Meloni attacca la “cultura woke”, imbarazzo per un post di Trump. Messaggio per il galà degli italoamericani. Donald rilancia video: “Roma rompe con l’Ue su dazi e Kiev”. Silenzio di Palazzo Chigi

Meloni attacca la “cultura woke”, imbarazzo per un post di Trump

(di Lorenzo De Cicco – repubblica.it) – Mentre Giorgia Meloni sfrutta il video-messaggio spedito alla National Italian American Foundation per bersagliare di nuovo la «cultura woke», che punterebbe a dividere Italia e Usa, un altro clamoroso filmato, rilanciato ieri direttamente da Donald Trump, sul suo social Truth, mette in serio imbarazzo Palazzo Chigi. Non è il video pubblicizzato ieri dagli account vicini a FdI, il famoso comizio di «Yo soy Giorgia», gradito anche all’inquilino della Casa bianca. Negli stessi minuti, quando in Italia erano le 4 di notte, Trump reposta anche il video di un account Maga, nome “LynneP”, in cui si sostiene che Meloni abbia deciso di rompere con l’Ue sui dazi, di cercare un accordo bilaterale Italia-Usa, che avrebbe già l’approvazione di The Donald. E che la premier, in un colloquio riservato con lo stesso Trump, gli avrebbe annunciato di voler tagliare gli aiuti all’Ucraina.

Nessuna di queste prese di posizione è mai stata avvalorata da Meloni pubblicamente. Anzi: sui dazi, ha sempre dichiarato che la trattativa è in capo all’Ue. E quanto a Kiev, non ha mai annunciato passi indietro. Il filmato rilanciato ieri dal presidente degli Stati Uniti sostiene l’opposto. È confezionato come un servizio televisivo: «Breaking news», si sente in apertura. «Meloni – prosegue la voce fuori campo – ha annunciato che l’Italia ignorerà l’accordo dell’Ue sui dazi e che concluderà un accordo diretto con l’amministrazione Trump», pronta «ad andare da sola». Una mossa che il filmato definisce «sbalorditiva», un «terremoto per Bruxelles», visto che le regole comunitarie «vietano intese bilaterali». Lo stesso video riporta alcune affermazioni che Meloni avrebbe fatto «in un incontro privato con Trump», a cui avrebbe detto di voler «fare il meglio per l’Italia, non per l’Ue». Trump invece avrebbe garantito che Italia e Usa troveranno «al 100% un accordo commerciale».

Non è l’unico passaggio eclatante del video ripostato dal presidente degli Stati Uniti. Nello stesso filmato si sostiene che Meloni avrebbe detto di essere pronta a «ridimensionare il supporto all’Ucraina», peraltro in un frangente delicato: la Lega vuole evitare di inserire riferimenti al 19esimo pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca in vista della risoluzione che sarà votata mercoledì dalle Camere. Il tweet ripostato da Trump, a differenza di altri, non è goliardico. Anzi, è un elogio: «Bravo, Meloni! Mossa brillante». Contattato da Repubblica, Palazzo Chigi fino a ieri notte non ha preso posizione.

La precisazione di Palazzo Chigi. Ma l’opposizione: Meloni chiarisca

Davanti all’ipotesi, rilanciata da Donald Trump, che l’Italia stia cercando una via preferenziale nel negoziato sui dazi, il governo smentisce e le opposizioni chiedono chiarimenti.

Fonti di Palazzo Chigi assicurano che “le trattative commerciali – come noto – sono guidate dalla Commissione europea, trattandosi di competenza esclusiva dell’Unione”. Pur ammettendo un’eccezione: “È stata invece – spiegano le stesse fonti – da tempo avviata un’interlocuzione bilaterale, che affianca l’azione della Commissione, sul tema dei dazi antidumping prospettati dal Dipartimento del Commercio nei confronti di alcuni produttori italiani di pasta”.

La linea viene ribadita dai ministri degli Esteri e dell’Agricoltura. Il titolare della Farnesina Antonio Tajani garantisce che “abbiamo sempre lavorato con l’Unione Europea, grazie all’Italia sono stati fatti passi in avanti” e “con il commissario Sefcovic lavoriamo in perfetta sintonia”. Ma “chiaramente parliamo anche con gli americani”.

“Con il commissario – spiega – stiamo insistendo perché alcuni prodotti italiani rientrino nel quadro del 15%, mi riferisco in particolare al vino, all’acciaio e all’alluminio”.

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura specifica: “Abbiamo un dialogo in corso con gli Stati Uniti” sulla pasta “per cercare di arrivare ancora di più a migliorare quello che è il sistema tariffario di import verso gli Usa, che oggi è al 15%”.

Risposte insufficienti per le opposizioni che chiedono di dissipare le ambiguità sulla posizione del governo: “È vero che l’Italia si accingerebbe a negoziare direttamente con gli Stati Uniti i dazi per la pasta ed è vero che l’Italia sarebbe interessata a ridimensionare il supporto all’Ucraina?”, chiede la capogruppo alla Camera Chiara Braga: “Le parole del presidente Trump lasciano poco spazio alle interpretazioni. Perciò Meloni non può far finta di nulla. Deve chiarire”