
(Giorgia Audiello – lindipendente.online) – Negli ultimi due mesi è aumentato notevolmente il numero di giovani che fuggono dall’Ucraina per non arruolarsi nell’esercito, dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha modificato le regole di uscita per gli uomini che non sono ancora idonei al servizio militare, che inizia a 25 anni, alla fine agosto. Nel dettaglio, secondo i dati forniti dalla guardia di frontiera polacca al giornale statunitense Politico, negli ultimi due mesi quasi 100.000 ragazzi ucraini di età compresa tra i 18 e i 22 anni hanno lasciato il loro Paese per rifugiarsi negli Stati vicini o confinanti. Germania e Polonia sono le nazioni che ospitano la più grande popolazione di rifugiati ucraini all’interno dell’Unione europea, ma con l’esodo registrato negli ultimi mesi i due Paesi stanno pensando di porre delle restrizioni alle politiche di accoglienza. Le criticità circa la presenza di un gran numero di giovani ucraini è stata sollevata soprattutto dai partiti più conservatori sia in Germania che in Polonia.
«Non abbiamo alcun interesse che i giovani ucraini trascorrano il loro tempo in Germania invece di difendere il loro Paese», ha dichiarato Jürgen Hardt, un importante deputato del partito conservatore di Merz, aggiungendo che «L’Ucraina prende le sue decisioni, ma la recente modifica della legge ha portato a una tendenza all’emigrazione che dobbiamo affrontare». Similmente, il partito di destra polacco Confederazione in una dichiarazione ha affermato che «La Polonia non può continuare a essere un rifugio per migliaia di uomini che dovrebbero difendere il proprio Paese, mentre grava sui contribuenti polacchi i costi della loro diserzione». Secondo i dati della guardia di frontiera polacca, dall’inizio del 2025 fino ad agosto circa 45.300 uomini ucraini di età compresa tra 18 e 22 anni hanno attraversato il confine con la Polonia, mentre negli ultimi due mesi (settembre e ottobre) il numero è salito a 98.500, ovvero 1.600 al giorno. Prima della modifica della legge, agli uomini di età compresa tra 18 e 60 anni non era consentito lasciare il Paese.
La Germania ospita circa un milione e duecentomila persone fuggite dall’Ucraina in seguito allo scoppio del conflitto nel 2022, mentre la Polonia ne ospita un milione: si tratta di oltre la metà di tutti gli ucraini con status protetto nell’Unione, secondo i dati Eurostat. La questione dei costi per l’accoglienza e il dibattito sui benefici sociali però cominciano a diventare preminenti soprattutto tra i partiti di destra. Stando ai dati per l’agenzia dell’impiego della Germania, circa 490.000 cittadini ucraini in età lavorativa percepiscono indennità di disoccupazione di lungo periodo in Germania. Soprattutto il partito Alternativa per la Germania (AfD), in ascesa nei sondaggi, ha chiesto la sospensione dei sussidi sociali agli ucraini. Inoltre, il partito è noto per essere contrario agli aiuti militari all’Ucraina. Lo stesso governo Mertz, stando a quanto riporta Politico, starebbe preparando un disegno di legge che negherebbe agli ucraini tali prestazioni, vista anche la crescente pressione per ridurre la spesa sociale. Il presidente polacco Karol Nawrocki, invece, ha recentemente posto il veto alla legge sugli aiuti agli ucraini, sostenendo che solo chi lavora e paga le tasse in Polonia ha diritto ai sussidi.
