
(Tom Kington – thetimes.com) – Il vertice sulla crisi di Gaza tenutosi la scorsa settimana in Egitto ha riunito una galassia di leader mondiali, mediato la pace a Gaza e, quasi inevitabilmente, regalato un momento “Giorgia Meloni”.
«Non mi è permesso dirlo — perché di solito è la fine della carriera politica se lo dici — ma è una giovane donna bellissima», ha dichiarato il presidente Trump mentre cercava la premier nella fila dei partecipanti. «Ma rischio lo stesso. Dov’è? Eccola. Non ti dispiace essere chiamata bella, vero? Perché lo sei».
Con un notevole sforzo di diplomazia, Meloni riuscì a sorridere ampiamente mentre Trump si voltava verso di lei, senza però annuire in segno d’assenso, per poi tornare alla sua più feroce “sguardo di potere” nove secondi dopo, quando lui si girò dall’altra parte.
Meloni gestì con destrezza il commento imbarazzante, mostrando la sua esperienza nei vertici internazionali mentre si avvicinava al traguardo dei tre anni di governo, il 22 ottobre, equivalenti a decenni in anni politici.
La data coincide con forti consensi nei sondaggi interni e con il pollice alzato per l’economia italiana da parte delle agenzie di rating, mentre la vicina Francia è diventata “pienamente italiana”, con governi che crollano quasi quotidianamente.
«L’Italia è un Paese capace di stupire in modo straordinario», ha detto Meloni questo mese, mentre cominciava a concentrarsi sull’obiettivo di ottenere un secondo mandato alle prossime elezioni generali, che dovranno tenersi entro il 2027.
Il 4 settembre del prossimo anno segnerà il momento in cui la prima donna premier d’Italia avrà guidato il governo più longevo della Repubblica, superando il record stabilito dall’ultimo esecutivo di Silvio Berlusconi (2001-2005).
«È un’ispirazione per tutti», ha scritto Trump sul suo social Truth promuovendo l’autobiografia di Meloni, che vanta una prefazione del figlio Donald Trump Jr. Un grande elogio per una leader la cui elezione, nel 2022, da semi-sconosciuta, suscitò ansie per le radici fasciste del suo partito, Fratelli d’Italia, e puntò i riflettori sulla nostalgia mussoliniana di alcuni suoi deputati.
Da allora, Meloni ha lasciato gran parte della demagogia di destra al suo alleato di coalizione Matteo Salvini e al suo luogotenente Roberto Vannacci, ex generale delle forze speciali che sostiene che gli omosessuali «non sono normali» e che le persone nere non possono essere veramente italiane. Ma Meloni non sarebbe Meloni senza un po’di urla, ha commentato il giornalista Beppe Severgnini. «Ci sono due Giorgia Meloni», ha detto.
«C’è la prima, la dura arruffapopolo che urla, che attacca l’immigrazione e definisce i manifestanti pro-Palestina come Hamas. Quella le porta il 25-28 per cento dei voti. Poi c’è la seconda Meloni, che accanto a Netanyahu, Erdogan e Trump in Egitto appare moderata — figuriamoci accanto a Salvini e Vannacci, che cercano di imitare Orban. Quella le aggiunge un altro 10 per cento».
In Europa la reputazione di Meloni come politica di estrema destra “con cui si può fare affari” si fonda sulla sua decisione iniziale di sostenere senza riserve l’Ucraina, a differenza degli Orban e delle Le Pen, che trasudano simpatia per Mosca.
In Italia, dove i politici vengono giudicati tanto per ciò che sono quanto per ciò che fanno, il fascino di Meloni si radica nel suo carattere diretto. «È grazie a questo che ha infranto la tradizione degli elettori italiani di annoiarsi dei politici dopo circa diciotto mesi», ha detto un alto membro del suo staff.
«Ci piace molto», ha dichiarato Antonio Gullotto, 83 anni, ex impiegato di banca, seduto con la moglie su una panchina di una piazza romana. «È seria, fa ciò che dice che farà ed è apprezzata in tutto il mondo».
L’appeal di Meloni continua anche grazie alle infinite liti tra i suoi due rivali dell’opposizione, la segretaria del Partito democratico Elly Schlein e il leader del Movimento 5 Stelle ed ex premier Giuseppe Conte. «La destra italiana è spesso divisa ma si ricompatta nei momenti cruciali, mentre i politici di sinistra hanno molto in comune ma tendono a dividersi nei momenti decisivi», ha osservato Severgnini.
Meloni trae vantaggio anche dalla copertura favorevole della rete televisiva di Stato politicizzata, un vero aiuto in un Paese in cui molti elettori anziani tengono la TV accesa tutto il giorno.
Durante una lunga intervista televisiva questo mese, Meloni è però inciampata quando le è stato chiesto perché gli italiani non si sentano benestanti nonostante i suoi discorsi sui migliaia di posti di lavoro creati sotto il suo governo. Ha dapprima incolpato i governi precedenti e poi l’Unione europea, per poi assicurare che i salari stanno crescendo — poco conforto per i consumatori che hanno visto la frutta raddoppiare da due a quattro euro al chilo nei mercati rionali e i piatti di pasta nelle trattorie romane passare da 10 a circa 13 euro.
