
(di Antonio Pitoni – lanotiziagiornale.it) – Pensavamo di averle sentite tutte. Dal contributo “silenzioso” – talmente tanto che nessuno se n’è accorto – dato dall’Italia al Piano di pace Usa per Gaza alla lunga sequela di promesse infrante, ma decantate come successi dalla propaganda di Stato. Ma sentire la premier Giorgia Meloni, all’indomani della manifestazione di solidarietà a Sigfrido Ranucci per l’attentato subito, citare la classifica della libertà di stampa per celebrare i progressi fatti dal Paese durante il suo governo va decisamente oltre ogni limite di tolleranza.
Superato ieri, durante il dibattito parlamentare sull’informativa in vista del Consiglio Ue di oggi e domani, quando la presidente del Consiglio, replicando agli attacchi dell’opposizione, ha detto testualmente: “Se vogliamo attenerci ai fatti sulla libertà di stampa, secondo la Ong Reporter senza frontiere, nel 2022 – l’ultimo anno in cui eravate al governo (riferito alle opposizioni, ndr) – l’Italia era al cinquantottesimo posto della classifica mondiale per la libertà di stampa. Sono passati tre anni, oggi siamo al quarantanovesimo: abbiamo risalito nove posizioni”. Ovviamente, le cose stanno diversamente. Come ha spiegato nel dettaglio Pagella Politica, infatti, negli ultimi anni la posizione dell’Italia è cambiata più volte.
Nel 2022, il nostro Paese era effettivamente al 58esimo posto, come detto da Meloni, con il punteggio di 68,16 relativo al 2021. Nel 2023, invece, l’Italia è risalita al 41esimo posto con 72,05 punti relativi al 2022, anno in cui però il governo Meloni si era insediato solo alla fine di ottobre. La premier si è quindi appropriata di un risultato che per i dieci dodicesimi non le appartiene. Ma non finisce qui. L’indice 2024, riferito al 2023, cioè il primo anno interamente ascrivibile all’esecutivo Meloni, è invece sceso a 69,8 punti e l’Italia è scivolata dalla 41esima alla 46esima posizione. Per poi finire nella classifica 2025, relativa al 2024, al 49esimo posto con 68,01 punti.
Ricapitolando: escludendo il 2022, in cui ha governato solo per due mesi, nei primi due anni pieni (2023-2024) di governo Meloni, l’Italia ha perso sia punti che posizioni. Insomma, un autogol. Cose che capitano quando si scambia la libertà di stampa per libertà di balla.
OIn effetti questa è la libertà della giovgia : la liberttà del sistema!
Libertà di dire quello che vogliono loro!
La stampa è corrotta ed ora pure il Web…con una sostanziale differenza che il cartaceo rimane nel quel si può cancellare in un attimo!
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nel web… “la pigrizia di rileggere!”
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Nel 2022 c’era Draghi, vediamo l’anno precedente con Conte:
“Nel 2021, l’Italia si trovava al 41º posto nella classifica mondiale della libertà di stampa stilata da Reporters sans frontières (Rsf) nel World Press Freedom Index. Questa posizione era stata mantenuta rispetto all’anno precedente, quando l’Italia si trovava anch’essa al 41º posto, dopo aver guadagnato due posizioni rispetto al 2019.”
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Un cambiamento imputabile ad un governo sarebbe la conseguenza di riforme vere sul conflitto di interessi, sulla RAI e sull’editoria. La persecuzione di un obiettivo.
Di certo non è imputabile ad un governo l’oscillazione di qualche posizione dovuta soprattutto a piccoli cambiamenti nel paese o all’estero.
Anzi, è imputabile al governo l’immobilità di fronte a questo tema.
D’altronde basta andare qui https://giornali.it/quotidiani-nazionali/il-fatto-quotidiano/prima-pagina/ e contare quanti giornali sono filo-governativi e quanti no.
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La libertà di stampa in Italia è una questione seria, la classifica no.
Pagella Politica, infatti, cerca di spiegare la falsità della pretesa della Melona ma la cosa resta vaga in termini assoluti sia a maggior ragione in termini relativi (classifica), perchè negli ultimi anni la posizione dell’Italia è cambiata più volte e l’associazione ai meriti delle amministrazioni in carica resta vaga non tanto riguardo alla periodicità annuale quanto per la soggettività delle indicazione e l’ampiezza e l’episodicità degli elementi rilevanti (es. indagini o violenze criminali su giornalisti) v. https://pagellapolitica.it/articoli/classifica-liberta-di-stampa-problemi .
L’unica cosa certa è con l’abituale complicità della maggioranza dei giornalai il MINCULPOP rimane l’unico ministero efficiente, incluso l’ UFFICIO distaccato per lo SHITSTORMING
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Gianfranco Funari diceva tanti anni fa che NON ESISTE LA STAMPA LIBERA, ma esistono i GIORNALISTI LIBERI.
E’ vero qui come in qualsiasi altro posto.
E poi se vedi gli USA, a chi appartengono tutti i canali più importanti di comunicazione, sia giornali che TV?
Uno come Jeff Bezos, per esempio, o R. Murdock, saranno mai forieri di ‘libertà’ di dare informazioni?
Non penso proprio. Basta vedere come hanno coperto le stragi fatte dai zionisti.
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