Il caso delle diserzioni di soldati o futuri soldati ucraini all’estero non è un fenomeno nuovo: già nel 2023 Zelensky aveva approvato una legge che prevedeva il rafforzamento delle pene del personale militare in caso di diserzione, inosservanza o critiche degli ordini, provocando la ribellione di molti soldati. Inoltre, era già emerso come molti uomini non fossero disponibili a combattere e per questa ragione le autorità li reclutavano con la forza. L’apparente cambio di passo rappresentato dall’allentamento delle regole per lasciare la nazione da parte di Zelensky in realtà aveva l’obiettivo (fallito) di far rientrare i giovani ucraini dall’estero senza il timore che poi non fossero più autorizzati a partire. Un’altra ragione che ha spinto il governo a modificare le regole era quella di scoraggiare i genitori dal trasferire i figli all’estero all’età di 16 o 17 anni, una tendenza segnalata dalle autorità. «Se vogliamo che i ragazzi restino in Ucraina, dobbiamo prima fare in modo che finiscano la scuola qui e che i genitori non li portino via» aveva detto il presidente ucraino annunciando la modifica della norma in estate, aggiungendo che diversamente avrebbero perso «il loro legame con l’Ucraina».
La modifica del regolamento non ha però prodotto gli effetti sperati. Al contrario, ha incrementato i flussi verso gli Stati europei, confermando come la maggior parte degli uomini ucraini non voglia andare al fronte e, di conseguenza, sia contrario alla guerra a oltranza contro la Russia.
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fare la guerra con i morti degli altri vale fino ad un certo punto
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Partiamo da un primo fatto positivo: l’articolo cita le fonti e allega i link.
Un gesto ormai raro, a differenza di certi “articoli vigliacchi” che pur proclamando di avere fonti, si guardano bene dal mostrarle; forse perché sanno che verrebbero smentiti all’istante.
Ma tanto, il lettore che applaude non si pone troppe domande; non se ne pone affatto, a dirla tutta.
Applaude e basta, vero, Fabio Mini?
Tanto per distinguere un “generale” da un Napoleone.
Entriamo nel merito.
Il primo punto da considerare è il trade-off etico e psicologico che ogni individuo deve affrontare: il conflitto tra il dovere verso la propria nazione e il diritto alla vita e alla libertà.
L’articolo, su questo aspetto, parte monco: non considera il rapporto preesistente tra cittadini e istituzioni prima dell’invasione russa.
La fiducia del cittadino nello Stato non nasce nel momento della guerra, ma si costruisce giorno dopo giorno, attraverso giustizia, opportunità, trasparenza e meritocrazia.
Se uno Stato è percepito come corrotto o ingiusto, se i privilegi sono riservati a pochi, il senso di obbligo morale verso di esso inevitabilmente si indebolisce.
In Ucraina, la percezione diffusa di corruzione e disuguaglianza prima della guerra ha inciso profondamente sulla disponibilità dei giovani a combattere; chi non vede lo Stato come garante dei propri diritti difficilmente sarà disposto a sacrificarsi per esso.
Per motivare i cittadini al sacrificio, lo Stato deve prima costruire un senso di giustizia, equità e fiducia.
Per avere, bisogna prima dare.
Alla luce di questo, il fenomeno dell’esodo giovanile si spiega facilmente: non è soltanto “paura della guerra”, ma l’indicatore di un legame debole tra cittadini e Stato.
Il fallimento delle politiche di Zelensky nasce proprio da qui; dall’incapacità di riconoscere quanto fragile fosse questo legame.
E non si tratta di una fragilità contingente, ma di un difetto strutturale, radicato nel tempo.
Che le restrizioni all’esodo vengano allentate o irrigidite, il risultato non cambia: un cane non torna da chi lo ha bastonato.
Quanto alle reazioni dei Paesi ospitanti, Germania e Polonia in testa, è inevitabile che l’arrivo in massa di giovani uomini in età militare alimenti tensioni politiche e sociali, soprattutto tra i partiti conservatori. La questione dei sussidi e dei costi per i contribuenti diventa un’arma di confronto politico, ma queste sono dinamiche note.
Mi aspetto ora, per par condicio, un articolo analogo sulla Russia: anche da quelle parti gira voce che le pallottole uccidano.
Ma, si sa, il libro dei sogni non vede mai la parola fine.
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“Mi aspetto ora, per par condicio, un articolo analogo sulla Russia: anche da quelle parti gira voce che le pallottole uccidano.”