Il prossimo anno Meloni dovrà fornire risposte migliori, quando l’attenzione si sposterà dall’attualità internazionale all’economia in vista delle elezioni. L’occupazione è in crescita e una gestione prudente della spesa ha contenuto il deficit, ma la crescita del PIL resta anemica e i salari sono calati del 4,4 per cento tra il 2019 e lo scorso anno.
«L’Italia è l’unico Paese UE in cui i salari reali non si sono ripresi dopo il Covid e lo shock energetico ucraino», ha spiegato Carlo Altomonte, professore di economia all’Università Bocconi di Milano. «I bassi salari sono il motivo per cui le imprese assumono, sostituendo le macchine con lavoratori, ma non investono in tecnologia: così rischiano di non reggere la competizione globale».
Luciano Monti, della Luiss di Roma, ha avvertito che le legioni di piccole imprese italiane non finanziano abbastanza ricerca e sviluppo, indebolendo ulteriormente la loro capacità di competere. «Questo problema è precedente a Meloni, ma spetta a lei affrontarlo», ha detto.
Nel frattempo, l’economia beneficia di un bonus dello 0,8 per cento di crescita del PIL grazie all’iniezione di 194 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti post-Covid provenienti dall’UE, ha aggiunto Altomonte. «Non ci sarebbe alcuna crescita del PIL senza quel denaro».
Meloni non ha enfatizzato molto questi fondi, forse perché sono un’iniziativa UE che mal si adatta alla sua narrativa nazionalista. Nella sua recente intervista televisiva non li ha nemmeno menzionati. L’economia, tuttavia, sentirà il colpo quando i fondi si esauriranno l’anno prossimo.
Altomonte ha offerto a Meloni due consigli: «Il proiettile d’argento per l’economia italiana sarà la formazione della forza lavoro», ha detto. «Le aziende italiane formano solo il 9 per cento dei propri dipendenti sul posto di lavoro, contro una media UE del 30 per cento». E ha aggiunto: «L’altra cosa da fare è tagliare i costi energetici. Meloni deve imporre alle aziende italiane il sistema di tetto e pavimento dei prezzi già concordato dall’UE. Queste aziende si opporranno, ma almeno potrà dare la colpa a Bruxelles».
La belinite acuta che prende ad una certa età!
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Certo che questo Tom Kington ha capito tutto, del resto se si fa spiegare le cose da Severgnini non può che essere un successone.
Solo una domanda farei all’autore di questo formidabile articolo: come mai l’unione europea ha deciso di dare all’Italia quei 194 miliardi che hanno
salvato la sua economia?
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«Non mi è permesso dirlo — perché di solito è la fine della carriera politica se lo dici — ma è una giovane donna bellissima», ha dichiarato il presidente Trump mentre cercava la premier nella fila dei partecipanti. «Ma rischio lo stesso. Dov’è? Eccola. Non ti dispiace essere chiamata bella, vero? Perché lo sei».
E poi si lamenta che la definiscono CORTIGIANA….
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Papi era più diretto.
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La cercava dietro perchè era in fila per baciargli il c.
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“La data coincide con forti consensi nei sondaggi interni e con il pollice alzato per l’economia italiana da parte delle agenzie di rating”.
Dopo aver tradito le promesse elettorali e con l’economia reale che annaspa, dubito che goda ancora di un forte consenso.
Bei tempi quando le agenzie di rating erano brutte, sporche e cattive.
https://www.lanotiziagiornale.it/ora-il-rating-piace-a-destra-contrordine-sulle-agenzie/
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Non mi è permesso dirlo — perché di solito è la fine della carriera politica se lo dici
UNA volta tanto spero che si avvericiò ciò che Trump ha dichiarato
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UN MOMENTO STORICO DISGRAZIATO- Viviana Vivarelli
In apparenza l’Italia presenta oggi un quadro sciagurato come è accaduto poche volte nella sua storia, per es. alla vigilia della presa di potere da parte di Mussolini e il cittadino onesto non si sente difeso da nessuno mentre i partiti tradizionali hanno da mostrare solo la loro doppiezza e la loro disonestà.
Il fascismo avanza nell’indifferenza generale, si prospettano spese folli in armamenti col consenso di destra e sinistra e la politica estera è nebbiosa e inquietante, mentre personaggi discutibili che non vorremmo nemmeno come vicini di casa comandano la Nazione.
Capisco il disorientamento di quanti non sanno più chi votare. Si è persa la speranza. E quando non si spera più si smette di partecipare.
Concordo che le cose sono tutt’altro che chiare e che i partiti tutti hanno dato pessima prova di sé come non è mai successo, si sono sputtanati tutti risultando repellenti, hanno perso ogni onore e ogni affidabilità. Forse pensano di essere stati furbi e di aver salvato poltrona e malloppo ma il disgusto degli italiani è fin troppo chiaro e si è ben manifestato nell’astensione elettorale crescente.
