Mentre i padrini dettano legge, c’è una destra al governo che usa la commissione antimafia come una clava politica per regolare conti con il passato. Non sappiamo chi abbia innescato l’ordigno contro Ranucci. Ciò di cui però siamo certi è che da molti anni il clima contro i cronisti è diventato saturo di odio, e il potere getta benzina sul fuoco

(Giovanni Tizian – editorialedomani.it) – La linea è stata oltrepassata. Con l’ordigno che ha fatto esplodere l’auto del giornalista Sigfrido Ranucci ogni alibi svanisce: in un tempo di ferocia inaudita, il lessico utilizzato nei confronti di chi fa informazione è il combustibile sparso che aspetta la scintilla per infiammarsi. L’ordigno è simbolo di tale ferocia puntata come una lupara contro il giornalismo. Non tutto il giornalismo. Non contro quel giornalismo che piace al potere, quel giornalismo accovacciato al caldo di chi comanda. Quel, tipo di informazione è al sicuro, protetta.
Chi oggi è obiettivo è indicato pubblicamente come tale. Delegittimato, solo perché ciò che racconta non piace al potere, ai poteri di ogni genere: sia esso politico, criminale o finanziario (a volte capita di trovarli alleati questi tre poteri).
Non sappiamo chi, quale mente, e che mani abbiano innescato l’ordigno contro Ranucci. Ciò di cui però siamo certi è che da molti anni il clima contro i cronisti è diventato saturo di odio. È scontato: nelle prossime ore ascolteremo la solidarietà di tutta la politica, di tutto il mondo dell’informazione. Solidarietà sarà espressa anche da chi non tollera il giornalismo che svela le trame. Anzi lo accusa di ogni nefandezza.
Più che della forma di una solidarietà utile solo per entrare nel flusso dei social, sarebbe più utile in futuro evitare di additare i giornalisti come pericolosi terroristi che desiderano destabilizzare la nostra Repubblica.
Ma chi è davvero a desiderare un punto di non ritorno, un caos utile a ristabilire l’ordine. Chi ha interesse a lasciare che il paese somigli a un Narco Stato, dove i cronisti ancora rischiano la vita nel testardo compito di cercare la verità. Iniziamo a prendere sul serio i dati raccolti da Ossigeno per l’informazione sulle intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti. Parliamo di migliaia di casi all’anno.

I fatti, prima di tutto, sempre. Se si perdono di vista quelli e si finisce nel campo delle vanità sarà impossibile fare i conti con un paese dove convivono le due organizzazioni mafiose più potenti nel pianeta. Lo abbiamo rimosso: ma i clan non dimenticano, le cosche vivono di silenzi e indifferenza. E mentre i padrini dettano legge e evolvono le loro holding criminali, c’è una destra al governo che usa la commissione antimafia come una clava politica per regolare conti con il passato senza interpretare le future strategie del crimine organizzato.
Partire dai fatti, ancora una volta. Per capire che la storia si ripete in Italia più spesso di quanto crediamo: sono tornati di attualità quei servizi segreti divisi in bande, che dipendono da altrettante bande politiche, al servizio del potente di turno e non della democrazia in quale tale. Sì dice: paese con la memoria corta. Non è che è la memoria che è corta. È piuttosto una tendenza italiana a non disturbare. Rompiamo questa routine e facciamo rumore.
Tutte le dittature imbavagliano l’informazione.
Alfredo Facchini
IL GIORNO IN CUI I GIORNALISTI LASCIARONO IL PENTAGONO.
Mentre in Italia tutti allineati e coperti
Washington, 16 ottobre 2025. Ala ovest del Pentagono. I passi dei cronisti risuonano lunghi, nel corridoio del palazzo delle guerre. Trascinano borse, cartelline, microfoni smontati, videocamere. Hanno appena riconsegnato il pass, il badge di accesso.
La tessera che per anni è stata la chiave di un privilegio e di un diritto: raccontare ciò che l’esercito più potente del mondo fa, dice e nasconde.
Da oggi, per entrare al Pentagono, un giornalista avrebbe dovuto firmare un documento che suona come un giuramento: non pubblicare nulla che non sia “autorizzato”.
