Il successo mediatico della Flotilla e l’enorme adesione allo sciopero di venerdì stanno mandando in cortocircuito non solo i tifosi dichiarati del governo, ma anche tutti quei sostenitori […]

(di Andrea Scanzi – ilfattoquotidiano.it) – Il successo mediatico della Flotilla e l’enorme adesione allo sciopero di venerdì stanno mandando in cortocircuito non solo i tifosi dichiarati del governo, ma anche tutti quei sostenitori a prescindere (ora dichiarati e ora finto-equidistanti) di Israele. La spaccatura è profonda: chi sta con la Flotilla e chi la ritiene addirittura colpevole (di essere foraggiata da Hamas, di avere imbarazzato il governo, di non essere stata a casa a bere uno spritz con Nordio, etc). In un contesto simile, gli scontri in tivù aumentano e con essi i deliri. Qualche esempio.
Capezzone. L’uomo dal cognome doppiamente fallico, e un motivo forse ci sarà. Da sempre intriso di simpatia, coerenza, onestà intellettuale e libertà di pensiero, si batte da una vita per avere riconosciuto il ruolo di “nemico numero uno” della sinistra (ma arriva 660esimo quando va bene). Due mattine fa, a Omnibus (La7), coccolato come fosse un tenero capibara dalla sempre gradevole e mai renzian-calendiana Gaia Tortora, ha dato implicitamente della codarda a Benedetta Scuderi (collegata). Poi è partito con la solita pippa falsa (come documentato ieri dal Fatto) della Flotilla finanziata da Hamas. Quindi, con quel tono di voce soave come una detartrasi con le bombe, l’ex radicale ed ex tutto (tranne che spirito libero) ha dato a caso del “fascista rosso” a Luca Telese, con la padrona di casa che continuava a trattarlo amorevolmente coi guanti bianchi, manco fosse il Dalai Lama in un inconsueto scatto d’ira. Si vola.
Fubini. Volto minore, che per fortuna non frequenta quasi mai la tivù. Purtroppo (per lui), ogni tanto avverte il bisogno masochistico di andarci, per riprovare l’ebbrezza di sbagliare tutto. I suoi capolavori riguardano principalmente l’economia e l’Ucraina. Domenica sera, a In onda (La7), si è improvvisato esperto di genocidio. Con risultati straordinari, soprattutto quando – nel cercare di demolire a prescindere Francesca Albanese – ha confuso la Carta dell’Onu del 1945 con la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948 (dove si trova la definizione giuridica di “genocidio”). Dopo la figuraccia, ha buttato là con consueta supponenza spuntata un “Abbia pazienza (Albanese), lei ha detto che Charlie Hebdo è colpa del Mossad!”, tanto per insultare ancora di più l’interlocutrice. Quindi, quando Albanese è andata via – come aveva anticipato – poco prima della fine della puntata per impegni preesistenti, un tizio meloniano alla sua sinistra l’ha accusata di scappare perché era appena stata citata Liliana Segre (?), e questo ribadiva la scorrettezza – oserei dire ontologica – della Albanese. Grandi momenti.
Molinari. Giovedì scorso, a Piazzapulita (La7), ha dato spettacolo. Molinari ha nuovamente messo in scena quel suo adorabilissimo “sionismo innamorato cieco”: celebrazione puerile del “piano di pace” di Trump, delegittimazione della Flotilla, continuo intento di porre in secondo piano lo sterminio palestinese, rimando borghese e furbino ai “sacri” Mattarella e Pizzaballa, minimizzazione delle colpe storiche immani di Israele. E tutto questo con un tono terribilmente noioso, anti televisivo, soporifero e addormentante, reso ancora più indigeribile dalla solita aria da professorino (de che?) monocorde e insensibile. Una sorta di “Parenzo 1.0”, però peggio. Ove mai possibile.
Sechi. Testuale, mercoledì scorso a Realpolitik (Rete 4), parlando della Flotilla mentre era in atto l’abbordaggio, e quindi poteva accadere di tutto: “Questa missione era solo una tragica pagliacciata, come abbiamo visto. Ha fatto solo perdere tempo a tutti. Se fossero stati importanti gli aiuti, li avrebbero consegnati. La realtà è che non gliene importava assolutamente nulla. Spero che le barche vengano affondate”. Uno così è direttore di un “giornale” (di proprietà di un parlamentare assenteista della maggioranza, re della sanità privata); è stato capo comunicazione (disastroso) della Meloni; e vive notte e giorno in televisione. Daje!
Sarà anche un narciso conclamato il buon Scanzi, ma quanto ci azzecca con il suo sarcasmo; se in futuro riuscirà ad abbassare le arie, si conclamerà grande giornalista.
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“mercoledì scorso a Realpolitik (Rete 4), parlando della Flotilla mentre era in atto l’abbordaggio, e quindi poteva accadere di tutto…”
Non poteva accadere niente perché mentre i “bravi” giornalisti speravano nell’incidente quel “guerrafondaio” del ministro Crosetto trattava con Israele e con i flotillari affinché l’abbordaggio si svolgesse, per così dire, in modo pacifico e desse visibilità a quattro “fighi” che godono col “titolo di onorevoli”
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Crosetto ‘trattava’ invece di PROTEGGERE la flottiglia con una nave da guerra appositamente lì.
Quindi Crosetto ha fatto intelligenza con il nemico, che tale era visto che stava attaccando navi battenti bandiera italiana.
Sei un TR0LL di livello veramente imbarazzante per le cogli0nate che dici sistematicamente.
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@ bastiancontrario…..: il mitico Crosetto…..” un abbordaggio si svolgesse……” ma ha dimenticato….”in acque internazionali”…..dai belin….solo un piccolo dettaglio….
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un nik che non da adito a fraintendimenti!
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La nazione che premia i carnefici. Pete Hegseth conferma le medaglie agli autori del Massacro di Wounded KneeIl. Articolo di Raffaella Milandri per “Nativi”
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_nazione_che_premia_i_carnefici_pete_hegseth_conferma_le_medaglie_agli_autori_del_massacro_di_wounded_knee/53237_62930/
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Scanzi ha dimenticato (volutamente…????) un frequentatore “abituale”: quel ragazzotto della “fondazione di alleanza nazionale”…..!!! mi avrebbe fatto piacere cosa avrebbe scritto….comunque GRAZIE caro Andrea per il tuo “articolo”….!!
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