(Giancarlo Selmi) – L’emittente di Urbano Cairo, La7, ha una linea editoriale molto particolare. Da una parte vuole catturare il pubblico respinto dalle emittenti che diffondono un’informazione totalmente drogata dall’appartenenza politica e schiava di preconfezionamenti propagandistici, dall’altra imporre un pensiero che obbedisce a logiche da pensiero unico e mainstreem.

Molti ospiti vengono dal Corriere della Sera, le cui posizioni schiacciate sul “centrismo” sono note. Ne viene fuori un’informazione forse più piacevole per chi non ama le destre, ma che, in termini di intento propagandistico, soprattutto su alcuni temi, non si discosta molto da telemeloni e Mediaset.

E così mentre si organizzano intere trasmissioni sullo sputtanamento dell’attuale governo, forse obbedendo a una sorta di pluralismo malato che i destri non adottano, si mettono alla gogna esponenti dei 5 Stelle o altri, spianando la strada al suprematismo meloniano. Una cosa abbastanza grottesca e surreale.

La puntata di Floris di ieri, ha fluttuato pericolosamente fra la difesa delle piazze e della Flotilla e l’individuazione del nuovo nemico, Francesca Albanese. Non si è badato a spese, con una esasperata ripetizione di quanto accaduto a Reggio Emilia. Peraltro un episodio già ampiamente chiarito, anche con le scuse, dalla stessa Albanese. Agli ignobili attacchi alla Albanese è stato alternato un rivoltante tentativo di ridicolizzazione di Tridico.

L’ultima dichiarazione di Augias sulla Albanese è stata assolutamente sprezzante e offensiva. Il teatrino su Tridico induceva al vomito. E mi spinge a chiedermi chi veramente sia amico di chi. Insomma: mi chiedo quanto possano attrarre la gente al voto, o al voto opposto alla Meloni, trasmissioni come quella di ieri. E mi chiedo quanta buona fede ci possa essere.

Le nostalgie di Renzi e le voglie di Calenda sono sempre superiori alla necessità di dire la verità. Fossi Floris mi vergognerei, ma so che non accadrà.