Una parola sola: authorized.
Pete Hegseth, il ministro della Guerra ha parlato di “ordine” e “responsabilità nazionale”.
Ma dietro quelle parole i reporter hanno visto profilarsi l’ombra di un bavaglio. Così hanno scelto la via più limpida: lasciare.
La decisione di andarsene è maturata in poche ore. Un comunicato delle principali testate – New York Times, Reuters, CNN, NBC, Fox News – annuncia che non firmeranno. “Non possiamo accettare condizioni che rendono impossibile il giornalismo libero”, scrivono. Poi, il silenzio operativo: le redazioni smontano i computer, spengono i monitor, staccano i badge dalle giacche.
L’immagine di decine di giornalisti che escono ordinatamente dal Pentagono, tra ritratti di generali e bandiere, è già storia.
È una fotografia simbolica della crisi della cosiddetta democrazia americana: la stampa, un tempo considerata il “quarto potere”, oggi costretta a scegliere se obbedire o disobbedire.
Hegseth ha promesso che le misure sono “temporanee”, ma i cronisti sanno che la temporaneità è la forma contemporanea della censura. Si comincia così: con un modulo da firmare.
E mentre a Washington i giornalisti lasciano il Pentagono, in Italia nulla di simile potrebbe accadere.
Qui la stampa non sfida il potere: lo serve,
lo blandisce, lo accompagna.
È una stampa educata a chiedere il permesso, a ripetere le veline, a misurare la distanza tra la notizia e la convenienza. Un giornalismo che si è inginocchiato davanti a ogni guerra americana, a ogni NATO story, a ogni narrativa israeliana, fino a cancellare la parola genocidio dal vocabolario collettivo.
Durante lo sterminio a Gaza, quando le immagini dei corpi dei bambini riempivano i canali indipendenti, i telegiornali italiani parlavano di “operazione militare”, di “autodifesa”, di “lotta al terrorismo”. Nessun anchorman ha lasciato lo studio.
Nessun inviato ha restituito il tesserino.
Nessuna grande testata ha detto: non ci stiamo.
La stampa italiana ha scelto il silenzio, la complicità,
la moderazione come alibi.
E allora, sì, in Italia non sarebbe mai potuto accadere ciò che è accaduto al Pentagono. Perché il giornalismo italiano è un ramo d’azienda del sistema politico, un apparato addestrato a non disturbare i manovratori.
L’atto dei reporter americani, illumina il buio di chi in Italia tace, di chi nega, di chi si adegua, di chi traduce le stragi in linguaggio burocratico.
La libertà di stampa non si proclama, si esercita, anche
a costo di perderla.
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Un articolo che condivido…..!!!!
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Completa solidarieta’ al grandissimo Ranucci…!!! Chi alimenta l’ odio…..??? Fo la Signora Meloni dovrebbe indire una conferenza stampa….
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scusate volevo scrivere “forse”
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Si sono nascosti per una vita …ora stanno uscendo dalla tana!
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Indaga l’antimafia…. e i coletti bianchi rimangono fuori dalle indagini.
In commissione stanno facendo fuori chi veramente vuole indagare….e quindi …nulla di fatto!
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Almeno ora è intoccabile, dalla politica intendo.
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“… e lo Stato che fa
Si costerna, s’indigna, s’impegna
Poi getta la spugna con gran dignità… “
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Riassumendo: La “sinistra” qualunque cosa significhi questi termine, visto che le categorie “destra” e “sinistra” sono ormai obsolete e inadatte all’attuale società, è responsabile “morale” di qualunque opposizione al governo. Chi mai può essere moralmente responsabile di un attentato al conduttore di un programma decisamente critico verso il governo?Del resto essere indagati e condannati sembra “fare curriculum” per la “carriera politica”.
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Destra e sinistra, in politica, saranno sempre categorie valide, in quanto convenzioni. Così come il metro e il litro, che in natura non esistono ma che utilizziamo nella vita di ogni giorno per poter comunicare.