Sono molto pessimista, considerando che gli analisti che qui vanno per la maggiore stanno sposando la teoria del rapporto di perdite ucraine-russe di 36 a 1…
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e poi perchè ci dovrebbe essere un articolo analogo sulla russia dato che i russi stanno vincendo?
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Perchè le cose stanno in modo diverso dalle palle che ti raccontano; solo un povero illuso può credere che la propaganda ci sia da una sola parte.
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Solo 36 a 1?
M’aspettavo rapporti più alti.
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che la propaganda sia da ambo le parti è la scoperta dell’acqua calda, ma ormai le fonti più o meno attendibili ce ne sono tante e mettendole a confronto emergono i fatti, e i fatti dicono, semplificando al massimo, che a prescindere dalla matematica dei morti qualcuno sta perdendo e qualcun altro sta vincendo
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Digli a quel matematico e chiedi anche a te stesso quante volte in questi quattro anni hai ripetuto quelli stanno vincendo e gli altri stanno perdendo; forse arrivi a scoprire realtà trascendenti.
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la realtà è sotto agli occhi di chi la vuol vedere, il resto è il solito schifo di interessi geopolitici sulla pelle di gente sacrificabile
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Se ti riferisci al rateo di scambio dei morti russi e ucraini è quello, circa 30+ a 1.
Non significa che sul campo di battaglia sia così alto, ma è un FATTO che attualmente:
Pokhrovks stia per cadere.
Kupyansk: quasi totalmente presa.
Lyman: inizia l’accerchiamento.
Siversk: in pericolo.
Più un’altra mezza dozzina di cittadine parzialmente prese o circondate.
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X L-70.
Dammi retta, RESTA SULLE VALUTAZIONI ECONOMICHE, almeno eviti di sparare cagate.
In Ucraina danno la caccia ai cittadini da almeno 3 anni, strada per strada, come cani randagi.
In Russia hanno fatto N.1 mobilitazione da quando è scoppiata la guerra, 3 anni fa.
Non pare proprio che i russi siano a corto di uomini.
Solo nel settore di Pokhrovsk ne hanno radunati 27.000 e stanno per espugnare la roccaforte chiave di tutto il settore.
Ci sono centinaia di video (letteralmente) in cui i droni russi stanno cacciando e uccidendo i soldati ucraini che cercano di scappare, nonché qualche disperato che cerca di entrare per aiutarli.
Stesse scene a Kupjansk.
Siversk, Liman e altre città sono a rischio caduta entro 1-2 mesi massimo.
Vai a studiare la situazione sul campo, o sennò vattene a pescare invece di scrivere certe asinate.
https://s5.cdnstatic.space/wp-content/uploads/2025/11/pows.mp4
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Scusa Lion una curiosità: secondo te la Russia non sta vincendo?
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Dipende cosa si intende per vincere.
Se per vincere tu intendi la conquista territoriale direi di si; a giudicare da ciò che si legge gli ucraini sono in affanno e i russi pur non dilagando avanzano; quindi il mio si è un si con riserva.
Se per vincere si intende l’obiettivo strategico allora la Russia ha perso prima di cominciare.
Se l’obiettivo strategico è tenere l’Ucraina sotto la sua sfera d’influenza ha già perso.
L’Ucraina è un paese economicamente fallito; lo era già da prima che la guerra cominciasse a dire il vero.
Quando questa guerra finirà la situazione potrebbe essere la seguente.
La Russia vorrebbe controllare politicamente l’Ucraina ma non ha un rublo per farlo.
Le stime per la ricostruzione parlano di 500 MLD di dollari; la Russia ha un PIL di 2000 MLD di dollari; significa, per la Russia, dover impegnare un quarto delle proprie risorse per la ricostruzione; hai idea dell’impatto che può avere una cosa del genere?
L’EU non controlla politicamente l’Ucraina ma sarà (come del resto è) quella che mette i soldi.
