Dire “fai schifo” a Bocchino costa 2.500 euro, Pillon chiede i danni a chi gli dà dell’omosessuale represso, Parenzo a chi lo chiama “leccaculo”

(di Selvaggia Lucarelli – ilfattoquotidiano.it) – “Basta con il politicamente corretto e con il buonismo della sinistra!”, tuonava qualche mese fa Susanna Ceccardi in un video su Instagram. Dev’essere proprio per questo sentito afflato di libertà di parola che l’europarlamentare, da qualche tempo, ha cominciato a far recapitare lettere dai propri avvocati a chi le lascia un commento più o meno sgradevole sui social network. Ed è in ottima compagnia: anche Simone Pillon, Licia Ronzulli, Italo Bocchino, Daniele Capezzone, ma pure l’ex deputato leghista Guglielmo Golinelli, David Parenzo e pure Morgan e Alessandro Basciano.
Insomma, buona parte di quell’universo culturale di destra che, da anni, frigna perché in nome del woke e di qualche altro spauracchio immaginario nella sfera del ‘non si può più dire niente’, ha cominciato a chiedere denaro ai propri ‘hater’.
Lo fanno attraverso diverse società o studi legali che, a quanto parrebbe, hanno nelle richieste di risarcimento economico il proprio core business. Lo studio legale Virgili di Modena manda lettere a chi ‘insulta’ Ceccardi, Pillon, Ronzulli e Golinelli, mentre Capezzone e Parenzo si affidano alla Talento Company di Roma. Morgan e Italo Bocchino utilizzano invece i servigi dell’avvocato Edno Gargano, che rispetto agli altri colleghi è piuttosto pragmatico: le sue lettere quantificano già la cifra con cui, chi la riceve, può evitare di essere denunciato.
La quantificazione del danno, ovviamente del tutto arbitraria, segue criteri a tratti spassosi. Prendiamo il caso di Bocchino. Se gli scrivi “Sei veramente un coglione” sono 3.000 euro, mentre “Che schifo di uomo” fa salire la richiesta a 4.000, e “uomo” in effetti è una parola forte da accostare a Bocchino. “Fai schifo” però, unitamente a “Cretino” e “Fai pena” fa scendere la richiesta a 2.500 euro, confermando implicitamente che il problema era proprio “uomo”.
Ma anche l’individuazione dei commenti “diffamanti” è spesso esilarante. Simone Pillon ha fatto contattare un tizio che gli aveva scritto il terribile commento “sei ossessionato dalla comunità LGBT, secondo me ci fai repressamente parte”, mentre Parenzo, uno che nella sua edificante trasmissione radiofonica permette a Feltri di dire “ai musulmani sparerei in testa”, propone una conciliazione bonaria (soldi, suppongo) a uno che l’ha offeso mortalmente scrivendogli “Leccaculo dei potenti”. Ma la vetta del podio spetta al leghista Golinelli, che difende Vannacci con frasi come “dire che i gay vanno contro la natura non è una cosa insensata” o “le razze esistono oggettivamente anche negli uomini”, però ha pensato bene di invitare a una negoziazione (soldi, suppongo) un tale che gli aveva scritto “vai a cagare”. Insomma, per citare l’ideologo del buon Golinelli, il mondo al contrario.
Questi, ovviamente, non sono che pochi esempi. Pochi giorni fa Bocchino ha infatti dichiarato da Gruber “Ho 697 pratiche di diffamazione, sui social”, e in effetti io stessa sono piena di segnalazioni al riguardo. E il fatto davvero sconvolgente è che in tutte queste pratiche Bocchino sia la parte offesa. Voglio dire, Bocchino che si affida a una società che si chiama Anti Hater è tipo Renzi che difende i giornalisti.
Secondo i miei calcoli queste lettere sono sicuramente migliaia, e ogni giorno ne vengono inviate di nuove. Fanno parte di un relativamente nuovo ‘business’ della diffamazione online, in cui studi legali e società contattano autonomamente chi lascia un commento poco gentile nei confronti di uno dei loro assistiti. In molti casi quel commento non potrebbe mai essere preso sul serio da un giudice, ma chi riceve queste missive non sa nulla di diffamazione, è spesso anziano e/o senza strumenti, si spaventa e paga.
Capezzone, per dire ha fatto scrivere una lettera per un commento sotto a un post di Radio Radio con 200 like, in cui un signore gli scrive “Difendi l’indifendibile cretino!”. Insomma, Capezzone, quello che “La censura è sbagliata sempre!” rimane profondamente turbato per “cretino”.
Un turbamento comodo: la lettera non ha i tempi, i rischi e i costi di una causa civile, si manda velocemente e soprattutto non costa nulla, visto che, come nel caso di Anti Hater, queste società non si fanno pagare il servizio ma trattengono una percentuale solo in caso di successo della ‘pratica’.
