
(Dott. Paolo Caruso) – In questi tre anni di governo della “Signora delle contumelie”, alias Giorgia Meloni, c’è qualcosa che attiene più a Freud che alla Politica, la sua ossessiva ricerca di fantomatici nemici. Siamo costretti ad assistere dal palcoscenico politico a spettacoli poco edificanti da parte della Premier. Una Premier che aveva fondato la sua campagna elettorale su tante promesse mai mantenute, rispolverando il motto di Dio, Patria e Famiglia. Proprio su quest’ultima si è concretizzato il suo programma con l’arrivo ai vertici del partito della sorella Arianna e con la nomina al governo del cognato, di parenti, e amici fidatissimi della scuderia nera. Nel corso dei mesi si è passati dall’intolleranza nei confronti dell’ Informazione e del giornalismo libero, da Lei ritenuto ostile e non necessario al confronto, alla durezza della dialettica e all’aggravarsi dello scontro con la Magistratura e con i Partiti di opposizione. Ogni occasione è buona per rinnovare accuse, con il suo gracchiare sguaiato e inesauribile, non degno di sicuro del ruolo che ricopre, nei confronti di fantomatici nemici. Un personaggio ambiguo e in manifesta malafede che con il suo sorrisino, le smorfie, e lo sguardo provocatorio sembra più un clown prestato alla politica. Il suo presunto vittimismo rappresenta il modo di concepire l’azione politica. Il ” Chiagne e fotti ” è infatti il suo credo. Accusare le Opposizioni di terrorismo, addirittura peggiore di Hamas, per poi ribaltarne al primo accenno di replica le accuse, fa parte del suo essere Giorgia. Da “Caciottara” a “Signora delle contumelie” del resto il passo è breve. Vittima e critica provocatrice nello stesso tempo ne fanno una Premier dal doppio volto. Il suo ruolo fuorviante è quello di spegnere il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero e di opinione. Una sorta di normalizzazione del pensiero che porta dritti dritti alla Democratura.
Il padre spirituale della Melona:
Notare lo sguardo, proprio tutto sua figlia.
Ad ogni modo, se c’é una cosa positiva di quest’orrenda fase storica, è che d’ora in poi nessuno si potrà seriamente azzardare a dire che le donne in politica sono meglio degli uomini.
Tra Von der Nazi, Merdsola, Kagna, Melona, Pitonessa, Picierno, Bostik, Roccella ecc ecc sembra che più siano scarse e più le promuovono.
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È verissimo, mai la politica nazionale ed internazionale è scaduta a livelli di intestardimento stupido e folle propensione bellicista come in questo momento in cui tante donne sono alla ribalta. Pensavamo che la Merkel tracciasse un cammino di sano saggio pragmatismo e siamo invece alle prese con sguaiate Menadi urlanti, anche se qualcuna riesce a tingersi di teutonico autocontrollo. Mai più
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