Secondo te chi la spunta?
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Non credo che la Russia voglia conquistare l’intera Ucraina, penso invece che la parte occidentale, demilitarizzata sul campo, sarà felice di lasciarcela. 4 regioni le ha già in mano, secondo me manca solo Odessa.
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Non ho scritto che vuole conquistarla tutta, ho scritto che vuole controllarla politicamente.
Controllarla politicamente vuol dire controllarne anche (se non soprattutto) le risorse.
Non è un problema di territori in quanto tali, è un problema di risorse che si trovano in quei territori.
Tu ritieni che ci sia qualcuno disposto a pagare affinché sia un altro a prendersi quelle risorse?
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Non mi è chiaro cosa intendi.
La Russia ha parlato di suoi obbiettivi (smilitarizzazione, divieto di entrare nella Nato, garanzie per i cittadini di cultura russa …), non ha parlato di controllarla politicamente, poi è chiaro che non le farebbe schifo, ma ha convissuto con l’Ucraina anche se dal 2014 era in mano straniera. Non so cosa succederà ma mi aspetto che prenda le regioni russofone, che fra l’altro non vedono l’ora di entrare in Russia che io sappia e che non daranno problemi. Queste regioni fra l’altro credo contengano la maggior parte delle risorse di questo paese di fatto comunque povero, e ora poverissimo.
Gli Usa hanno già praticamente abbandonato l’Ucraina al suo triste destino, e l’Europa penso lo farà a sua volta (non ha l’interesse e nemmeno i soldi). La ricostruzioni le faranno penso i poveri ucraini che restano, con quello che hanno, come del resto i palestinesi. Sta cosa che un paese distrutto arrivano i paesi buoni a ricostruirlo penso non sia mai successa e non succederà. Le parti annesse alla Russia, tipo Mariupol, sono già in fase di ricostruzione.
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Risposta un po’ articolata.
Partiamo dal contesto: L’Ucraina non è povera; lo è diventata per il malaffare sia suo, interno, sia per i russi.
Fino alla fine del mandato di Yanucovich le risorse del paese erano in mano agli oligarchi, il principale tra questi Rinat Akhmetov tramite gruppo SCM (System Capital Management) controllava la maggior parte delle risorse del Donbass; oltre a lui c’erano anche persone vicine a Yanucovich note come “Donetsk clan” o “Donetsk sim’ya” (sim’ya in russo vuol dire famiglia).
Controllavano contratti pubblici, concessioni minerarie e privatizzazioni.
Molte imprese statali furono “riorganizzate” o vendute a società vicine al potere.
La Russia aveva influenza indiretta tramite forniture energetiche (gas, carbone) e investimenti, ma non controllo diretto sulle miniere o industrie fino al 2014.
Akhmetov aveva egli stesso stretti legami col Cremlino.
La cessione in mani private degli asset fu la causa principale degli scontri di piazza Maidan; il referendum pro EU/ contro EU fu solo il pretesto.
Anche a scanso di interventi idioti da parte di qualcun altro, gli USA va da se che avevano tutto l’interesse a soffiare sul fuoco di quelle proteste e a finanziarle perchè il controllo di quelle risorse sarebbe poi passato a loro.
Fatto sta che Yanucovich va via e arriva Poroshenko.
Poroshenko fa una cappellata di proporzioni bibliche: pensando di estromettere gli oligarchi e gli uomini di Yanucovich che ancora controllavano le risorse del Donbass attua un blocco verso quelle regioni con l’obiettivo di limitare il finanziamento e il sostegno economico ai gruppi di potere/oligarchi che vi operavano.
Poteva Putin farsi scappare l’occasione? Ovvio che no e infatti dopo il blocco, la Russia prese il controllo economico diretto del Donbass: introdusse il rublo, sostenne le “repubbliche” con finanziamenti e integrò parte della produzione nel mercato russo.