Così come si definiscono alcuni animali come “mammiferi” sebbene ci sia ben poco in comune tra una balena e un topo, sono categorie stabilite per convenzione, create per apprendere ed indagare il mondo animale.
Se tu affermi, invece, che partiti che si definiscono (o vengono definiti) di sinistra propugnano le stesse politiche di altri che si definiscono (o vengono definiti) di destra dici una cosa incontestabile.
Storicamente le posizioni di chi considera preminenti gli interessi della collettività si considerano di sinistra, quelle di coloro che privilegiano gli interessi del singolo rispetto alla collettività si considerano di destra.
È evidente che, nel corso degli anni, con l’evoluzione della civiltà questi concetti basilari vengono aggiornati, ma la distinzione (che ho schematizzato all’osso) rimane quella.
Poi si può chiamare alto e basso, o in qualsiasi altro modo, basta mettersi d’accordo…
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Kayo… credo cha abbiate ragione tutti e due… mi spiego con un esempio.
Il RdC fu tolto dalle destre e istituito dalle sinistre… ma se il RdC portava denaro in tasca ai poveri, i poveri potevano comprare..quindi aumentavano i consumi e con tale aumento entrava più denaro in tasca ai commercianti e all’industria e il beneficio finale era del capitale.
Altro esempio il bomba riduce il Bilancio della sanità e mette in Costituzione il Pareggio di bilancio…. era del PD e il PD era/è di sinistra…quindi in questo caso Destra e Sinistra,sul piano pratico, fanno parte del sistema ; mentre dal punto di vista ideologico …. entrambe i casi non sono di sinistra e ne di destra!
Spero di avervi aiutato…
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Ma io non contesto la sostanza della sua affermazione, dico semplicemente che è formulata in maniera errata.
Soprattutto la frase “destra e sinistra sono concetti superati “ non ha senso, è come dire che yard, miglia e pollici sono concetti superati, oppure che il concetto di vertebrato o di quadrupede non è più attuale.
Il linguaggio va maneggiato con cura, se non lo fai alla fine rischi di formulare ragionamenti sbagliati.
Tutto qua.
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“se il RdC portava denaro in tasca ai poveri, i poveri potevano comprare..quindi aumentavano i consumi e con tale aumento entrava più denaro in tasca ai commercianti e all’industria e il beneficio finale era del capitale.”
Ad esempio, in questo caso è vero che il beneficio in denaro arrivava al capitale, però attraverso numerosi passaggi, in cui diversi soggetti ricevevano qualche cosa, alla fine i beneficiari del reddito acquisivano dei beni essenziali: quindi l’utilità del provvedimento ricadeva sulla collettività (sinistra).
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OK era un prpovvedimento “universale”… una legge buona ne di dx ne di sin! Ciaooo!
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Mi permetto ancora una considerazione, visto che è stato introdotto il RdC. In futuro, ammesso che la nostra specie non si auto-elimini, la tecnologia (in particolare la AI) renderà obsolete la maggior parte delle attuali professioni. Pertanto sarà obbligatorio non un Reddito di Cittadinanza (locale) ma Universale! Le risorse non potranno che provenire da quella minoranza che possiede la maggioranza delle risorse. Queste non sono “idee di sinistra” ma semplici “conseguenze logiche”.
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Pensare che ci debba essere un travaso di ricchezza tra chi ha troppo e chi ha troppo poco è un’idea tipicamente di sinistra. Il fatto che le risorse del pianeta non siano infinite è un fatto, quindi, se si pensa ad una redistribuzione, quanto dici segue un procedimento logico: questa dovrebbe essere fatta a carico di chi ha di più.
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Non è assolutamente vero che destra e sinistra siano categorie universali. L’equa distribuzione delle risorse è la diretta conseguenza di un ragionamento logico. La politica come “arte di governare” dev’essere guidata dal perseguimento del bene comune e questo concetto era già ben chiaro agli antichi greci. La divisione della società in ricchi e poveri non è solo moralmente ingiusta ma “logicamente sbagliata”. A questo punto dovrei sviluppare le idee di eminenti scienziati ed economisti come John Rawls, Amartya Sen, Thomas Piketty, Joseph Stiglitz e Jeffrey Sachs, per citare solo i più famosi… ma non mi sembra la sede adatta.
