioni genetiche, colpendo sia i soldati che la popolazione locale. Il suolo è meno fertile e dà meno raccolti. Oltre 25 anni di conflitto armato, uniti a siccità prolungate e a una gestione inadeguata del territorio, hanno portato a un degrado ambientale diffuso, per cui oltre l’80% del territorio è esposto.
E il mercato dell’oppio? È aumentato! Le province di Helmand e Kandahar sono diventate i principali centri di produzione, con l’Afghanistan come attore dominante nel mercato mondiale dell’eroina. Oggi l’Afghanistan è diventato il principale produttore di oppio al mondo.
La guerra afgana è costata solo agli Americani 2300 miliardi di dollari, un bel badget per chi ha investito in guerra.
E ora vogliamo ricominciare con una balla simile per giustificare l’attacco di Trump al Venezuela????
Ah, e le donne afgane portano sempre il burka.
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PS:
Ma attenzione! Nessuno si mosse quando Bush attaccò l’Afghanistan. Ma oggi, appena TRump ha minacciato il Venezuela, Putin ha ratificato un accordo strategico con il Venezuela, che prevede non solo la cooperazione economica e umanitaria, ma anche quella tecnico-militare! Io, se fossi Trump, un pensierino ce lo farei.
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serra scrive un articolo da ricordare, io almeno lo ricorderò. Perchè un conto è propagandare minchiate sul pd o i dem in generale o la politica interna o il falso politicamente corretto, ma prestarsi ad appoggiare una nuova guerra imperialista Usa … beh, non avevo capito che era sceso così in basso, prendo atto. Bello il dubbio che lo coglie: meglio affrontare il problema sociale del consumo di droga internamente o sterminarli? Non sa decidersi, ci sta pensando …
Il Venezuela per l’esportazione di droga è un paese di seconda o terza fila, nel paese ne gira poca e ne esportano poca a quanto ne so, casomai gli Usa, sempre che avesse senso e si potesse fare, dovrebbero attaccare la Colombia, o il Messico, da cui arriva la stragrande maggioranza della droga sudamericana.
Perchè allora il Venezuela? Penso non ci sia nemmeno il bisogno di dirlo, talmente è ovvio. L’alternativa era attaccare l’Iran, sempre per lo stesso motivo, ma è troppo lontano, troppo unito, troppo difeso.
Si sono già portati avanti dando il premio nobel (ormai una marchetta) per la Guerra alla personaggia che ora chiede agli Usa di intervenire militarmente attaccando il suo paese … per non parlare delle sanzioni pesanti in atto da decenni e decenni.
Non so ancora se attaccheranno (ovviamente da lontano, all’americanao all’israeliana, con aerei e missili, perchè se entrano a terra si ritrovano in Vietnam) contemporaneamente cercando di fomentare rivolte interne per buttare giù Maduro e metterci un loro pu-pazzo. Per ora hanno solo affondato delle barchette con gente dentro, senza processo e senza prove, sempre da lontano. Però ormai hanno davanti al Venezuela troppe navi, persino una portaerei (tipico strumento di lotta al narcotraffico), e troppi uomini, e troppi costi per poi non fare niente.
Auguro al popolo venezuelano di non essere la prossima vittima dell’impero mafioso.
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Per riuscire a scorgere nell’articolo qua sopra un appoggio di Michele Serra alla nuova guerra imperialista contro il Venezuela (ad oggi solo favoleggiata, ma per ogni complottista che si rispetti i dubbi sono certezze, e viceversa) bisogna essere dei veggenti con la palla di cristallo, o degli analfabeti funzionali senza speranza, oppure già ubriachi prima di pranzo.
All’oste l’ardua sentenza.
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Almeno una mezza dozzina di imbarcazioni affondate a colpi di missili con non meno di 62 morti ammazzati.
Questo solo con il pretesto di un’operazione ‘antidroga’.
Bisogna essere proprio come te per mettersi a str0nzeggiare della ‘favoleggiata’ guerra al Venezuela.
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@ Circo Togni: si chiama “operazione speciale”, ignorante.
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Esimio e superbo e senza macchia, difensore dei diritti dei deboli e degli oppressi purchè statunitensi, eroe che combatte l’impero del male che si oppone a quello santo del bene, bianco anglosassone e WASP, oh Capitan America … grazie della tua attenzione e delle tue parole sempre benevole.
Che serra appoggi l’attacco non te ne accorgi solo tu, che vivendo in tribunale, hai finito col pensare che la realtà sia solo quella che si può provare a un giudice.