Risultato: quando c’era Yanucovich la Russia controllava indirettamente le risorse del Donbass e a Kiev un pò di soldi arrivavano ; con Poroshenko invece le controlla direttamente e a Kiev non arrivano più neanche gli spiccioli. Che fare quindi?
Hanno fatto quello che sappiamo.
Nel 2021 il copione si ripete: L’Ucraina firma con L’EU un protocollo in cui si impegna a dare in concessione alcuni siti minerari ad alcune società europee ( ne ho già scritto con tanto di link) che sono partecipate da banche francesi e inglesi (non a caso inglesi e francesi sono tra i più facinorosi sostenitori dell’Ucraina, Boris Johnson che si precipita a Kiev per evitare gli accordi di pace).
La cosa ovviamente non è molto gradita nelle stanze del Cremlino.
Stavolta però c’è una notevole differenza; mentre prima Putin aveva gli agganci degli oligarchi che operavano in Donbass; stavolta non ha nessun aggancio e quindi che può fare? si inventa l’operazione militare speciale.
Le regioni russofone che sono anche più estese di quelle che Putin reclama ( però reclama quelle e non le altre regioni russofone) sono tra le zone più ricche dell’Ucraina non tanto e non solo per i giacimenti, ma anche perchè è li che si concentra(va) l’apparato produttivo industriale dell’Ucraina.
Un po’ come se Merz venisse a prendersi la Lombardia, per fare un paragone.
Gli Usa hanno già praticamente abbandonato l’Ucraina al suo triste destino, e l’Europa penso lo farà a sua volta (non ha l’interesse e nemmeno i soldi).
Come fai a dire una cosa del genere? se hanno pure fatto un vertice per la ricostruzione per spartirsi la torta.
Chi non ha i 500 MLD stimati per la ricostruzione? L’EU? ma se solo la Germania ne sta spendendo 800 in armi ( e infrastrutture)
La ricostruzione la faranno le società dei vari stati che hanno finanziato l’Ucraina per il conflitto; saranno coinvolte imprese locali, immagino, e la pagheranno gli Ucraini nei secoli a venire.
Non lo faranno per ragioni umanitarie quello si, ma per interessi.
Quanto al fatto che nelle zone occupate dai russi sia in atto una ricostruzione la vedo dura; sono zone di guerra; la Russia ha fatto qualche cosa ( quanto meno per propaganda) e ha annunciato progetti; ma parlare di ricostruzione piena mi pare un’assurdità; per ricostruire quelle zone ci vogliono una decina d’anni.
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Una lettura del contesto storico che non avevo mai sentito. Io sono abbastanza ignorante in materia per cui non escludo sia realistica, però mi giunge nuova.
Il vertice che hanno fatto per spartirsi la torta non garantisce che la torta ci sarà. Tu ricostruiresti sapendo che verrai pagato (forse) nei secoli a venire? Io no, quindi dubito, ovviamente anche qui tutto può essere.
La ricostruzione di Mariupol è cominciata da parecchio ed è stato fatto moltissimo, trovi i video in rete. Non so se si impegneranno altrettanto in tutti i territori, ma a Mariupol hanno per ora realizzato interi quartieri nuovi.
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Titanium, lithium, graphite: who owns Ukrainian subsoil | УНН
Qui c’è un articolo al cui inizio trovi SCM; SCM non ha più rapporti con il Cremlino perchè dopo l’annessione della Crimea Putin ha nazionalizzato tutto.
SCM controllava Krymenergo una società che distribuiva l’energia elettrica; Putin ha si nazionalizzato ma non ha dato nessuna contropartita.
Krymenergo (SCM) ha avviato un’azione arbitrale; ma non so come sia finita; chiedeva 421 MLN di dollari come risarcimento
https://www.italaw.com/sites/default/files/case-documents/180426.pdf?utm_source
Come vedi non invento balle; anche a me tante cose giungono nuove; il punto è che qualcuno legge il giornale o l’articolo e basta; io invece, dopo averlo letto, mi chiedo chi ci guadagna e quindi devo andare un po’ più a fondo nelle cose; se ti aspetti di trovarle negli articoli di Orsini o Mini o Travaglio stai fresco, per non parlare degli altri di altri giornali.