Morale: Bocchino, Capezzone, Ceccardi… da paladini della “libertà di parola” a zelanti promotori del silenzio altrui, purché accompagnato da un bonifico. Ma forse sono solo malpensante. Forse questo sistema di monetizzazione degli insulti fa parte del piano della destra per arginare l’odio di sinistra, l’odio rosso di cui tanto parlano. Meloni, in particolare, ne è convinta: “L’odio di sinistra ha raggiunto il fondo. Basta!”, ha scritto di recente.
Ora, a titolo puramente informativo, vi riporto sinteticamente alcuni dei commenti che sono stati lasciati sull’account ufficiale Fratelli d’Italia sotto a un post dedicato a Francesca Albanese, giusto l’altroieri. Sceglierli non è facile, perché sono più di 14.000 e contengono praticamente solo insulti. “Schifosa”, “Pazza”, “Merda umana”, “Ripugnante”, “Bastarda stronza zoccola”, “Brigatista rossa”, “Terrorista di merda”, “Muori sul colpo”.
Ecco il famoso odio rosso. Suggerisco a Francesca Albanese, a questo punto, di chiedere a Bocchino il numero del suo avvocato. D’altra parte, chi l’avrebbe mai detto che il vero oro di questi tempi sarebbe stato il livore altrui. E loro, da bravi capitalisti, l’hanno solo messo a reddito.
P.s. Contattato al telefono, Italo Bocchino ci tiene a farci sapere che il 30 settembre ha disdetto il contratto con Anti hater: “Il metodo non mi convinceva, ma resto dell’idea che sia un diritto difendersi dagli hater nei modi previsti dalla legge”.
mica è colpa loro se ci sono dei fessi che cascano nel tranello, al massimo possono essere accusati di circonvenzione di incapace
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Taiani diventerebbe milionario se facesse causa ai commentatori nella sua pagina FB.
Ad ogni modo, anche Scanzy non solo fa, ma si vanta di fare causa agli hater.
Ovviamente l’onorabilità si baratta bene con i soldi.
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Questa è la conferma che gli strumenti per difendersi dalla diffamazione esistono e che non ci sono scuse per di introdurre leggi e algoritmi per censurare le opinioni di nessuno. Ritengo che sia corretto poter querelare per diffamazione poiché porta ad un uso più consapevole dei social che sono oramai diventati fogne a cielo aperto.
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Una cosa è querelare e un’altra è inviare centinaia di lettere a chiunque per raccogliere denaro. Lo dice nell’articolo che nella maggior parte dei casi non si tratta di vera diffamazione ma solo di un modo per farsi pagare.
Dare del cretino ad un personaggio pubblico non è diffamazione. Tra l’altro in alcuni casi è un dato di fatto.
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Al di là se sia moralmente corretto o no, non esiste più il reato di ingiuria perché è stato depenalizzato e ridotto a causa civile, quindi attenzione.
Diversa cosa è la diffamazione.
Ho fatto breve ricerca si Google.
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@Damiano il punto è proprio che è moralmente sbagliato agire in questo modo perchè lo fanno solo per estorcere denaro. Oltre al fatto che agendo così si contraddicono: nei loro confronti bisogna essere politicamente corretti mentre loro possono sparare escrementi addosso a chiunque.
E poi sono garantisti con tutti tranne che con i poveri cristi.
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Sempre che la querela sia fondata e non temeraria, però.
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Offendere non è mai giusto, anche se l’offeso è un infame! Bisognerebbe sempre tenere un comportamento superiore ma a volte è proprio impossibile non criticare e anche fortemente.. purtroppo viviamo in un momento storico molto particolare e personalmente, non avrei mai pensato di dover assistere a oscenità simili, non solo atti criminali ma persone che scrivono, dicono, cose turpi che la reazione alla loro oscenità è purtroppo quella di offenderli nel modo peggiore perché non ci si capacita che esista gentaglia così! Loro si permettono di agire ed esprimere con il loro pensiero e azioni, allora non si devono incazzare se, qualcuno reagisce perché ad una azione, corrisponde sempre una reazione! Perché il più delle volte la loro è molto più oscena della risposta comunque!
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ATTENTI A QUELLO CHE SCRIVETE ! Viviana Vivarelli
La libertà di opinione e di espressione solennemente difesa dalla Costituzione nell’articolo 21 è andata a farsi fottere.
Ormai i pessimi soggetti che ci governano e la loro mole di accoliti a libro paga, non potendo riscuotere elogi e consensi, si sfrenano con valanghe di querele per diffamazione e ci vogliono fare ciccia sopra.
Attenti dunque a quello che scrivete contro soggetti come Mulè, Pillon, Ronzulli, Bocchino, Capezzone, ma pure Golinelli, Parenzo, Morgan e Basciano.Ormai querelare per riscuotere penalità finanziarie è il loro più interessato hobby.Ci sono anche tariffari ad personam. È un nuovo ‘business’ con società apposite che fioriscono come funghi, tanto la querela non costa niente perché le società, se vincono la causa, si prendono la percentuale, mentre se la perdono il querelante non subisce alcune penalità.