Che io sia sicuro di una guerra prossima (s)ventura di nuovo lo capisci solo tu, quindi sarà sicuramente vero anche se ho scritto “non so se attaccheranno”.
Per ora ci sono soltanto una ventina di navi da guerra (fra cui la portaerei più grande al mondo e un sommergibile nucleare, immagina i costi) a circa 200 miglia della costa venezuelana, con qualche decina di migliaia di soldati, una venezuelana neonobel per la guerra che chiede a trump l’intervento armato (“accoglie con favore i bombardamenti aerei statunitensi sul Venezuela” perchè questi attacchi “servono a salvare vite”. Ha persino incolpato le vittime di quegli attacchi, affermando che “le morti sono responsabilità di Maduro, non dell’America”, e ha giustificato l’aggressione straniera sostenendo che “l’escalation è l’unico modo per costringere Maduro a capire che è ora di andarsene”. Tipiche affermazioni pacifiste), alcuni alti funzionari statunitensi che parlano di guerra imminente (per ora isolati), gli USA hanno imposto la chiusura dello spazio aereo in zona, e trump stesso ha dichiarato più volte di voler intervenire contro il Venezuela, poi c’è una taglia mi pare di 50 milioni di dollari su Maduro … quindi perchè mai uno che non è ubriaco dal mattino dovrebbe pensare che sia possibile una nuova guerra?
Noto che in effetti ha ragionissima Sparviero, che ti fa spesso notare che appena si parla di USA accorri a appoggiare e smentire, mentre MAI ho letto tuoi interventi spontanei a favore per esempio dei palestinesi, cosa che trovo strana. Sarai mica sionista oltre che capezzonamente atlantista?
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MA DAVVERO TRUMP VUOLE ATTACCARE IL VENEZUELA PER COMBATTERE LA GUERRA ALLA DROGA?- Viviana Vivarelli
Trump avrebbe preso la decisione di attaccare obiettivi militari all’interno del Venezuela col pretesto che questi proteggono i narcos, al servizio di Maduro e il grande protettore USA vuole stroncare il mercato della cocaina. Evidentemente non lo turba il fatto che Zelenski sia un noto cocainomane o che Elon Musk si faccia di ketamina, ma la droga venezuelana è brutta e cattiva e il buon papà americano si sente in dovere di intervenire, in nome di Cristo, Gesù e tutto il Ku Klux Klan evangelico. È o non è l’inviato del Signore per cui in USA si fanno catene di preghiere?
Il Venezuela possiede le maggiori riserve di petrolio accertate al mondo, si parla di 303 miliardi di barili. Questo dato lo colloca al primo posto nella classifica mondiale, superando paesi come l’Arabia Saudita.
La scusa che Trump vuole attaccare il Venezuela per stroncare i narcos è talmente debole che risulta grottesca. Gli Americani non hanno molta fantasia e si ripetono, nelle guerre come nei film, sanno fare solo remake e li fanno sempre peggio.
Anche in Afghanistan l’invasione fu sferrata per liberare le donne dal burka e stroncare il mercato dell’oppio. E poi? Quali sono stati i risultati? La guerra americana in Afghanistan è durata 25 anni, è costata un milione di morti, è finita con gli Americani che si ritiravano lasciando montagne di armi ai talebani e rendendogli il potere. La decantata ricostruzione (un altro resort come quello di Gaza) non c’è mai stata. La contaminazione del territorio invece è stata devastante. L’Afghanistan è uno dei Paesi più contaminati al mondo da mine antiuomo, ordigni esplosivi inesplosi e residuati bellici esplosivi per due terzi del suo territorio, che sono un pericolo costante specie per i bambini. Abbondano le scorie chimiche tossiche nel suolo e nelle falde acquifere. L’uso di proiettili a uranio impoverito ha causato gravi malattie, tumori e malformazioni genetiche, colpendo sia i soldati che la popolazione locale. Il suolo è meno fertile e dà meno raccolti. Oltre 25 anni di conflitto armato, uniti a siccità prolungate e a una gestione inadeguata del territorio, hanno portato a un degrado ambientale diffuso, per cui oltre l’80% del territorio è esposto. E nessuno si provi a pensare che la distruzione e la contaminazione che la cara America ha fatto in Ucraina e a Gaza sia minore.
E il mercato dell’oppio afgano? È aumentato! Le province di Helmand e Kandahar sono diventate i principali centri di produzione, con l’Afghanistan come attore dominante nel mercato mondiale dell’eroina. Oggi l’Afghanistan è diventato il principale produttore di oppio al mondo. Alleluia! Missione compiuta!