L’Italia è l’unico Paese in Europa che non abbia una opposizione e questo vuol dire che non è più una democrazia e, se ha perso ogni carattere democratico, la colpa è di tutti noi che lo abbiamo permesso sostenendo i più indegni e rifiutando di vedere i nostri errori.
Draghi ha espropriato ogni istituzione pubblica del suo ruolo e con la Meloni è anche peggio e si trama per imporre un premierato e mettere ogni istituzione sotto il Governo, rompendoi l’equilibrio della separazione dei poteri, tutto sotto una sola persona con Parlamento che non legifera, i Ministri non curano più il proprio settore e non concordano i decreti, i sindacati non difendono i lavoratori, i prefetti attaccano la gente senza scusa alcuna, i magistrati perdono tempo perseguitando i poveracci per delle sciocchezze mentre archiviano o assolvono i criminali, la corruzione avanza non impedita da nessuno e le censure abbondano sui social e sui media, impedendo la libertà di parola. Non c’è settore della vita pubblica dove la Costituzione non sia calpestata Come conseguenza di tante condizioni sciagurate l’elettore si sente impotente e perde la fiducia di votare.
Io credo tuttavia che non si debba disperare. Aspettiamo che la situazione si chiarisca. Le cose in Italia cambiano molto in fretta e magari domani avremo idee più chiare. Gli Italiani onesti non mancano. Chi è in auge oggi potrebbe non esserlo domani e potremmo vedere nuovi partiti o personaggi che vengono fuori e fanno magari cose che fino a ieri non avrebbero fatto o potrebbe succedere, più raro, che chi ha sbagliato si penta e scelga finalmente il bene di tutti al posto del suo interesse personale.
Un enorme atto di vigliaccheria sta perdendo questa Nazione. Inerzia, ignavia, pigrizia, disinteresse, ignoranza, scarsa intelligenza, piccolo calcolo, collusioni meschine, parolai senza costrutto… stanno abbassando il livello della moralità e della responsabilità.
Ma l’ultima cosa che dobbiamo fare in questo momento di grave pericolo è battibeccarci tra noi, atto inutile che rende solo più fumose e incomprensibili le cose.
Cercare il massimo della chiarezza là dove non ci danno nemmeno le informazioni giuste e ci manipolano come cavie è forse l’unica cosa che possiamo fare. E non riuscirà bene se seguiremo chi diffonde odio e divisione tra noi cittadini per permettere a traditori e profittatori di vincere sul bene per interessi che non sono nemmeno i nostri ma di cricche di speculatori che traggono ricchezza dalla nostra rovina.
Ognuno di noi può essere propulsore di mondo nuovo. Ma se staremo con le mani in mano a guardare il fiume della melma che cresce, la melma ci soffocherà.
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Cortigiana = donna corta a forma di damigiana
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😂😂😂😂😂
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Tralascio volentieri la parte che riguarda la politica; mi interessano solo i risultati elettorali che poi sono l’unica cosa certa.
Cosi come conta poco il fatto che quando si è all’opposizione si dicano e si facciano certe cose e quando si è al governo si dica e si faccia altro.
La regola di base rimane immutata e immutabile: coi soldi tuoi fai quello che vuoi, con quelli degli altri fai quello che ti dicono gli altri.
Durante una lunga intervista televisiva questo mese, Meloni è però inciampata quando le è stato chiesto perché gli italiani non si sentano benestanti nonostante i suoi discorsi sui migliaia di posti di lavoro creati sotto il suo governo. Ha dapprima incolpato i governi precedenti e poi l’Unione europea, per poi assicurare che i salari stanno crescendo — poco conforto per i consumatori che hanno visto la frutta raddoppiare da due a quattro euro al chilo nei mercati rionali e i piatti di pasta nelle trattorie romane passare da 10 a circa 13 euro.
Una frase lunga per dire che la realtà arriva ed è implacabile; tu puoi dire quello che vuoi ma anche l’astenuto più incallito o il sostenitore più fervido i conti in tasca se li sa fare.
Questa è da encomio solenne
«L’Italia è l’unico Paese UE in cui i salari reali non si sono ripresi dopo il Covid e lo shock energetico ucraino», ha spiegato Carlo Altomonte, professore di economia all’Università Bocconi di Milano. «I bassi salari sono il motivo per cui le imprese assumono, sostituendo le macchine con lavoratori, ma non investono in tecnologia: così rischiano di non reggere la competizione globale».
Questa
Luciano Monti, della Luiss di Roma, ha avvertito che le legioni di piccole imprese italiane non finanziano abbastanza ricerca e sviluppo, indebolendo ulteriormente la loro capacità di competere. «Questo problema è precedente a Meloni, ma spetta a lei affrontarlo», ha detto.
Santo subito con diritto di successione
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