Io da una querela ci sono passata e solo per aver condiviso un post che elencava i nomi dei direttori della Rai e in specie ne nominava non benevolmente uno. Lo stesso querelò tutte le 120 persone che avevano fatto un condividi al post e vi posso dire cosa fecero: perquisizione domiciliare completa come si fa ai mafiosi, sequestro per un anno del cellulare o del computer, avvocato, causa penale a Roma, intrusione per decine di volte nel tuo cellulare o computer alla faccia della privacy (il mio pc fu violato 27 volte e reso manomesso e inutilizzabile), un anno di attesa del processo. Io ero in vacanza in montagna ma una squadra di poliziotti venne a scovarmi nel mio albergo. Poi se il giudice, come avvenne a me, valuta che la causa è senza fondamento, tutto viene archiviato e forse nel mio caso giovò anche la mia venerabile età e il mio stato di salute. Però il tizio che si è divertito a querelarti non viene condannato a ripagarti i danni, che nel mio caso ammontarono a 4.000 euro più l’acquisto di un nuovo computer e uno stato di ansia e nevosismo durato un anno.
E la chiamano democrazia!
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Il tizio era il MULO, vero?
Chiaramente è una cosa incomprensibile.
Pensa se a TUTTE le altre 119 persone che hanno condiviso il post abbiano fatto quel che hanno fatto a te.
Ci vorrebbero 300.000 agenti solo per fare queste azioni, tra l’altro del tutto arbitrarie (che volevano? Che cercavano? Che c’era scritto nel mandato del giudice?).
Quel che ti è successo non ha nessun senso.
Ci sono decine di migliaia di denunce che vengono lasciate cadere, alle volte si parla di vittime di ‘femminicidio’ che hanno denunciato una dozzina di volte e niente accadde.
Invece per una CONDIVISIONE accade questo?
Abbiamo gente che ci insulta e mente dalla TV, ti si inventa roba tipo ‘non ti vaccini, ti ammali e muori’ (procurato allarme) e niente accade?
Quando sei te cittadino a denunciare questi farabutti, tutto si blocca e si insabbia.
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Il problema sta nella causa temeraria. Se quereli qualcuno, sapendo che non ha commesso nessun reato ma semplicemente per zittire il dissenso, dovrebbe essere previsto un indennizzo pari al doppio delle spese sostenute dal querelato a carico del querelante, nel caso sia dimostrata l’inconsistenza delle accuse. Tra l’altro, in una società ideale, la proporzione dovrebbe anche tenere conto del reddito dei soggetti coinvolti, perché 4000 euro per qualcuno sono una cifra trascurabile, per qualcun altro sono tre mesi di stipendio.
La libertà di parola si garantisce anche così.
L’insulto, invece, è qualcosa di diverso. In questo caso uno se la cava con una sanzione amministrativa, ma non te lo ordina il dottore di distribuire insulti a destra e a manca.
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Insultare, anche Odiare qualcuno/a, è uno Sfogo, una reazione rabbiosa di indignazione.
Comprensibile. Ma inutile.
E lo dico a me stesso perché da anni ho sviluppato un’intolleranza astiosa, anche violenta nella forma ( non nella sostanza ovviamente), verso tutti coloro esprimono o rappresentano cose come l’Ipocrisia, la Menzogna, la Disonestà Intellettuale, la Stupidità, l’Ingiustizia.
Sono arrivato alla Certezza che tutto ciò è inservibile ( “vanità delle vanità, tutto è un correr dietro al vento…”) e deleterio. Un po’ come Craxi diceva del “terrorismo palestinese”, legittimo, comprensibile, ma inutile e deleterio.
Andrà riformulato un progetto culturale/politico completamente differente. Basato sulla consapevolezza dell’impotenza della rabbia violenta. E della funzione perdente di qualunque contrapposizione “muro contro muro” al Potere.
Farà sorridere ma potrà salvarci solo un nuovo, vero, Pacifismo del metodo, che provi a “convertire al Bene o al Meglio” anche gli Avversari/Nemici politici e culturali.
Nello Scontro violento vincono sempre i Potenti. Ora più di prima.
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L’odio è uno stato d’animo, è non è inutile perché fa reagire le persone! Certo se è presente un odio irrefrenabile allora sono problemi ma se l’odio si riesce a contenere può dare forma a ribellioni che possono essere anche producenti vedi la reazione che c’è stata propal! ! Purtroppo provo odio per certe persone, è più forte di me ma il mio odio è sempre raziocinante perché altrimenti avrei già reagito in modo scriteriato e soprattutto in questi ultimi tempi! L’odio non è inutile ma è una gran brutta cosa dover odiare qualcuno sarebbe più bello stare sereni e godere delle belle cose della vita! O no!?! 😁😁😁😁
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Ad esempio ho letto innumerevoli commenti che accusavano Conte di avere assassinato 300.000 persone durante il Covid, li qualche denuncia ci sarebbe anche stata bene, ma Conte è una persona perbene e non infierisce contro dei poveracci incapaci di intendere e di volere, magari dei pensionati al minimo pieni di livore contro il mondo intero. Invece certi personaggi non si fanno scrupoli e sparano nel mucchio, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, di possedere una levatura morale persa nel sottosuolo.
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