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Non ho mai detto che destra e sinistra sono categorie universali, al contrario: ho detto che sono convenzioni. In sostanza, due interlocutori concordano su definizioni comuni per permettere un confronto dialettico, tutto qui. Se non ci fossero le convenzioni non si potrebbe dialogare.
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anche sta cosa che viene ripetuta a pappagallo, “le categorie “destra” e “sinistra” sono ormai obsolete e inadatte all’attuale società”, la trovo veramente insopportabile e soprattutto falsa, perchè oggi più che mai ci vorrebbe una netta distinzione fra due visioni antitetiche come destra e sinistra, ed è colpa principalmente della sinistra che nei vari governi italiani ed europei è andata sempre di più contro le proprie visioni e valori fondanti, rincorrendo il centro e a volte anche la destra, creando nel tempo una massa di astensionismo dilagante e aprendo autostrade per le destre felici di vedere il nemico diluirsi in una “cosa” informe, con molti arti ma incapace di camminare
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Pappagallo sarai, anzi “sei” tu jam. Nell’attuale contesto socio-culturale abbiamo una piccola parte dell’umanità che detiene una spropositata percentuale delle risorse. La classe cosiddetta “politica” è una degenerazione della cosiddetta “democrazia” perché la rappresentanza del popolo dovrebbe essere un “servizio temporaneo” e non una “professione”. L’amministrazione dovrebbe invece essere delegata a “professionisti”, controllati dai “rappresentanti del popolo”.
Comunque questa classe dovrebbe occuparsi di ridistribuire le risorse prodotte dalla Società, ma questa non è una decisione politica ma LOGICA. Te lo potrei spiegare ma non sei sicuramente in grado di comprenderlo. Non sarebbe neppure necessaria una rivoluzione, perché è sufficiente la leva fiscale. Purtroppo la minoranza che detiene il “vero potere”, quello del denaro, controlla sia la classe politica che le opinioni della popolazione e quindi non vedo via d’uscita. Destra e sinistra non hanno più nessun significato.
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a parte che se avessi letto prima di attaccare a testa bassa io non ti ho detto pappagallo, e quello che ho scritto non era rivolto a te ma era un discorso generale sul fatto che tutti stanno a dire sta cosa idiota, per il resto puoi anche andare a cagare te e i luoghi comuni 😉
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…e io perdo pure tempo a rispondere ad un idiota!
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Che novità, il potere costituito delle decrepite istituzioni democratiche dopo aver isolato, delegittimato, denigrato ed osteggiato chi ne denuncia le opacità, e nefandezze, grazie a collaborazioni e collusioni storiche, arriva al tentativo di eliminazione fisica! Son 70 anni che succede, grazie al popolo bue di indifferenti che non ha mai difeso chi si espone personalmente a tutela dei suoi diritti, compresa libertà e correttezza dell’ informazione! Che non significa libertà di menzogne! Dopo la ricerca infruttuosa di mandanti e manovalanza criminale, rivolgersi agli indifferenti cronici da un secolo: ODIO gli indifferenti! Sono i responsabili della storia, cause, effetti e conseguenze, ne determinano le sorti quando in uno scontro aperto e scontato, non hanno mai agito per determinarne un esito diverso…….Il fatto odierno potrebbe definirsi come cronaca di una vittima annunciata, già vittima professionale, culturale, sociale ed infine fisica, grazie all’ indifferenza di troppi, più che alla forza degli avversari, che probabilmente sarebbero in minoranza, se solo la tara atavica del che me ne fo@@e a me avesse fine…….invece rischiano di finire le migliori risorse umane di questo sciagurato amnesico paese! Un vuoto a perdere con coazione storica a ripetere i propri errori e fare vittime……che poi diventano eroi, da commemorare dopo morti! Il giornalista di Report, insieme alla sua trasmissione, andava difeso prima, e sempre, indipendentemente dagli attacchi di chi ci piace e di chi non ci piace…..perché il suo diritto di critica, e’ il nostro diritto di informazione e critica!
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