La guerra afgana è costata solo agli Americani 2300 miliardi di dollari, un bel budget per chi ha investito in guerra.
E ora vogliamo ricominciare con una balla simile per giustificare l’attacco di Trump al Venezuela????
Ah, e le donne afgane portano sempre il burka
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PS:
Ma attenzione! Nessuno si mosse quando Bush attaccò l’Afghanistan. Ma oggi, appena Trump ha minacciato il Venezuela, Putin ha ratificato un accordo strategico con il Venezuela, che prevede non solo la cooperazione economica e umanitaria, ma anche quella tecnico-militare! Io, se fossi Trump, un pensierino me lo farei.
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CHAT GPViviana, l’unica AI che dà le risposte prima ancora che qualcuno le chieda qualcosa 😀
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Il tema è la lotta al narcotraffico operata da Trump contro il Venezuela.
Il Venezuela ha un ruolo di secondo piano se paragonato ad altri paesi nel traffico di droga, non che sia assente; questo almeno nell’immaginario collettivo.
Un rapporto di Transparencia Venezuela affiliata di Transparency International segnala che “Venezuela è un hub chiave per il traffico globale di droga”
Drug-Trafficking-in-Venezuela-2024.-Transparencia-Venezuela-en-el-exilio.pdf
Però è un’organizzazione che è in esilio, non gradita a Maduro e quindi su questi pixel non vale anche se il rapporto è abbastanza dettagliato e soprattutto, scandalo: cita dati, fonti, fatti; robe dell’altro mondo.
Cosa c’è di meglio di parlare a vanvera?
Rimanendo quindi in tema passiamo al motivo principale per cui Trump dovrebbe attuare un regime change contro Maduro: il petrolio.
Motivo dalla spiegazione semplice, intuitiva direi; di quella che richiamano domande esistenziali del tipo: ma ke minkia dici?
Qui gioco in casa.
Vediamo la prima: Il Venezuela ha le maggiori riserve mondiali di petrolio accertate.
Vero, quello che è meno noto è che quel petrolio fa più che schifo, difficile da estrarre e ancor più da lavorare; è un greggio pesante (ricco di asfalto e oli pesanti); da solo non si riesce a lavorare; bisogna miscelarlo con petrolio più leggero proveniente da altre parti; ad esempio lo shale oil americano (molto leggero) si presta in modo ottimo per la miscelazione.
Un soggetto raziocinante si chiederebbe a questo punto perchè Trump dovrebbe essere interessato a un mare si…. ma di m3rda?
La seconda: Gli USA sono un ESPORTATORE NETTO di petrolio; perchè dovrebbero farsi carico di esportare un petrolio che da solo non vale niente?
La terza (dedicata a coloro che preferiscono andare a fondo nelle cose) e che si pongono domande non più esistenziali, ma più banali del tipo come stanno le cose realmente?
E allora scopre che esistono diverse joint ventures tra l’americana Chevron e Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA)
Ad esempio Petroboscan
Petroboscan, S.A., Venezuela | Profile
Petropiar che opera nell’Orinoco dove si estrae lo schifo dello schifo.
PDVSA and Chevron oversee Petropiar safety operations – Energy Analytics Institute (EAI)
Petroindipendencia
Joint venture of Venezuela’s PDVSA, Chevron launches new drilling plan | Reuters.
Sempre l’essere raziocinante di prima si chiederebbe: ma allora Trump ha già il petrolio venezuelano in mano?
Inoltre prima hai scritto che lo shale oil americano si presta bene ad essere miscelato con quello venezuelano; quindi un motivo in più.
Azz!! così si smontano le minkiate, non è giusto!
Aspetta che il bello deve ancora venire, la minkiata non è solo smontata, ma anche disintegrata.
Nel novembre 2022, il Dipartimento del Tesoro degli USA (Office of Foreign Assets Control, OFAC) ha emesso la General License 41 che permetteva a Chevron di riprendere limitatamente l’attività produttiva e l’esportazione di petrolio dal Venezuela, ma con condizioni stringenti: ad esempio, nessun pagamento di royalties/dividendi a PDVSA, e le esportazioni dovevano passare prima per Chevron.
Tuttavia, la licenza è stata modificata: ad aprile 2025 l’OFAC ha emesso una versione wind-down (GL 41A) che autorizzava solo l’attività per lo smantellamento o il «winding-down» delle joint venture, piuttosto che operazioni nuove o espansioni.
OFAC Amends Venezuela General License 41 to Wind-Down Chevron Joint Ventures with PdVSA – Global Sanctions and Export Controls Blog
Come , come , come????
