(di Marco Palombi – ilfattoquotidiano.it) – Martedì è stata una giornata piena di notizie interessanti sull’Ucraina. Non parliamo del fronte militare, ma di quello, altrettanto decisivo, finanziario: le guerre, si sa, costano. Il presidente Volodymyr Zelensky ha spiegato di aver “ribadito a tutti i leader europei che non combatteremo per decenni, ma che dovete dimostrare che per un certo periodo sarete in grado di fornire un sostegno finanziario stabile all’Ucraina (…) Hanno in mente questo programma: 2-3 anni”. All’Ue toccherebbe dunque – defilatisi gli Usa e vicino all’esaurimento il programma del Fmi – pagare il conto per “2-3 anni”: scelta politica legittima, qualcuno può considerarla anche doverosa, ma che andrebbe comunque spiegata all’opinione pubblica in termini comprensibili. Ecco, qui proviamo a farlo in soldi: all’ingrosso significa pagare circa 100 miliardi di dollari all’anno, 85 miliardi di euro al cambio attuale, 255 in tre anni (l’Italia, nel caso, dovrebbe sborsarne una trentina). Il conto è facile: come ha spiegato lo stesso governo di Kiev nel suo bilancio, servono dai donatori esteri circa 60 miliardi di dollari tra soldi e forniture per continuare a combattere e quasi 40 per il normale deficit di bilancio (dati Fmi). Per questo si fa un gran parlare dei 140-180 miliardi di dollari di asset russi congelati nella piattaforma belga Euroclear: coprono un paio d’anni del “programma”. Solo che, pur congelati, sono soldi russi e darli all’Ucraina non è così scontato dal punto di vista legale. Di fronte alle resistenze di alcuni, Bce e Belgio su tutti, questo ha detto l’Ue ai governi secondo un pezzo di Politico di martedì: “Se non volete sequestrare i soldi della Russia, aprite i portafogli”. Ora la discussione è: usiamo i soldi russi, ma garantiti pro quota dai singoli Stati, che non paiono felici della cosa, anche perché quelle garanzie finirebbero nel debito pubblico a fare a cazzotti coi vincoli di bilancio Ue (sic). Un inghippo che i governi dovrebbero spiegare ai loro cittadini. Il nostro, certo, farebbe una fatica ulteriore visto che il ministro della Difesa, sempre martedì, ha detto che “riconquistare i territori perduti è considerato da tutti impossibile: la Russia non li cederà mai e l’Ucraina non avrà la forza per riconquistarli”. Ma allora qual è l’obiettivo di questi “2-3 anni”?