Quanto alla ricostruzione.
Mariupol Reborn: mayor says rebuilding of Mariupol will take 20 years | Ukrainska Pravda
Qui c’è un articolo in cui il sindaco di Mariupol parla di addirittura 20 anni per la ricostruzione
E’ vero che sono stati realizzati complessi quale il Nevsky residential complex ma realmente in quanti vi abitano?
How the Russians are rebuilding Mariupol – evidence from the Google Maps update — Суспільне Новини
Qui ti da una panoramica più ampia di ciò che è stato fatto.
Però una cosa è fare un edificio a favore di telecamera (per non parlare dei criteri in base ai quali sono stati assegnati gli alloggi; sono stati venduti, sono in edilizia convenzionata, sono case popolari?) altro è fare una piena ricostruzione.
Quegli edifici sono allacciati ai servizi (gas, elettricità, acqua potabile, fognatura?) il video te li fa vedere o ti mostra solo la struttura?
Quanto ai video meglio lasciarli perdere; ci sono diversi video ad esempio che mostrano gli homeless americani; a guardare quei video gli USA sembrano un paese di senza tetto; sono andato a vedermi cosa dicono le statistiche ufficiali in merito e ho scoperto che sono si più alti rispetto alle percentuali che mediamente si trovano in Europa o in Italia ma stiamo parlando pur sempre dello 0 virgola; non che le statistiche siano un dogma ma non lo sono neppure i video.
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la spunta l’america, colei che ha progettato e messo in atto questa guerra con obiettivo il declino dell’europa, l’ucraina è il terreno dove si compie il sacrificio, ormai ridotta ad un buco nero, ma è l’europa a pagare il prezzo, in tutti i sensi, la russia in sostanza vince perchè non può perdere, certo ha perso uomini e denaro, ma se ha perso il mercato europeo ha guadagnato il mercato americano e quello dei brics
l’ucraina potrebbe diventare una palestina balcanica, e dovremmo gestirla (forse) noi europei, che affare, eh?
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X Fabrizio:
Lord Zeppelin a quanto pare, crede che:
1- Trump voglia far guerra al Venezuela per via della droga e
2- Putin ha fatto tutta ‘sta guerra per i giacimenti minerari (litio, titanio ecc) del Donbass.
Lui ragiona così, ma è inutile farglielo capire. Ci ha provato anche Anail ma zero risultati.
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Mi aspetto ora, per par condicio, un articolo analogo sulla Russia: anche da quelle parti gira voce che le pallottole uccidano 👏 👏
Questo è un articolo del 2023…
Dal freddo: la lotta per gli esuli russi – CEPA https://share.google/NlzqD0h9y2Xpm00T8
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Zeze… non ne ha mai parlato di queste fughe…anzi sta dicendo che sconfigge la russia con le armi europee….
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Questo articolo è un classico esempio del modo in cui lavora un certo tipo di disinformazione, e di come partendo da dati reali si porti avanti un messaggio di tipo propagandistico, a puro uso e consumo del proprio pubblico di riferimento.