Gli USA vogliono il petrolio venezuelano e poi pongono restrizioni a Chevron circa lo sfruttamento dei giacimenti?
Addirittura vogliono che Chevron risolva le joint ventures col Venezuela? Se ne vogliono andare?????
Noooo, non può essere!!! Ma allora Trump lo vuole sto petrolio o no?
Inoltre hai scritto che tra le restrizioni poste vi è quella di non distribuire dividendi a PDVSA ( gli pagano solo i costi operativi, ma niente margini)
Allora sei tu che racconti minkiate; come può una società che partecipa ad una joint venture accettare di non ricevere utili?
La licenza con restrizioni da parte del governo USA è del 2022 questo significa che da tre anni circa Maduro non vede… un dollaro e nonostante ciò va avanti con Chevron; non può essere.
E i BRICS che fine hanno fatto? Perchè Maduro non si rivolge agli amici? Cina e Russia in primis?
Come dici Elena? Lo ha fatto in passato? E come è andata a finire?
Rosneft ha fatto le JV quali PetroMonagas, PetroVictoria, PetroPerijá ed altre.
Il problema è che le joint venture risiedono in giacimenti di petrolio pesante/extra-pesante nella zona della Faja Petrolífera del Orinoco.
Rosneft non dispone del know how e delle tecnologie di cui dispone Chevron e quindi i costi operativi sono cresciuti di parecchio, a questo bisogna aggiungere le sanzioni (solo quelle che non funzionano però) rendendo poco conveniente il proseguimento dell’attività.
Nel 2020 è accaduto l’inimmaginabile; Rosneft ha annunciato di aver terminato le operazioni in Venezuela e di aver ceduto asset venezuelani
ROSNEFT SELLS IT VENEZUELAN ASSETS AND BECOMES AN OWNER OF 9.6% OF ITS SHARE CAPITAL
Infine c’è un tema sul quale non mi dilungo: il petrolio è commercializzato in dollari USA; e questo per l’amministrazione americana costituisce una leva di primaria importanza che da sola basterebbe a smontare le elucubrazioni di qualcuno secondo le quale Trump vorrebbe il petrolio dell’uno o dell’altro: la leva del dollaro.
In sintesi: prima di scrivere minkiate o credere ad esse è meglio cercare di andare a fondo nelle cose .
La seconda: non è che Trump vuole o non vuole il petrolio venezuelano: semplicemente lo SCHIFA.
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Quindi Trump perché vuole fare la guerra a Maduro?
Perché vuole fermare il commercio di droga negli USA?
Cioé, veramente pensi di str0nzeggiare così tanto, caro Lord Zeppelin?
Tra te e JD non so chi sia il peggio.
La capacità di negare ogni correlazione che vi fa uggia è paragonabile.
Ci vorrebbe un apposito trofeo per le minkiate negazioniste. Direi che sul podio ci state entrambi (tu e l’amor tu con i corni blu).
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COMUNQUE, oh voi infosanniti,
sappiate che oltre 30 anni esisteva un fumetto, realizzato da Pat Smith e Kevin O’Neil, intitolato Marshal Law.
Lì si parlava per l’appunto della ZONA, che non era altro che la guerra segreta che gli USA stavano facendo in Sud America.
Il fumetto, altamente satirico e critico contro la società americana, era ed è perfetto a tutt’oggi.
Ad un certo punto, si descrivevano addirittura le tecniche di TORTURA usate dalla CIA, tra cui il Water Boarding (!!!), il Pau de Arara (trespolo del pappagallo, una delle cose fetish che fanno i sodoNATOmiti per passare le serate più noiose), scariche elettriche sui genitali e le gengive, confinamento in baracche di latta e altra roba del genere.
Questo in un fumetto che anticipava le Torri Gemelle di almeno 10 anni.
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COMUNQUE, oh voi inforimbecilliti,
sappiate che tutte le segretissime trame dei potery forty sono sempre descritte con largo anticipo e con discreta dovizia di particolari in libri, film e fumetti d’ogni genere.
Inoltre è tipico dei potery forty disseminare tracce dappertutto, tracce che nessuno riesce mai a cogliere, tranne ovviamente voialtri che avete visto un video acchiappagonzi sull’internette.
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Ecco, parlo del Pau de Arara e spunta fuori il sodoNATOmita. 😀 😀
Come è stare a testa in giù con una canna infilata nel qulo a fare da lanterna umana?
Ti diverte? 😀 O sei tu che lo fai a Loguasto 😀 ?
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Poveretto.
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