“Negli ultimi due mesi è aumentato notevolmente il numero di giovani che fuggono dall’Ucraina per non arruolarsi nell’esercito, dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ha modificato le regole di uscita per gli uomini che non sono ancora idonei al servizio militare, che inizia a 25 anni, alla fine agosto. Nel dettaglio, secondo i dati forniti dalla guardia di frontiera polacca al giornale statunitense Politico, negli ultimi due mesi quasi 100.000 ragazzi ucraini di età compresa tra i 18 e i 22 anni hanno lasciato il loro Paese per rifugiarsi negli Stati vicini o confinanti.“
Tralasciando i minus habens putiniani che spopolano da queste parti (perlopiù dei poveri analfabeti funzionali senza appello, drammaticamente incapaci di andare oltre il ritornello putin-buono-zelensky-cattivo-pipì-pupù), un eventuale normodotato provvisto di medio senso critico noterebbe subito che il ragionamento proposto dall’articolo, e messo in evidenza già dal titolo (al quale molti si fermano), è un ragionamento capzioso: le cause per lasciare il proprio Paese possono essere molteplici, come ad esempio quelle elencate qua sopra dall’ottimo Lionheart, tra le quali una di esse può essere quella di evitare la leva obbligatoria, pertanto non è assolutamente corretto attribuire a quell’unica causa tutto l’esodo dei ragazzi tra i 18 e i 22 anni, come se esistesse un’unica correlazione diretta, tantopiù se si considera che, come giustamente ricordato dall’articolo stesso, la leva in Ucraina inizia a 25 anni (come chiunque li abbia avuti sa bene, a 18 anni sembra che manchi ancora un’eternità prima di arrivare ai 25).
Poi però, leggendo con più attenzione, c’è quella frase sulla modifica alle regole di uscita dall’Ucraina per chi non ha ancora fatto la leva. A questo punto, all’eventuale normodotato verrebbe da domandarsi: ohibò, cos’avrà mai fatto quel diavolo d’un Zelensky, alla fine di agosto? Avrà forse modificato le regole d’uscita in modo da rendere più difficile per i futuri soldati disertare anzitempo?
Non proprio: l’eventuale normodotato, con una ricerca di circa trenta secondi su Google, può agevolmente verificare autonomamente come la modifica alle regole d’uscita sia di tutt’altra natura ed abbia uno scopo molto diverso, scopo che l’articolo qua sopra, pur citandola correttamente, si è ben guardato dal precisare (e questo è fare della disinformazione, dato che si tratta di una notizia piuttosto rilevante, dato il contesto): https://www.today.it/mondo/ucraina-ragazzi-18-22-anni-possono-lasciare-il-paese-nuova-legge.html
E così, il nostro eventuale normodotato potrebbe scoprire che zeze-pipì-pupù ad agosto ha parzialmente allentato la legge marziale: mentre prima era fatto divieto a tutti i maschi ucraini dai 18 ai 60 anni di lasciare il Paese, ora questa nuova legge, discussa anche con l’autorità militare, “consentirà ai ragazzi di viaggiare all’estero senza ostacoli” (parole della premier).
Ed ecco che, infine, all’eventuale normodotato apparirà perfettamente logico, normale e financo consequenziale a quella legge che i ragazzi ucraini, in questo periodo, stiano decidendo di allontanarsi dal proprio Paese, visto che ne hanno facoltà e che fino a poco fa gli questa possibilità gli era invece preclusa.
Alla luce di ciò appare oltremodo evidente l’intento propagandistico della chiosa finale, funzionale ad una certa narrazione, sostenuta soprattutto dal Cremlino e dai suoi trombettieri:
“La modifica del regolamento non ha però prodotto gli effetti sperati. Al contrario, ha incrementato i flussi verso gli Stati europei, confermando come la maggior parte degli uomini ucraini non voglia andare al fronte e, di conseguenza, sia contrario alla guerra a oltranza contro la Russia.“
Ma quale “confermando”? Ma quale “di conseguenza”?
Giorgia Audiello…
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😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀
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Argomentazione ineccepibile, centrata e soprattutto nel merito: si vede che c’è dell’esperienza dietro.
Se mai la dovesse vedere quel povero disadattato “allievo non del tutto inabile dell’incommensurabile Maestro Sparviero”, sarebbe capace di venirsene direttamente nelle mutande.
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Tipico lavoro dignitoso da fare in Ucraina:
Il b@stardo ammanettato è un consigliere IUESEI’ ovviamente, uno di quelli che insegna a ‘resistere agli interrogatori ostili’ solo per dissimulare che è un corso per torturatori.
”La tortura. Americana come la torta di mele” (Marshal Law).
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